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POLITICA ESTERA

La Cina non ha detto che JD Vance è "ignorante e maleducato", quali sono state le vere parole di Lin Jian

Il vicepresidente JD Vance aveva parlato di "contadini cinesi" in un'intervista sui dazi. La risposta di Pechino: "parole ignoranti e maleducate"

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Schermaglie a distanza fra la Cina e gli Stati Uniti: il portavoce degli Esteri Lin Jian ha definito “ignoranti e maleducate” le parole del vicepresidente JD Vance, che in un’intervista aveva affermato che gli Stati Uniti prendono soldi in prestito dai “contadini cinesi” per poi comprare da loro i prodotti agricoli. Sullo sfondo, la battaglia dei dazi fra le due superpotenze.

La Cina risponde alle parole di JD Vance

Durante una conferenza stampa tenutasi martedì 8 aprile, Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri della Cina, ha espresso disappunto per le affermazioni rilasciate dal vicepresidente americano JD Vance, definendo la sua uscita “sorprendente e triste”.

Lin non ha detto di Vance che è “ignorante” e “maleducato” in modo diretto, come un’affrettata traduzione avrebbe potuto suggerire. Tuttavia, il portavoce ha usato proprio questi attributi per definire le parole espresse dal vicepresidente.


Il vicepresidente americano James David Vance

“La posizione della Cina sulle relazioni economiche e commerciali con gli Stati Uniti è stata esposta molto chiaramente” ha dichiarato Lin Jian. “È sorprendente e triste sentire parole così ignoranti e maleducate da questo vicepresidente”.

Cosa aveva detto Vance sulla Cina

La replica del portavoce cinese è arrivata dopo un recente intervento di JD Vance a Fox News, in cui aveva espresso il suo sostegno ai dazi imposti da Donald Trump, attualmente al centro dello scontro economico tra Washington e Pechino.

Il vicepresidente aveva affermato, in sintesi, che gli Stati Uniti si indebitano con i “contadini cinesi” per acquistare ciò che loro stessi producono.

“Cosa ha ottenuto l’economia globalista negli Stati Uniti d’America? Incorrere in un’enorme quantità di debito per comprare cose che altri Paesi fanno per noi” aveva spiegato il vicepresidente Usa. Parole che avevano immediatamente provocato un’ondata di critiche da parte degli organi di stampa e sui social cinesi, come riportato da CNN e BBC.

La guerra dei dazi fra Usa e Cina

La Cina è uno dei principali creditori del debito americano. Lunedì 7 aprile Trump ha intimato a Pechino di rimuovere il dazio del 34%, pena l’introduzione di una nuova imposta del 50% su beni cinesi.

L’azione porterebbe le merci importate dalla Cina a essere soggette a un’imposizione complessiva del 104%, sommando il nuovo balzello ai precedenti del 20% e del 34%.

Pechino ha risposto in tono duro, dichiarando che non cederà alle pressioni e definendo l’approccio americano “una forma di prepotenza”.

Fonte foto: ANSA

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