Alessandra D’Elia e Julien Ségol in scena con "Barbablù"
Il respiro si fa affannoso, il battito cardiaco aumenta, le pupille si dilatano, dove nasce la paura? Il mito di Barbablù sembra sottrarsi allo scorrere del tempo, parlandoci direttamente, facendoci interrogare sul concetto stesso di paura. Una paura che oggi pare estrarsi sempre di più dalla realtà, assumendo contorni indefiniti e sfumati. In questo meccanismo di sottrazione del sentimento, essa preme per comunicarci la sua presenza chiedendo diritto d’asilo e possibilità d’ascolto.