Non tutti sanno che Balto, il cane protagonista del noto film d’animazione prodotto da Steven Spielberg nel 1995, è esistito davvero. Ecco la sua storia.
Nell’inverno del 1925 a Nome, in Alaska, scoppiò una violenta epidemia di difterite.
L’emergenza sanitaria portò alla necessità di un milione di unità di antitossina; ma la scorta più vicina si trovava ad Anchorage, ad oltre 1700 km di distanza, e poteva essere trasportata lungo la ferrovia solo fino a Nenana, a poco meno di 1000 chilometri dalla destinazione finale.
A causa del maltempo, poi, il trasporto aereo e quello marittimo erano inibiti.
Si decise, allora, di ricorrere ai cani da slitta, fino ad allora usati per trasportare la posta; si organizzò, così, una staffetta con 20 mute di cani.
Gli animali affrontarono la neve, il ghiaccio ed una temperatura media di 40°c sottozero, e riuscirono a far arrivare il siero in poco più di 5 giorni, contro i 25 giorni impiegati normalmente dai corrieri.
La staffetta si concluse proprio grazie a Balto, di proprietà di Leonard Seppala e che arrivò a Nome il 2 febbraio del 1925, dopo aver viaggiato per 52 miglia.
A lui, per celebrarlo, furono dedicati il cortometraggio “Balto’s race to Nome” del 1925, la statua al Central Park di New York, scolpita da Frederick George nel 1927, ed il film d’animazione del 1995.
Dopo la corsa, Balto venne acquistato per esibirsi in uno spettacolo circense.
Fortunatamente, venne poi salvato da un commerciante di Cleveland, George Kimble, che dopo aver notato le sue pessime condizioni organizzò una colletta per pagare la sua liberazione.
Balto morì all’età di 14 anni, nel 1933. Oggi, il corpo imbalsamato dell’indimenticabile eroe a quattro zampe riposa al Museo di storia naturale di Cleveland.