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Zelensky accusa gli alleati dopo la strage di Sumy e chiede nuove armi per la guerra tra Ucraina e Russia

Dopo la strage a Sumy, Zelensky accusa la Russia di terrorismo e chiede agli alleati più armi e pressioni: “Così la guerra non finirà mai”

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La strage di Sumy non è stata solo l’ennesima tragedia della guerra tra Ucraina e Russia. Per il presidente Volodymyr Zelensky, rappresenta il punto di svolta. In un messaggio serale, ha accusato gli alleati occidentali di non fare abbastanza. Parole dure, rivolte a Stati Uniti ed Europa, accompagnate dalla richiesta di un sostegno militare concreto e di una pressione più incisiva su Mosca.

Strage di Sumy, l’appello di Zelensky agli alleati

A poche ore dall’attacco che il 13 aprile ha colpito la città di Sumy, uccidendo decine di civili, il presidente ucraino Zelensky ha diffuso un messaggio sui social. Come riporta Ansa, pur ringraziando per la solidarietà internazionale, ha puntato il dito contro l’immobilismo occidentale, lamentando l’assenza di una pressione adeguata sulla Russia.

Nel suo intervento, ha dichiarato che i colloqui diplomatici non bastano più e che la guerra continuerà finché Mosca non sarà realmente isolata.

sumyFonte foto: ANSA

Fiamme e distruzione a Sumy

Ha definito l’attacco un atto deliberato, pensato per seminare il terrore anche in un giorno sacro come la Domenica delle Palme, chiedendo alla comunità internazionale di passare dalle parole ai fatti.

La reazione di Usa ed Europa

La risposta internazionale all’attacco di Sumy è stata compatta. Da Bruxelles a Washington, i leader hanno condannato l’azione russa ma, stando alle parole di Zelensky, le forniture militari promesse tardano ad arrivare. Anche l’amministrazione Trump, sinora incline al dialogo con il Cremlino, si è detta “sconvolta”, ma senza annunciare nuovi impegni concreti.

Il presidente ucraino teme che questa fase di stallo finisca per favorire la Russia, che continua a colpire anche obiettivi civili.

Da settimane Kiev chiede il rafforzamento della difesa aerea, nuovi sistemi antiaerei e una linea rossa chiara per impedire ulteriori massacri.

Il nodo del backstop

Nel messaggio di Zelensky c’è un riferimento implicito ma chiaro: gli Stati Uniti non stanno ancora garantendo quell’ombrello di sicurezza promesso. Il cosiddetto “backstop”, ovvero l’impegno a non lasciare sola l’Ucraina, è ancora oggetto di negoziati tra le diplomazie. Intanto i raid russi continuano, mentre i piani militari della coalizione restano bloccati.

Secondo fonti diplomatiche citate da diversi media, a Londra e Parigi ci sarebbe già un piano per garantire la tregua con forze sul terreno.

Ma senza una posizione netta da parte degli USA, nulla si muove. La posizione di Zelensky è chiara: se l’Occidente non agirà con decisione, l’Ucraina rischia di pagare un prezzo sempre più alto.

zelensky-sumy-ucraina Fonte foto: ANSA
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