Giorgia Meloni continua a dire di non essere preoccupata per i dazi Usa di Trump: cosa potrebbe esserci sotto
I dazi di Trump sconvolgono i mercati, ma Meloni minimizza. L’UE resta compatta, ma cresce il dibattito su una trattativa privata con gli USA
L’ondata di dazi annunciata da Donald Trump ha sconvolto l’economia mondiale e provocato un vero e proprio shock in tutti i mercati, compreso quello di Wall Street. Le Borse, anche quella italiana, sono crollate, ma nonostante questo Giorgia Meloni ha minimizzato il tutto. Secondo la premier, che si dice “ovviamente preoccupata”, l’aumento delle tariffe non è “la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni”. I rapporti con l’amministrazione Trump sono buoni e c’è chi sospetta che la presidente del Consiglio possa trattare privatamente con gli Usa. Lo stesso segretario del Commercio americano, Howard Lutnick, ha invitato Meloni a telefonare. Tutto queste mentre gli esperti concordano su una cosa: l’Ue, per venirne fuori, deve restare compatta e trattare come soggetto unico.
- Per Giorgia Meloni i dazi Usa non sono una "catastrofe"
- Il contrasto con gli altri leader Ue
- I rischi della trattativa privata
Per Giorgia Meloni i dazi Usa non sono una “catastrofe”
A margine della visita sull’Amerigo Vespucci a Ortona, in provincia di Chieti, Giorgia Meloni ha rilasciato ai giornalisti alcune dichiarazioni sui dazi Usa.
Queste le parole della premier:
“Sono ovviamente preoccupata, è un problema che va risolto. Non ne farei la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni che mi preoccupa paradossalmente più del fatto in sé. Parliamo di un mercato importante, quello Usa, che vale circa il 10% della nostra esportazione. Non smetteremo di esportare negli Usa, ma attenzione all’allarmismo che sto vedendo in queste ore”.
Il contrasto con gli altri leader Ue
Toni sicuramente più miti rispetto a quelli usati dagli altri leader dell’Unione europea.
A partire dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha definito l’annuncio di Trump “un duro colpo per l’economia”, a cui l’Ue “risponderà con fermezza”, confermando di fatto come stia preparando dazi di ritorsione su prodotti Usa.
Emmanuel Macron, presidente della Francia, ha alzato i toni parlando di dazi “brutali e infondati”.

Pedro Sanchez, premier della Spagna, li ha descritti come un attacco unilaterale ai sistemi commerciali globali.
Donald Tusk, primo ministro della Polonia, ha parlato di “errore completo”.
I rischi della trattativa privata
Giorgia Meloni ha ottimi rapporti con Trump e non manca chi ipotizza che possa approfittarne per stringere accordi convenienti.
Al momento, come spiegato da Howard Lutnick al Corriere della Sera, gli Usa stanno negoziando solo con l’Ue e non con i singoli Paesi, ma se Meloni “vuole telefonare al presidente non ci sono ragioni per non farlo”.
E ancora: “Ciò che può fare l’Europa è togliere i dazi e le altre barriere non tariffarie al commercio che sono molto peggio dei dazi. Solo allora il presidente Trump farà un accordo con ciascuno, quando e solo se i Paesi che ci hanno sfruttato cambiano davvero il loro approccio”.
Secondo l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI), i 27 Paesi Ue devono restare compatti, senza cedere ai tentativi di divisione del tycoon: questo perché, sostiene Matteo Villa, “nessuno di loro avrebbe più peso negoziale di quanto ne avrebbero messi insieme”.
Di fatto è lo stesso pensiero di Barbara Cimmino, vicepresidente di Confindustria, che a Repubblica ha sottolineato l’importanza di arrivare al tavolo “per prima cosa con una voce unica, fughe in avanti dei singoli Paesi sarebbero pericolose, con Trump l’amicizia conta poco“.
