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CURIOSITÀ 27 DICEMBRE 2024

Il mistero dell’asteroide chimera: cos’è davvero Chirone

Matteo Polimeni

Matteo Polimeni

Editor e videomaker

Editor e videomaker con l’anima da storyteller. Mi muovo tra design, arte e architettura, giocando con la comunicazione.

Un recente studio condotto da un team internazionale di astronomi ha gettato nuova luce su Chirone, uno dei corpi celesti più enigmatici del Sistema Solare. Situato tra le orbite di Saturno e Urano, Chirone ha suscitato grande interesse grazie alle sue caratteristiche uniche: il corpo celeste è, infatti, a metà strada tra un asteroide e una cometa. Con l’aiuto del telescopio spaziale James Webb, gli scienziati sono riusciti per la prima volta a rivelare la composizione chimica della sua superficie e della sua chioma, evidenziando la presenza di ghiacci e numerose sostanze gassose. Lo studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysics, offre nuove prospettive per comprendere meglio l’evoluzione del Sistema Solare e i processi che hanno modellato questi corpi celesti.

Cos’è Chirone, asteroide centauro o cometa?

Chirone, ufficialmente denominato (2060 Chiron), è stato scoperto nel 1977 dall’astronomo Charles Kowal, che lo individuò tramite il telescopio Schmidt dell’Osservatorio di Monte Palomar, in California. Inizialmente il corpo celeste era stato catalogato come asteroide, ma la sua orbita eccentrica e le sue dimensioni – circa 200 km di diametro – hanno presto suggerito una natura più complessa. Chirone è infatti il prototipo della classe degli asteroidi centauri, ovvero oggetti che si muovono su orbite caotiche tra Giove e Nettuno. Negli anni ’80 però gli esperti scoprirono una chioma cometaria attorno a Chirone. Questa nuova informazione ha aggiunto un ulteriore elemento di mistero, confermandolo come una delle comete periodiche più massicce mai conosciute.

Il nome di Chirone deriva dalla mitologia greca: il centauro Chirone, noto per la sua duplice natura umana e animale, riflette simbolicamente la doppia natura di questo corpo celeste, a metà tra asteroide e cometa. L’orbita cronosecante di Chirone, che lo porta periodicamente a intersecare quella di Saturno, subisce continui cambiamenti dovuti all’interazione gravitazionale con i giganti gassosi, rendendola altamente instabile e difficile da prevedere.

La strana chimica di Chirone: la scoperta

Tornando nel presente, l’utilizzo del James Webb Space Telescope ha permesso agli scienziati di esplorare dettagliatamente la superficie e la chioma di Chirone, rivelandone una chimica sorprendente. A differenza di altri centauri, Chirone mostra ghiacci sia di monossido che di diossido di carbonio sulla superficie, oltre a gas di metano e diossido di carbonio nella chioma. Questa combinazione unica lo distingue nettamente dagli altri membri della sua classe e offre indizi preziosi sulle sue origini e sull’interazione con l’ambiente spaziale.

Secondo Noemí Pinilla-Alonso, prima autrice dello studio, la possibilità di osservare sia la superficie che la chioma consente di ottenere informazioni uniche sulla composizione e sulla struttura dei ghiacci. Alcuni di essi, come il metano e l’acqua, potrebbero risalire alla nebulosa primordiale da cui si è formato il Sistema Solare, mentre altri, come l’etano e l’acetilene, potrebbero essersi formati in seguito, attraverso processi chimici indotti dall’irraggiamento solare.

La particolarità di Chirone poi sta nella sua attività come anche cometa: insolita perché attiva attiva anche in punti lontani dal Sole, dove altri corpi simili come gli oggetti transnettuniani rimangono in stato di quiete.

La sua chioma più sottile rispetto a quella delle comete tradizionali, offre una finestra privilegiata sulla chimica della sua superficie e sul suo interno. Questa scoperta non solo amplia la nostra comprensione dei centauri, ma suggerisce che questi oggetti ibridi possano essere fondamentali per svelare i segreti del passato del Sistema Solare. Chirone, con la sua attività dinamica e la straordinaria chimica, rappresenta una finestra unica su un’epoca remota, permettendoci di studiare come i corpi celesti si siano evoluti nel tempo e abbiano interagito con il Sole e con gli altri giganti gassosi.

Per il futuro, gli astronomi pianificano di osservare nuovamente Chirone quando si troverà più vicino alla Terra, con l’obiettivo di approfondire ulteriormente la sua composizione e le sue straordinarie caratteristiche chimiche e fisiche.

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