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Calciatori indagati per scommesse illegali, il ruolo di Fagioli e Tonali e le chat per trovare nuovi giocatori

Nuovi dettagli sui calciatori indagati per scommesse illegali: chiarito anche il ruolo di Fagioli e Tonali che puntavano e invogliavano colleghi a farlo

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Emergono nuovi dettagli sui calciatori indagati per scommesse illegali e sui ruoli che avevano giocatori come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, due tra quelli più volte citati e presenti nelle intercettazioni e nelle chat al vaglio della procura di Milano. In alcune di esse si scopre come questi lavoravano, insieme agli allibratori, per trovare nuovi colleghi da iniziare al mondo delle scommesse.

Calciatori indagati per scommesse illegali: le ultime

Si allarga a macchia d’olio l’indagine della procura di Milano sui calciatori di Serie A e della Nazionale coinvolti in scommesse su piattaforme illegali.

Gli atti raccolti raccontano tanto delle abitudini di giocatori come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, assidui scommettitori, e dei loro colleghi che spesso cercavano di invogliare a scommettere per allargare un giro che sarebbe stato gestito da un amico dell’ex Juventus, ora alla Fiorentina, l’allibratore Tommaso De Giacomo.

Alcuni dei calciatori coinvolti nel giro delle scommesse

Il ruolo di Nicolò Fagioli

Tra i calciatori coinvolti – e tra quelli più attivi nel mondo parallelo al calcio delle scommesse – c’erano Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. I due, nell’ottobre del 2023, sono stati squalificati per il loro coinvolgimento in un giro di scommesse sportive illecite su partite di calcio rispettivamente per 12 e 18 mesi. Entrambi, in quel periodo dall’estate 2021 all’ottobre 2023, cercavano attivamente di portare quanti più colleghi possibili nel giro delle scommesse illecite.

In alcune conversazioni col suo amico allibratore De Giacomo e spinto dall’aver contratto grossi debiti, Fagioli affermava di star cercando di convincere Nicolò Zaniolo a diventare un “cliente” di De Giacomo. Sforzo questo che lo stesso diceva di voler premiare in futuro con un 10% qualora fosse riuscito a “catturarlo bene come cliente”. Non solo l’ex giocatore della Roma, Fagioli affermava di aver tentato di convincere anche i compagni della Juve Pinsoglio e Gatti che però, secondo l’allibratore, avrebbero scommesso troppo poco. Come da lui confermato agli investigatori, Fagioli scommetteva “praticamente tutti i giorni sul calcio, sul casinò, e soprattutto sul tennis. Gli organizzatori dei siti mi avevano proposto di riconoscermi un qualche vantaggio se avessi portato altri scommettitori, ma non volevo assolutamente guadagnare sugli amici”, aveva detto.

Fagioli quindi spingeva i suoi colleghi affinché non cambiassero piattaforma per le loro scommesse ma usassero quelle di De Giacomo. I tentativi di Fagioli portarono anche alcuni giocatori come Perin a informarsi sul motivo per il quale il suo compagno di squadra spingesse tanto per non passare su altre piattaforme più vantaggiose per le commissioni. Lo stesso portiere diceva: “Ora ho chiesto a dove giocavo in lockdown. Dove c’erano Pjanic, Diego Costa, Lamela, Totti, Savic, Ronaldo fenomeno, Izzo e tanti altri. Vediamo se ci trattano meglio. Ora scopriamo la polvere sotto il tappeto dai, si svelano gli altarini mi puzza ’sta cosa”. Tutti i giocatori citati non sono comunque indagati in questa inchiesta.

L’ammissione di Sandro Tonali

Come Fagioli ma con più discrezione, anche Tonali provava a coinvolgere suoi compagni. Sarebbe stato lui infatti a portare Florenzi (chiamato “Italia”) nel giro.

L’ex centrocampista del Milan aveva confessato come fosse arrivato a scommettere anche 150 mila euro in un mese e ad avere debiti di 500 mila euro. “Scommettevo sia sul casinò online sia su ogni altro tipo di sport, anche sulle partite della mia squadra e in alcuni casi in partite nelle quali stavo giocando, ma non me le sono mai vendute”, aveva confessato.

Queste piattaforme illegali – spiegava l’attuale calciatore del Newcastle – venivano scelte in quanto garantivano l’anonimato, non ponevano limiti al denaro che vi si poteva investire e concedevano credito.

Gli altri calciatori coinvolti

Ma erano tanti, come detto, i calciatori coinvolti nel giro. Da Zaniolo a Bellanova – quest’ultimo scommetteva a notte inoltrata sulle partite della Nba e anche 20mila euro su una partita di tennis – da McKennie a Ricci. I calciatori ludopatici spendevano insomma milioni di euro su siti di scommesse clandestine e nelle poker room virtuali dove giravano piatti da centinaia di migliaia di euro. E non solo giocatori. C’è anche un arbitro coinvolto: si tratta di Pietro Marinoni, 29 anni, lodigiano, direttore di gara di calcio dilettantistico, poi sospeso. Avrebbe iniziato lui Tonali alle scommesse e avrebbe avuto il compito di raccogliere i contanti che servivano per coprire i debiti e per consegnarli poi a De Giacomo.

Una situazione pericolosa e che ruotava attorno a persone pericolose. A rendersene conto sono gli stessi calciatori. Zaniolo infatti racconta di non aver mai ricevuto minacce esplicite per i suoi debiti da parte di De Giacomo ma come, una volta, a una richiesta di pagamento posticipata, l’allibratore si fosse alterato. “Ammetto che ero preoccupato. Sapevo che avevo giocato su piattaforme illecite e dietro potevano esserci persone pericolose”, aveva detto.

Il sistema era ormai collaudato e prevedeva diversi modi per saldare i debiti. Si poteva farlo in contanti oppure con ricariche PostePay intestate a prestanome, con prestiti o aiuti da amici calciatori non coinvolti nelle scommesse o con il sistema della gioielleria Elysium Group di Milano. Qui venivano organizzate finte vendite di orologi che venivano pagato il doppio del loro valore senza in realtà essere davvero acquistati.

Il coinvolgimento di Paredes

Quelle delle poker room virtuali, anche a notte fonda, era insomma una sorta di abitudine per diversi calciatori di Serie A. Nelle carte si legge infatti di come nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2023, dopo una sconfitta per 5 a 1 a Napoli, il calciatore della Juventus, Leandro Paredes, fosse presente a un tavolo.

Quella per l’argentino era la prima volta, come sottolineato dal suo compagno di squadra Mattia Perin. “C’è un nuovo giocatore: Leandro Paredes. Diciamo che ha già vinto tanto sportivamente parlando… Quindi può perdere a poker”, diceva, presentandolo, tra le risate degli altri presenti.

Lo stesso Paredes, su Instagram, in queste ore ha voluto fare chiarezza sul proprio coinvolgimento nella vicenda. “In merito a quanto diffuso oggi da alcuni organi di stampa intendo chiarire che non ho mai effettuato scommesse di alcun tipo“, ha scritto il centrocampista della Roma.

Fonte foto: ANSA

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