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Chi non deve pagare l'acconto Irpef 2025, il Governo cambia la norma: cosa cambia nel decreto modificato

Il governo ha definitivamente chiarito le norme sull'acconto Irpef del 2025, dopo settimane di polemiche di contribuenti e Caf

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

Il Governo ha definitivamente chiarito la questione del versamento dell’acconto Irpef per il 2025, dopo che era emerso un problema nella legge di bilancio che rischiava di far aumentare la cifra da versare per pensionati e dipendenti: intere categorie saranno escluse.

Chi sarà escluso dal versamento Irpef 2025

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha annunciato che i lavoratori dipendenti e i pensionati che non percepiscono redditi aggiuntivi rispetto al proprio stipendio o all’assegno previdenziale saranno esclusi dal versamento dell’acconto Irpef nel 2025.

“Evitiamo così qualsiasi aumento del carico fiscale su queste categorie. Si tratta di una misura di tutela e correttezza nell’applicazione della riforma fiscale” ha dichiarato Leo a commento della norma.

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo

“Abbiamo approvato il provvedimento in tempo utile per evitare errori nei versamenti e nelle dichiarazioni” ha poi sottolineato il viceministro, dicendosi soddisfatto per la rapidità dell’azione del Governo.

Cosa è successo con la legge di bilancio 2025

La ragione per cui si è reso necessario questo aggiustamento era un errore nella legge di bilancio del 2025. Nel 2023, il Governo Meloni aveva implementato un taglio del cuneo fiscale attraverso la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre.

Questa norma sarebbe però scaduta alla fine del 2024, comportando un aumento delle tasse. Il Governo ha quindi deciso di renderla strutturale, con una scadenza più a lungo termine.

Nel farlo però ha commesso un’inesattezza nella scrittura della legge, che avrebbe comportato che pensionati e dipendenti avrebbero dovuto eseguire il versamento dell’acconto Irpef con riferimento alle quattro aliquote, anticipando quindi più denaro del dovuto sulle tasse.

La reazione di Caf e sindacati

A far notare per primi questa stortura erano stati i sindacati durante il mese di marzo. La Cgil in particolare aveva preso a cuore questa battaglia, dando sostegno ai Caf che per primi avevano rilevato il problema.

“Una buona notizia per chi vive di salario o di pensione, era questo l’obiettivo della denuncia della Cgil e del Caaf, e siamo soddisfatti di aver difeso i diritti delle persone che rappresentiamo”, hanno dichiarato a seguito dell’approvazione della norma il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari e la presidentessa del Consorzio nazionale Caaf Cgil Monica Iviglia

Fonte foto: ANSA

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