Quando si pensa all’aurora boreale, l’immagine che viene subito alla mente è quella di fasci di luce verde che impreziosiscono il cielo di Islanda, Norvegia, Finlandia e altre regioni del Nord del mondo. Tuttavia alcuni processi atmosferici possono modificarla e mostrarla sotto una veste decisamente diversa e inattesa, come accade con l’aurora blu, un vero spettacolo.
Migliaia di turisti, ogni anno, pianificano le proprie vacanze per fare un’esperienza unica nel suo genere. Alcuni però scoprono questa versione inaspettata di un processo della natura già di per sé particolarmente suggestivo. Vediamo come la scienza ha provato a spiegare questo fenomeno.
Misteriosa aurora blu apparsa in cielo: quando è avvenuta e dove
L’aurora boreale non è solo verde: quando si vengono a creare specifiche condizioni atmosferiche diventa blu. Succede se alcuni gas vengono colpiti da particelle solari energetiche. In realtà, la gamma di colori è vasta e cambia a seconda dell’altitudine, della latitudine e delle sostanze coinvolte.
L’ultimo fenomeno risale all’11 maggio del 2024, a latitudini molto basse, dove normalmente il cielo si tinge di rosso. Pare però che, a causa degli atomi di azoto presenti ad alta quota, si sia dipinto di una tonalità di blu davvero inusuale. Gli scienziati hanno rivelato un bagliore per oltre 1.200 chilometri, ad altitudini comprese tra i 400 e i 900 chilometri.
Le teorie degli scienziati sui processi atmosferici ancora sconosciuti
Analizzando alcune fotografie scattate in Giappone, i fisici Sota Nanjo dello Swedish Institute of Space Physics e Kazuo Shiokawa della Nagoya University hanno trovato una teoria che potrebbe spiegare quanto accaduto. La loro ipotesi è che siano gli ioni molecolari di azoto ad aver innescato un meccanismo ancora poco conosciuto.
“Ad oggi, non si sa con esattezza come gli ioni di azoto con un elevato peso molecolare possano esistere a tali altitudini. Questi ioni, nonostante non possano esistere per lunghi periodi di tempo a causa della loro massa elevata, vengono osservati ad altitudini elevate. Il processo è avvolto nel mistero”, ha spiegato Kazuo Shiokawa.
L’aurora boreale, di norma, è il risultato di un enorme afflusso di particelle che incontra la Terra attraverso una tempesta solare. Queste vengono deviate e accelerate lungo le linee del campo magnetico verso i poli e scaricate nell’atmosfera.
L’interazione tra le particelle solari e i gas atmosferici fa guadagnare un po’ di energia. Quando gli atomi che compongono tali gas tornano al loro stato energetico originario l’energia viene rilasciata come un fotone e si crea un bagliore. È un meccanismo simile a quello che fa brillare le luci fluorescenti e il colore dipende da diversi fattori, quali il tipo di particella e la quantità di energia che viene persa o guadagnata.
Le aurore a bassa latitudine pare siano correlate alla corrente ad anello, una corrente a forma fatta di particelle cariche intrappolate all’interno della magnetosfera terrestre. Questa circonda l’equatore e una tempesta geomagnetica energizza gli atomi neutri energetici – gli Ena – nell’anello, causando il bagliore aurorale a bassa latitudine. Tuttavia, gli scienziati pensano che a interferire sia anche qualcos’altro. Credono che gli ioni di azoto siano stati accelerati verso l’alto, ma non sanno come questo possa essere avvenuto.
“Con l’aumento dell’attività solare nei prossimi anni” si potrà studiare un fenomeno atmosferico che al momento è ancora sconosciuto, ma che potrebbe spiegare la formazione l’aurora boreale blu.