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Clizia Incorvaia nei guai per la denuncia di Francesco Sarcina, rinviata a giudizio per le foto della figlia

Avrebbe usato le immagini della figlia minorenne a scopi commerciali: Clizia Incorvaia denunciata dall’ex marito Francesco Sarcina

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Francesco Sarcina, musicista frontman delle Vibrazioni, ha denunciato l’ex moglie Clizia Incorvaia. L’influencer è accusata dall’ex marito di aver utilizzato le foto della figlia minorenne per fini commerciali, senza previo consenso del padre. Incorvaia è stata rinviata a giudizio, decisivo è stato un sms in cui rivela le finalità di lucro.

La denuncia di Francesco Sarcina

Francesco Sarcina ha sporto denuncia per sfruttamento dell’immagine della figlia minorenne a fini commerciali.

Sotto accusa è l’ex moglie Clizia Incorvaia, nota influencer, le cui pubblicazioni social sono state messe al vaglio dagli inquirenti.

Clizia Incorvaia e Francesco SarcinaFonte foto: IPA
Clizia Incorvaia e Francesco Sarcina nel 2014

Stando a quanto riportato da Repubblica, la pm Alessia Miele addebiterebbe a Incorvaia la diffusione, senza consenso del padre, della figlia minorenne Nina in almeno cinque contesti pubblicitari.

I post dell’influencer si porrebbero “in palese violazione degli impegni assunti in sede di separazione dall’ex coniuge Sarcina, e al fine di trarre profitto per sé e per gli altri”.

Clizia Incorvaia rinviata a giudizio

A seguito della denuncia dell’ex marito, Clizia Incorvaia, oggi al fianco di Paolo Ciavarro, figlio di Eleonora Giorgi, sarà rinviata a giudizio.

Decisivo per la decisione del pm del rinvio a giudizio è stato un sms utilizzato da Sarcina come prova e integrato nella prima denuncia.

Alla richiesta del musicista di smettere di pubblicare sul web foto della figlia, Incorvaia avrebbe confessato l’utilizzo commerciale.

“Io li campo grazie ai brand di moda e pago la scuola, vestiti, etc.”: così aveva scritto l’influencer per giustificarsi.

La proposta di legge contro lo sharenting

Il fenomeno di cui anche Clizia Incorvaia è rappresentante prende il nome di sharenting. L’azione, cioè, di sfruttare l’immagine dei figli per guadagni e engagement sui social.

Contro lo sharenting si pone la proposta di legge dal titolo “Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni”.

La pdl, presentata alla Camera dei deputati da Alleanza Verdi-Sinistra, si compone di tre articoli volti a tutelare la privacy dei bambini.

L’introduzione dell’obbligo di informare l’AGCOM con una dichiarazione firmata da entrambi i genitori.

Il versamento di eventuali introiti in un conto bancario intestato al minore e al quale solo lui potrà accedere raggiunta la maggiore età.

Infine, al compimento dei 14 anni, il diritto all’oblio, ovvero la possibilità di richiedere la rimozione di tutti i contenuti digitali di cui è protagonista.

clizia-incorvaia-e-francesco-sarcina-2 Fonte foto: IPA
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