Maria Concetta Zaccaria dopo il femminicidio della figlia Sara Campanella, le urla in ospedale: "Non è vero"
Sara Campanella uccisa a Messina: il dolore della madre Maria Concetta Zaccaria. Si indaga su Argentino e il movente del femminicidio
Quella di Sara Campanella è una famiglia distrutta. La giovane, di 22 anni, lascia una famiglia che si è riunita di fronte alla camera mortuaria nella serata del giorno in cui ha perso la vita. L’ultimo ad arrivare, per motivi di lavoro, è stato il padre. Ha raggiunto l’ospedale anche la madre di Sara, Maria Concetta Zaccaria. Non riusciva a credere a ciò che era accaduto.
Il dolore della famiglia Campanella
Sara Campanella è l’ennesima, giovane, vittima di femminicidio nel nostro Paese. A differenza di altri contesti, in quello di Campanella manca una denuncia. La giovane e le persone che conoscevano il suo assassino avevano notato che ci fosse un’attenzione “morbosa”. Non si erano però presentate minacce fisiche o verbali tali da spingere ad azioni più concrete per l’allontanamento di Stefano Argentino.
I parenti, riuniti di fronte alla camera mortuaria, non possono far altro che ricordare la giovane. Parenti e alcuni amici di famiglia si sono riuniti per fare forza ai genitori della studentessa. La madre, Maria Concetta Zaccaria, è comprensibilmente sconvolta e non ha rilasciato dichiarazioni.

A parlare è stato invece uno zio di Sara, che l’ha descritta come una giovane solare, tranquilla e che stava per laurearsi. “Era contenta di studiare a Messina, era il suo sogno”, ha detto. Difficile, anzi impossibile, darsi pace nelle primissime ore dai fatti.
“Attenzioni da anni”
Come confermano la famiglia e gli amici, Sara non aveva relazioni. Secondo il procuratore capo delle indagini, Antonio D’Amato, c’erano state delle attenzioni sgradite da parte di Stefano Argentino nei confronti della 22enne. Attenzioni non volute, ben chiarite anche dall’ultimo messaggio inviato dalla vittima, che chiede supporto alle amiche poco prima di essere aggredita.
Secondo D’Amato, come ha spiegato durante la conferenza stampa tenutasi nella giornata del 1° aprile, le attenzioni duravano ormai da un paio di anni. Secondo i compagni di corso di Campanella e Argentino, queste attenzioni erano “morbose”, ma non erano mai sfociate in intimidazioni o violenze di natura fisica.
Gli agenti si stanno concentrando anche sui dispositivi elettronici della vittima e del suo aggressore, così da chiarire meglio le dinamiche del rapporto tra i due e per quantificare da quanto andavano avanti gli atteggiamenti persecutori dell’uomo. Secondo le prime ricostruzioni, avevano avuto una relazione.
Indagini sul movente
Quello di Sara Campanella è un femminicidio. Al momento, per quanto il movente sia ancora sotto indagine, appare chiaro ad amici e parenti che le insistenze di Stefano Argentino fossero di una natura specifica. Anche le modalità con le quali ha raggiunto e aggredito la giovane sembrano appartenere agli uomini che si macchiano di femminicidio.
Infatti, Argentino ha pedinato la giovane studentessa dall’uscita dall’università fino alla fermata dell’autobus in Viale Gazzi, vicino allo stadio Giovanni Celeste. Proprio lì, dopo una breve discussione, il ventisettenne l’ha aggredita con un coltello alla gola. Il tutto è avvenuto di fronte a numerosi testimoni, ma anche se il Policlinico si trovava vicino, le ferite sono risultate fatali.
Sappiamo però che Sara si era accorta di essere seguita dal ragazzo che da almeno due anni la attenzionava in maniera sgradevole. Infatti, avrebbe scritto alle amiche: “Dove siete, che sono con il malato che mi segue”.
