L'ultima clamorosa bugia di Donald Trump sul licenziamento di Jerome Powell, presidente della Fed
Donald Trump torna all’attacco del presidente della Fed Jerome Powell: invoca il suo licenziamento, ma la legge non glielo permette
Nel corso di un nuovo attacco via social, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invocato la il licenziamento del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, accusandolo di non aver tagliato i tassi d’interesse. Ma secondo le norme statunitensi, il presidente non ha il potere di rimuovere il capo della banca centrale.
Donald Trump attacca Jerome Powell
In un post pubblicato su Truth Social, Donald Trump ha criticato duramente Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, definendolo “sempre in ritardo e nel torto”. Il motivo dell’attacco? Il mancato taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed, a differenza della Banca Centrale Europea, che ha ridotto il costo del denaro per stimolare l’economia.
Secondo Trump, Powell avrebbe dovuto seguire la stessa linea già da tempo.
Nello stesso messaggio, il presidente ha definito l’ultima dichiarazione pubblica di Powell una “confusione totale” e ha concluso affermando che la sua “terminazione non può arrivare abbastanza presto”. Parole pesanti, che hanno avuto un immediato effetto sui mercati e sulle discussioni politiche a Washington.
La bugia sul licenziamento
La dichiarazione ha sollevato reazioni non solo per il tono, ma soprattutto per la sostanza. Infatti, secondo la legislazione vigente, il presidente degli Stati Uniti non può rimuovere il capo della Federal Reserve a piacimento.
La carica, per legge, è protetta proprio per garantire l’indipendenza dell’istituzione monetaria rispetto al potere politico.
Jerome Powell, nominato da Trump stesso nel 2018 e riconfermato da Joe Biden nel 2021, ha più volte ricordato che il suo mandato proseguirà fino a maggio 2026, a meno di una causa legale fondata. Powell ha ribadito in passato che la Fed deve agire in base ai dati economici, non alle pressioni politiche.
Un conflitto che si trascina da anni
L’ostilità tra Trump e Powell non è una novità. Già nel 2019, l’allora presidente aveva definito il numero uno della Fed “il nemico”, colpevole – a suo dire – di frenare la crescita americana. In piena pandemia, Trump criticò la gestione della crisi da parte della banca centrale, salvo poi lodare Powell quando i tassi furono tagliati a zero.
L’attuale attacco si inserisce in un contesto più ampio: il ritorno in primo piano della politica monetaria nel dibattito pubblico, complicato dai dazi imposti da Trump e dagli effetti sull’inflazione.
La polemica solleva anche dubbi sull’equilibrio tra poteri e sulla tenuta delle agenzie indipendenti.
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