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Pensioni in aumento dal 2026 con la rivalutazione, ma non per tutti: come calcolare l'importo preciso

Gli assegni mensili delle pensioni 2026 saranno più ricchi, quali sono i rialzi previsti per le minime e a quanto ammonteranno i nuovi importi

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Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Si occupa soprattutto di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Le pensioni 2026 saranno più corpose, ma non per tutti. Le prime proiezioni contenute nel Documento di economia e finanza, approvato il 9 aprile dal governo, indicano un incremento dello 0,8% per l’anno successivo. I calcoli sono stati fatti tenendo conto dell’inflazione che nei primi mesi del 2025 ha avuto aumenti, seppure contenuti.

Quanto aumentano le pensioni 2026

Gli aumenti delle pensioni non saranno uniformi, ma calibrati su tre livelli, in linea con quanto disposto dalla legge n. 448 del 1998. Nel dettaglio si avrà il 100% della rivalutazione per gli importi che arrivano fino a quattro volte il minimo, il 90% per gli importi tra quattro e cinque volte il trattamento più basso e il 75% per la parte che supera le cinque volte.

Per fare qualche esempio, nel 2024 la pensione minima era di 598,61 euro, quindi le pensioni fino a 2.394,44 euro, ricevono piena rivalutazione allo 0,8%; tra 2.394,45 e 2.993,05 euro, incremento parziale al 90%; oltre 2.993,05 euro, adeguamento ridotto al 75%.

Una sede dell’Inps

Nel 2025, quindi per le pensioni dal 2026, il minimo dovrebbe salire a 603,40 euro con aumenti di 8 euro per le pensioni che arrivano fino a mille euro; 16 euro per quelle dai duemila euro, circa 24,63 per le pensioni di tremila euro mentre per quelle che toccano i cinquemila euro annui l’aumento sarà di 37,50 euro.

In pratica, fino a 2.413,60 euro sarà valida la rivalutazione del 100%, tra 2.413,61 e 3.017 il 90% e oltre 3.017 euro rivalutazione del 75%.

I cambiamenti riguarderanno anche gli importi dell’assegno sociale con un aumento di poco più di cinque euro rispetto ai valori attuali, da 534,41 euro a 539,75 euro, e le pensioni di invalidità civile che riceveranno poco più di tre euro passando da 333,33 euro a 336,66 euro.

Si starebbe inoltre valutando un possibile aumento straordinario per le pensioni minime. Se l’adeguamento dovesse essere fissato al 2,2%, l’importo salirebbe a 617,90 euro. In caso di rivalutazione più generosa, pari al 2,7%, si arriverebbe a circa 620 euro.

Cosa succede a chi va in pensione

Meno fortunati saranno coloro che hanno intenzione di andare in pensione tra il 2025 e il 2026. Per un aggiornamento tecnico cambia il meccanismo di calcolo dell’assegno e, con i nuovi coefficienti di trasformazione, ovvero i parametri che traducono i contributi in pensione, l’importo finale scenderà, anche se di poco.

Da una proiezione de Il Messaggero, per esempio un lavoratore di 67 anni con 400mila euro di contributi accumulati si troverà a ricevere un assegno annuo di 22.432 euro se va in pensione nel 2025. Avrebbe preso 460 euro in più, ovvero 22.892 euro, se si fosse ritirato dodici mesi prima.

Fonte foto: ANSA

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