Terzo mandato, De Luca deluso dalla sentenza della Consulta: perché la legge della Campania è incostituzionale
Niente terzo mandato per Vincenzo De Luca in Campania: "Tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti"
Vincenzo De Luca non potrà ricandidarsi per la terza volta consecutiva a governatore della Campania. La Consulta, infatti, ha dichiarato incostituzionale la legge regionale che gli avrebbe consentito di tentare un terzo mandato di fila. “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti”, ha commentato l’attuale presidente campano.
- Perché la legge della Campania è incostituzionale
- Il limite del terzo mandato
- La versione degli avvocati di De Luca
- Il commento di De Luca
- L'ipotesi Zaia e la reazione del Pd
Perché la legge della Campania è incostituzionale
Per la Corte Costituzionale la legge campana viola “l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica”.
Il divieto del terzo mandato consecutivo, secondo la Consulta, “opera per tutte le Regioni ordinarie dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale”.
Fonte foto: IPA
Il presidente della Campania Vincenzo De Luca
Contro la legge aveva fatto ricorso il governo a favore del vincolo dei due mandati consecutivi introdotto dalla legge n. 165 del 2004.
Il limite del terzo mandato
“Esiste chiarezza del dato normativo” per cui è evidente che la legge statale stabilisce “il divieto o limite del terzo mandato” e pertanto se un presidente di Regione “ha conseguito due mandati consecutivi non può concorrere a una terza elezione”, ha sottolineato l’ Avvocato dello Stato Ruggero Di Martino.
Secondo l’Avvocato dello Stato Eugenio De Bonis “il principio di democraticità richiede anche la tutela del fisiologico ricambio” della leadership politica al governo delle Regioni e “il limite del terzo mandato pone un freno al prolungarsi dell’esercizio di potere da parte della stessa persona”.
La versione degli avvocati di De Luca
I legali di De Luca, invece, hanno osservato che “solo lo Statuto regionale siciliano è l’unica norma di livello costituzionale esistente nel nostro ordinamento che indica il limite dei due mandati”.
Si tratta, dunque, di un “punto di riferimento che non può essere dimenticato”, perché esplicita che il tema dei paletti al mandato “non attiene la materia elettorale, ma quello della forma di governo regionale” che è un terreno sul quale “va lasciata mano libera alle Regioni”.
Secondo loro, la legge 165 deve essere recepita da una apposita normativa regionale.
Il commento di De Luca
La reazione di Vincenzo De Luca è arrivata via social. “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti”, ha scritto.
Il governatore ha poi aggiunto: “La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti“.
L’ipotesi Zaia e la reazione del Pd
La sentenza che boccia la legge regionale campana sul terzo mandato ha un respiro ampio ed è di carattere nazionale, non solo locale. Intanto la decisione della Consulta chiude anche la porta ad un ulteriore possibile mandato per il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Il Pd nazionale, che da mesi si dice contrario a un De Luca ter a prescindere dalla Consulta, accoglie con sollievo la decisione della Corte che evita il rischio di un De Luca candidato presidente contro il centrosinistra.
