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Individuato un "respiro" sull'esopianeta K2-18b, possibili tracce di vita: i dettagli della storica scoperta

L’annuncio degli scienziati di Cambridge, individuato un "respiro" sull'esopianeta K2-18b: potrebbero esserci tracce di vita

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Un gruppo di ricercatori di Cambridge ha annunciato che quel che è stato rilevato dal telescopio spaziale James Webb nell’atmosfera dell’esopianeta K2-18b potrebbe essere una scoperta storica. Gli scienziati, analizzando i dati, hanno reso noto che sono stati individuati  i segni chimici più convincenti mai osservati prima di una possibile forma di vita al di fuori del sistema solare.

Esopianeta K2-18b, possibili tracce di vita: indizi di un ‘respiro’

Gli studiosi di Cambridge, in una conferenza stampa, hanno spiegato che, dopo aver analizzato i dati trasmessi dal telescopio James Webb, hanno capito che sul pianeta K2-18b c’è presenza di due gas, il dimetil solfuro (DMS) e il dimetil disolfuro (DMDS). Trattasi di gas che sulla Terra sono prodotti solamente da organismi viventi. Una sorta di respiro di alghe marine e altri microrganismi.

I ricercatori hanno pubblicato lo studio su The Astrophysical Journal Letters, sottolineando di non aver certezza che ci siano organismi viventi sull’esopianeta. Evidenziano però di aver scoperto una possibile biofirma, vale a dire un indicatore di attività biologica.

Università di Cambridge

Gli scienziati hanno inoltre chiarito che quanto emerso deve essere esaminato con cautela e che c’è bisogno di altre approfondite osservazioni.

K2-18b, le caratteristiche del pianeta: quanto dista dalla Terra

K2-18b è un esopianeta attenzionato da tempo dagli esperti in quanto già in passato era stato inserito in una papabile rosa di pianeti in cui teoricamente potrebbero essere scoperte tracce di organismi biologici.

Il corpo celeste è otto volte e mezzo più massiccio della Terra e ha un diametro di 2,6 volte più grande. Dista da noi 124 anni luce e si trova nella costellazione del Leone, nella cosiddetta zona abitabile di una stella nana rossa. Caratteristiche che, a livello teorico, lo rendono compatibile con la presenza di acqua liquida in superficie.

Secondo alcuni studi, all’interno di K2-18b potrebbe esserci uno spesso mantello di ghiaccio ad alta pressione, come su Nettuno. E’ “un sub-nettuniano che profuma di mare”, spiegava l’Inaf. La forte presenza di metano e anidride carbonica e la scarsità di ammoniaca spingono a credere che in superficie, poco sotto una sottile atmosfera ricca d’idrogeno, possa esserci un oceano.

I ricercatori di Cambridge: “Indizi di attività biologica”

I ricercatori di Cambridge, coordinati dall’astrofisico Nikku Madhusudhan, hanno riferito che “quello che osserviamo a questo stadio sono indizi di una possibile attività biologica al di fuori del sistema solare”. Madhusudhan, ha aggiunto di credere “che questo sia il caso più vicino a una caratteristica che possiamo attribuire alla vita”. Dall’altro lato lo studioso ha rimarcato che sono necessarie ulteriori osservazioni.

Altri scienziati che non hanno lavorato alla ricerca hanno evidenziato che già in passato tracce di Dmds sono state individuate anche su una cometa, il che fa pensare che questo gas possa avere origine anche da processi a noi sconosciuti e non connessi alla vita.

Fonte foto: Getty Images

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