Nicolò Fagioli sul figlio di Andrea Pirlo coinvolto nel caso scommesse: "Il padre gli ha bloccato i conti"
Dalle indagini spunta il figlio di Andrea Pirlo, Nicolò, che avrebbe accumulato grossi debiti con le scommesse. Cosa emerge dalle chat di Fagioli
Andrea Pirlo avrebbe bloccato i conti del figlio Nicolò, 21 anni, dopo che aveva accumulato debiti con le scommesse sportive insieme a Nicolò Fagioli e altri calciatori. L’inchiesta sulle scommesse illegali coinvolge diversi calciatori di Serie A, tra cui proprio Fagioli che ha commentato il presunto debito di 30mila euro del figlio di Pirlo.
- Nicolò, figlio di Andrea Pirlo, e le scommesse
- La chat di Fagioli sul figlio di Pirlo
- I sequestri per il caso scommesse
Nicolò, figlio di Andrea Pirlo, e le scommesse
Dalle indagini sulle scommesse illegali nel calcio emerge il possibile coinvolgimento di Nicolò Pirlo, figlio del calciatore Andrea Pirlo, che avrebbe messo insieme ingenti debiti scommettendo insieme a Nicolò Fagioli e ad altri.
La Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta sul giro di scommesse illegali, ha chiesto 5 arresti domiciliari per i presunti organizzatori e indaga una dozzina di calciatori di Serie A.
Il calciatore Nicolò Fagioli
Nicolò Pirlo, 21 anni, da poco entrato in una squadra di procuratori, sarebbe coinvolto in scommesse tramite piattaforme gestite da Tommaso de Giacomo, come emerso da una chat tra Fagioli e Pietro Marinoni.
La chat di Fagioli sul figlio di Pirlo
Come riporta Repubblica, in uno scambio del 7 giugno 2022, Fagioli parlava di Nicolò Pirlo come “uno di noi”, aggiungendo che il ragazzo aveva accumulato 30mila euro di debito a soli 17 anni, ma che suo padre lo aveva scoperto e aveva preso provvedimenti drastici.
“È andato a recupero e suo papà l’ha beccato e gli ha bloccato i conti fino a che non ha compiuto i 18 anni” recita la chat. “Ma fare a 17 anni 30k di credito è roba”.
I sequestri per il caso scommesse
La polizia giudiziaria della Procura di Milano ha sequestrato circa un milione e mezzo di euro, tra cui 300mila euro in contante e 1 milione e 200mila euro depositati su conti bancari italiani, ritenuti provento di riciclaggio legato al giro di scommesse illegali.
Questo denaro è stato trovato in conti intestati sia al gruppo Elysium che ad altre società associate ai 5 indagati, tra cui bookmaker e soci della gioielleria Elysium.
Tra i contanti, si ritiene ci sia una parte dei crediti recuperati dai giocatori indebitati, come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, a causa delle scommesse su giochi online. I debiti sarebbero stati saldati con metodi come PostePay, Revolut e il “metodo Elysium“, descritto dalla giudice Lidia Castellucci.
La gip dovrà decidere, dopo gli interrogatori del 13 aprile, sulla richiesta di arresti domiciliari per i coinvolti, tra cui Antonio Scinocca, Ceo della gioielleria.