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Sciopero insegnanti venerdì 4 aprile, disagi per scuola e università: si ferma anche il personale ATA

Studenti e insegnanti contro il sistema attuale penalizzante. Le motivazioni dello sciopero di venerdì 4 aprile 2025 e in quali città avverranno le proteste

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Margot Grossi

GIORNALISTA

Giornalista Pubblicista, classe 1995. Laureata in Scienze della Comunicazione, prosegue gli studi in Informazione, Editoria e Giornalismo. Inizia scrivendo di Sport e colleziona qualche presenza in radio e negli studi televisivi in qualità di ospite. Collabora con diversi quotidiani nazionali e si occupa di Cronaca e Attualità, Esteri e Spettacolo.

Sciopero per scuola e università. Gli insegnanti e personale ATA si fermano. Gli studenti lanciano l’allarme rosso contro le mosse Valditara e l’UE e protestano contro gli armamenti scendendo in piazza.

Sciopero venerdì 4 aprile, si fermano insegnanti e personale scolastico

Venerdì 4 aprile USB Scuola sciopera contro il rinnovo contrattuale che porterebbe a “un impoverimento dei docenti e del personale ATA“. A lamentarsi non sono solo i sindacalisti USB, anche gli studenti si fanno sentire: “Contro il contratto, le armi, i nuovi programmi reazionari”.

Lo sciopero prevede la protesta “contro la chiamata diretta degli insegnanti di sostegno da parte delle famiglie, contro gli investimenti in armamenti che impediscono gli investimenti in scuola e istruzione e in ogni settore del servizio pubblico, contro la riforma degli istituti tecnici e professionali, le reazionarie linee guida per il primo ciclo, classiste e razziste, contro il mercimonio di titoli abilitanti, per l’assunzione dei precari in fascia delle GPS e dei vincitori e degli idonei dei concorsi banditi per rinvigorire la scuola pubblica statale”.

La protesta degli studenti: allarme rosso

Gli studenti del nostro Paese hanno lanciato l’allarme rosso contro il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per quanto riguarda la scuola e contro l’UE.

Il sindacato USB ha affermato di voler rispondere presente alla chiamata studentesca perché formare un’unione nelle lotte di lavoratori e studenti: “Solo così si può abbattere un sistema sempre più aberrante”.

Quando e dove avverrà la mobilitazione

Ecco tutti gli appuntamenti nelle città dove avverranno le proteste:

  • Roma ore 9.00 MUR, ore 10.00 MIUR;
  • Torino ore 9.30 Piazza 18 dicembre;
  • Milano ore 9.30 USR, ore 11 Prefettura.
  • Genova ore 9.00 Piazza De Ferrari;
  • Spezia ore 9.00 piazza Brini;
  • Bari ore 9.00 piazza Verdi;
  • Rimini ore 9.00 piazzale del Popolo;
  • Imola ore 9.00 Prato della Rocca;
  • Ravenna ore 7.30 piazza San Francesco;
  • Pisa ore 9.30 piazza dei Cavalieri;
  • Rieti ore 8.30 piazza Mazzini;
  • Monterotondo ore 9.00 Piazza del Cigno;
  • Bracciano ore 7.30 stazione;
  • Pomezia ore 7.50 Liceo P. Picasso, ore 15.00 piazza Indipendenza;
  • Latina ore 8.30 Piazza del Popolo;
  • Potenza ore 9.00 piazza Zara;
  • Brindisi ore 17.30 piazza Vittoria;
  • Lecce ore 15.30 piazza Rudiae (3/04). Palermo ore 10 USR.

Stabilizzazione del personale precario e insegnanti di sostegno

La richiesta della USB è quella di assumere i precari in prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e dei vincitori idonei dei concorsi già banditi.

In ambito universitario si impegna a combattere il licenziamento dei giovani ricercatori, che alla scadenza dei contratti a tempo determinato sono costretti a lasciare il mondo accademico per mancanza di fondi.

L’Unione Sindacale di Base contesta la riforma che prevede la chiamata diretta degli insegnanti di sostegno da parte delle famiglie. Ritiene questa misura compromettente per quanto concerne la trasparenza e l’imparzialità del sistema scolastico, in quanto crea disparità di trattamento tra gli studenti e indebolisce il ruolo della scuola pubblica.

Lotta agli armamenti

Tra le motivazioni dello sciopero del 4 aprile 2025 c’è anche la contestazione alla priorità data agli investimenti in armamenti rispetto a quelli destinati alla scuola e all’università. USB ha chiesto un aumento di almeno 10 miliardi di euro per il settore dell’istruzione, da applicare a più categorie.

Fonte foto: IOL

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