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CRONACA NERA

Sentenza sull'omicidio di Saman Abbas, ergastolo ai cugini e condanna confermata ai genitori in Appello

Per l'omicidio di Saman Abbas, la sentenza conferma l’ergastolo per genitori e cugini. Sale a 22 anni la pena dello zio della giovane uccisa nel 2021

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

La sentenza sul caso di Saman Abbas ha confermato il coinvolgimento di tutta la famiglia nell’omicidio. La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha infatti stabilito l’ergastolo per i due cugini, Noman Hulhaq e Ikram Ijaz, e i genitori della giovane, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen. La pena dello zio Danish Hasnain è stata innalzata da 14 a 22 anni.

Omicidio Saman Abbas, la sentenza

La madre, il padre, i due cugini e lo zio sono tutti responsabili dell’omicidio di Saman Abbas. La conferma è arrivata dalla sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta da Domenico Stigliano.

L’ergastolo è stato confermato per Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori della ragazza. Identica pena per i due cugini Noman Hulhaq e Ikram Ijazm che erano stati inizialmente assolti.


Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas

Alle loro responsabilità si aggiunge quella dello zio Danish Hasnain, che si vede ora inasprire la pena, da 14 a 22 anni. Riconosciute le aggravanti di premeditazione e futili motivi.

La richiesta di 5 ergastoli

Sebbene la pena dello zio sia stata innalzata, la richiesta della Procura generale di Bologna era dell’ergastolo per tutti e cinque i familiari di Saman Abbas, con la convinzione che la giovane fosse stata “condannata a morte” dall’intero nucleo familiare.

La pg Silvia Marzocchi auspicava una sentenza che riconoscesse Saman come vittima di un’azione barbara. In primo grado, i genitori erano stati condannati all’ergastolo (ma assolti per la soppressione del cadavere), lo zio a 14 anni, mentre i cugini erano stati assolti.

La 18enne pachistana fu uccisa tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. I suoi resti sono stati ritrovati solo nel novembre 2022, mesi dopo l’inizio delle indagini.

Il ruolo del fratello di Saman Abbas

Secondo la Procura, invece, il fratello di Saman Abbas è da considerarsi un testimone attendibile. Ali Heider non ha mai contraddetto sé stesso sui fatti essenziali e non avrebbe avuto motivi personali per accusare la propria famiglia.

La pm Silvia Marzocchi ha espresso critiche nei confronti della sentenza di primo grado per aver escluso la premeditazione, sostenendo che in questo modo si è attribuito al ragazzo un ruolo ingiusto, ovvero quello di innescare la lite da cui sarebbe poi derivato il delitto.

Per l’accusa, il fratello – appena sedicenne all’epoca dei fatti – non era consapevole del piano e si è ritrovato coinvolto in una situazione familiare difficile, abbandonato dai genitori in Italia e costretto a fuggire in clandestinità.

Dopo la scomparsa di Saman, i parenti avrebbero insistito affinché mentisse, dichiarasse che fosse ancora viva e proteggesse i colpevoli.

Fonte foto: ANSA

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