Weinstein condannato per aggressione sessuale nel processo sul MeToo, ma il verdetto sullo stupro divide
L'ex produttore di Hollywood giudicato colpevole di un capo di accusa per aggressione sessuale ma non colpevole per il secondo: è stallo nel processo
Nel processo sul MeToo, al quinto giorno in camera di consiglio, la giuria di sette donne e cinque uomini ha giudicato Harvey Weinstein colpevole di un singolo capo d’imputazione per atto sessuale criminale. I giurati hanno poi assolto l’ex produttore da un altro capo d’imputazione simile ma non hanno ancora raggiunto un verdetto sull’unica accusa di stupro, quella della ex assistente Jessica Mann. Insomma, non c’è stato accordo sul reato di stupro.
- Su Weinstein stallo e verdetto contrastato
- Il nuovo processo dopo la condanna
- Le condanne al carcere
- Le accuse di tre donne
Su Weinstein stallo e verdetto contrastato
Visto il clima particolarmente teso in camera di consiglio, il giudice Curtis Farber ha mandato a casa i giudici. Nel processo sul MeeToo, dunque, tutto rimandato in attesa della loro nuova riunione.
Secondo il resoconto fornito dal capo dei giurati al giudice Farber e agli avvocati, durante le deliberazioni membri del pool avrebbero litigato animatamente, arrivando in certi momenti a urlare l’uno contro l’altro e a minacciarsi reciprocamente di violenza.
ANSA
Insomma una giornata di tensioni fuori dal comune in tribunale a New York. Lo stesso Weinstein aveva chiesto l’annullamento del processo. “E’ la mia vita in gioco, questo non è giusto”, aveva detto il 73enne ex re di Hollywood, ma il giudice aveva rifiutato.
Il nuovo processo dopo la condanna
Farber ha poi chiuso anticipatamente la giornata per consentire ai giurati di riprendere le distanze prima di chiudere sul terzo capo di imputazione, il presunto stupro della Mann: “Ripartite da zero”.
Weinstein era già stato condannato a Manhattan una prima volta nel 2020 per stupro e atto sessuale criminale, ma è stato sottoposto a un nuovo processo dopo che il giudizio iniziale era stato annullato l’anno scorso dalla Corte d’Appello dello Stato di New York per vizio di forma.
Il giudice del primo processo non avrebbe dovuto ammettere la testimonianza di donne che avevano accusato Weinstein di aggressioni sessuali non sfociate in capi d’imputazione formali.
Le condanne al carcere
Al primo processo Weinstein era stato condannato a 23 anni di prigione dopo che per decenni il suo comportamento predatorio su modelle e aspiranti attrici non era stato un mistero per nessuno a Hollywood.
Dopo l’annullamento della prima sentenza, l’ex boss di Miramax era rimasto in carcere perché condannato a 16 anni di reclusione anche a Los Angeles: un verdetto contro cui ha presentato appello.
Le accuse di tre donne
Stavolta ad accusarlo erano state tre donne: oltre alla Mann, con cui a un certo punto aveva avuto una relazione consensuale, l’ex assistente di Project Runway Miriam Haley e l’aspirante modella polacca Kaja Sokola.
I giurati hanno dato ragione alla Haley e torto alla Sokola. Ogni capo di imputazione di atto sessuale criminale comporta un massimo di 25 anni di reclusione.
