Papa Francesco cambia le regole per le offerte per le messe, stretta sui preti dal Vaticano: "Troppi abusi"
I fedeli chiedono ai sacerdoti di celebrare messe con intenzioni particolari e lasciano offerte: Papa Francesco chiede alle parrocchie di non cumulare
Una nuova stretta arriva dal Vaticano, con il via libera di Papa Francesco. Il Dicastero per il Clero, infatti, ha emanato un decreto con il quale si vuole porre un freno ai troppi abusi che si verificano nelle offerte per le messe. A partire dal giorno di Pasqua verranno limitate le possibilità di accumulare le intenzioni senza avvertire i fedeli o trattenere tutte le donazioni.
- Il decreto per eliminare alcuni abusi
- I sacerdoti non devono domandare nulla
- Offerte, messe e intenzioni: cosa cambia
Il decreto per eliminare alcuni abusi
Il decreto, voluto da Papa Francesco ed emanato per eliminare “talune prassi che, abusivamente, si sono verificate in vari luoghi” entrerà in vigore il 20 aprile, la Domenica di Pasqua.
Da dove nasce l’esigenza di un decreto? I fedeli chiedono ai sacerdoti di celebrare messe con intenzioni particolari e per questo lasciano un’offerta. E allora il Vaticano chiede alle parrocchie di cercare di non cumulare, per quanto possibile, più richieste in un’unica messa, ma di dedicare ad ogni intenzione una singola celebrazione.
Fonte foto: IPA
Papa Francesco
E nel caso in cui questo non fosse possibile (ad esempio a causa della carenza di sacerdoti e dunque anche di messe) in ogni caso il prete potrà trattenere una sola delle offerte ricevute e dare il resto alle “parrocchie in stato di necessità“, “specialmente nei paesi di missione”.
I sacerdoti non devono domandare nulla
Il decreto vaticano è stato firmato dal cardinale prefetto Lazzaro You Heung sik. Nel decreto si ribadisce che per i sacramenti, dai battesimi ai matrimoni, passando per le prime comunioni, il sacerdote “oltre alle offerte determinate dalla competente autorità”, non deve domandare nulla, “evitando sempre che i più bisognosi siano privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà“.
In questo caso l’offerta dovrebbe essere dunque solo a discrezione dei fedeli.
“La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”, si legge nel documento che rilancia al proposito queste parole di Papa Francesco contenute nella Evangelii Gaudium del 2013.
Offerte, messe e intenzioni: cosa cambia
Resta poi da chiarire che non vi sia nessuna demonizzazione dell’obolo in sé che, anzi, “non solo è approvato dalla Chiesa, ma da essa è anche promosso”, perché consente ai fedeli di “unirsi più strettamente al Sacrificio Eucaristico aggiungendovi un sacrificio proprio e collaborando alle necessità della Chiesa e, in particolare, contribuendo al mantenimento dei suoi sacri ministri”.
Il problema sono, infatti, “talune prassi che, abusivamente, si sono verificate”. L’elenco dei nomi di parenti scomparsi per i quali si celebra la messa, per esempio, spesso è talmente lungo da occupare diversi minuti della celebrazione, quando invece “è stato più volte espresso il divieto di applicare una sola messa per più intenzioni, per le quali sono state accettate rispettivamente più offerte“.
Questo da ora in poi si potrà fare solo se “tutti gli offerenti ne siano stati informati e liberamente abbiano acconsentito“. E in ogni caso i soldi in più messi nella cassetta delle offerte andranno ai missionari.
