Triplice omicidio di Monreale, sospetti su un gruppo di giovani di Palermo: una prima ricostruzione
I carabinieri stanno interrogando un gruppo di giovani per il triplice omicidio di Monreale, ma per il momento non ci sono indagati
I contorni sul triplice omicidio di Monreale (Palermo) sono ancora da definire. Secondo gli ultimi sviluppi, i carabinieri della stazione di Monreale starebbero interrogando alcuni giovani provenienti da Palermo, chi dal quartiere Zen e chi da Borgo Nuovo, con il sospetto di aver avuto un ruolo nella tragedia in cui hanno perso la vita tre ragazzi di Monreale.
Giovani palermitani sotto torchio
La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo sui tragici fatti di Monreale avvenuti nella notte tra sabato 26 e domenica 27 aprile e nei quali hanno perso la vita Andrea Miceli (26 anni), Massimo Pirozzo (26) e Salvatore Turdo (23).
Secondo un’indiscrezione pubblicata da Palermo Today e confermata da Ansa, i carabinieri di Monreale avrebbero messo sotto torchio alcuni giovani provenienti da Palermo, uno dei quali sarebbe un 19enne del quartiere Zen.
Palermo Today aggiunge che il gruppo sarebbe stato posto sotto interrogatorio per ore nella tarda serata di domenica 27 aprile. In un primo momento i militari hanno ascoltato un 19enne dello Zen e un ragazzo di Borgo Nuovo, ma nel corso del pomeriggio sarebbero stati ascoltati altri giovani dello stesso gruppo.
Per il momento gli inquirenti mantengono lo stretto riserbo sugli sviluppi delle indagini e sulle dinamiche della tragedia. A coordinare le indagini è il pubblico ministero Felice de Benedettiis.
Il triplice omicidio di Monreale
A fornire le prime ipotesi sulle dinamiche che hanno portato al triplice omicidio di Monreale è il Giornale di Sicilia. Secondo il quotidiano locale i fatti risalirebbero all’1 del mattino di domenica 27 aprile.
In quel momento le vittime Miceli, Pirozzo e Turdo si trovavano presso il locale Caffetteria 365 di Monreale per trascorrere la serata. Nelle stesse ore un gruppo di circa dieci giovani palermitani avrebbe cominciato ad aggirarsi tra i veicoli parcheggiati. Notati dagli avventori, tra questi ultimi e i ragazzi del capoluogo sarebbe volato qualche sguardo e qualche parola di troppo, fino allo scoppio della rissa.
Dopo un copioso lancio di sedie e tavolini, i palermitani si sarebbero allontanati a bordo dei loro motorini, ma avrebbero iniziato a girare intorno al locale. Infine, le esplosioni: il gruppo di fuoco avrebbe esploso dei colpi contro i giovani affrontati poco prima, colpendo a morte le vittime e ferendo altri due clienti.
Secondo Giornale di Sicilia il gruppo di giovani palermitani sarebbe partito alla volta di Monreale con le pistole semiautomatiche al seguito, le stesse poi utilizzate per uccidere e ferire. A sparare sarebbero state tre persone, ma si parla di una banda di almeno dieci elementi.
Il gesto eroico di Andrea Miceli
Secondo una ricostruzione dell’Adnkronos Andrea Miceli, prima di morire sotto i colpi del gruppo di fuoco, avrebbe tratto in salvo la fidanzata. Il 26enne, infatti, mentre era in corso la prima fase dell’aggressione – dunque la rissa – avrebbe accompagnato la ragazza all’auto consigliandole di non lasciare l’abitacolo.
Quindi sarebbe tornato al locale per soccorrere il cugino preso di mira dal gruppo, per poi cadere sotto i proiettili degli aggressori. Le indagini proseguono.