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CURIOSITÀ 18 NOVEMBRE 2024

Allarme sui selfie: distorcono la nostra percezione della realtà

Pasquale Barillà

Pasquale Barillà

Editor e videomaker

Da diversi anni faccio parte del mondo della produzione video: ho iniziato creando un prodotto a 360 gradi per poi specializzarmi nel montaggio video da remoto. Le passioni per la musica e l’insegnamento giocano un ruolo chiave nella creazione dei miei contenuti e nella stesura dei miei articoli.

I selfie sono ormai diventati una parte integrante della nostra vita. Scattare una foto a noi stessi e condividerla sui social è ormai un atto automatico per milioni di persone. Ma se da una parte i selfie possono sembrare innocui, dall’altra stanno lentamente cambiando il nostro modo di percepire noi stessi e il nostro corpo. Alcuni studi scientifici hanno rivelato effetti allarmanti legati a questa pratica sempre più diffusa, in particolare per quanto riguarda la percezione del nostro aspetto fisico. I selfie non solo alterano la nostra immagine, ma possono anche condurre a problematiche psicologiche, come la dismorfia da selfie.

Lo studio scientifico contro i selfie: a cosa stare attenti

Secondo uno studio condotto da Flávio Souza nel 2015, l’utilizzo dei selfie è aumentato in modo esponenziale tra il 2012 e il 2014, con un incremento di 900 volte. Da allora questo numero è cresciuto ulteriormente e i selfie sono ormai onnipresenti su tutte le piattaforme social.

Uno degli aspetti principali che i ricercatori evidenziano è la distorsione della realtà causata dalla fotocamera dello smartphone. A differenza di una fotografia scattata da un’altra persona con una macchina fotografica tradizionale, i selfie sono scattati da una fotocamera con un obiettivo grandangolare, che tende a distorcere le proporzioni. Quando ci scattiamo un selfie la fotocamera è molto vicina al nostro viso, il che fa sembrare esageratamente grandi alcune caratteristiche, come il naso o il mento, mentre quelle più lontane, come le orecchie, appaiono più piccole. Questo fenomeno di “distorsione prospettica” è inevitabile e può farci sembrare diversi da come ci vediamo nello specchio.

Inoltre, il software dei social media applica spesso filtri che alterano ulteriormente la nostra immagine, facendo sembrare la pelle più liscia, il viso più sottile e gli occhi più grandi. Molti utenti, specialmente giovani, si abituano così tanto a questa versione modificata di sé da perdere il senso di quale sia realmente il loro aspetto. Quando l’immagine che vediamo sui social non corrisponde a quella che vediamo nello specchio, può nascere una certa frustrazione, alimentando il desiderio di sembrare “perfetti” in ogni foto.

Cos’è la selfie dysmorphia e perché può essere dannosa

Il fenomeno della “selfie dysmorphia” o dismorfia da selfie si sta diffondendo a causa dell’uso quotidiano di filtri e app di editing. Si tratta di una condizione in cui una persona non riesce più a distinguere la propria immagine reale da quella che appare sui social. In pratica la persona si abitua talmente tanto a vedersi modificata digitalmente da non riconoscersi più nel proprio riflesso reale.

La selfie dysmorphia può avere conseguenze devastanti sulla salute mentale. I disturbi legati all’immagine corporea, come il disturbo da dismorfismo corporeo, sono tra i più comuni. Chi ne soffre è ossessionato da un presunto difetto fisico, che spesso è del tutto inesistente o irrilevante. La percezione distorta del proprio corpo, amplificata dall’uso di filtri, può anche portare a una riduzione dell’autostima e a disturbi psicologici come ansia, depressione e disturbi alimentari.

Le conseguenze di questo fenomeno sono particolarmente gravi tra i più giovani, che sono maggiormente influenzati dalle immagini che vedono sui social. L’esposizione quotidiana a modelli di bellezza irrealistici e modificati crea una pressione sociale che può minare la fiducia in se stessi e la serenità psicologica. Secondo una ricerca dell’Università di Warwick, le persone sono in grado di distinguere tra immagini reali e modificate solo nel 62% dei casi, un dato che sottolinea quanto sia facile cadere nella trappola di una bellezza digitale fittizia.

Inoltre, il meccanismo di rinforzo positivo legato ai “like” sui social media alimenta ulteriormente il bisogno di convalidare il nostro aspetto attraverso l’immagine digitale. Ogni “mi piace” ricevuto stimola la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore che regola il piacere, spingendoci a postare sempre più foto modificate per ottenere nuove convalide esterne.

L’aspetto più preoccupante di questo fenomeno è che molte persone, in particolare tra i giovani, si rivolgono alla chirurgia estetica per cercare di somigliare sempre di più alle immagini perfette viste online. Secondo una ricerca dell’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery, il numero di persone che si sottopongono a interventi di chirurgia estetica per migliorare il proprio aspetto sui selfie è in costante aumento. Mentre scattiamo il nostro selfie sotto il sole, con il bastone per il selfie che allunga la nostra figura, dobbiamo ricordarci che la vera bellezza non ha bisogno di distorsioni digitali per essere apprezzata.

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