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Cesare Cesaroni e il suo "Che amarezza!", quando Antonello Fassari svelò il retroscena sul tormentone cult

In una delle sue ultime interviste Antonello Fassari raccontò della nascita del tormentone "Che amarezza!", frase cult del personaggio Cesare Cesaroni

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Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

“Che amarezza!”, è proprio il caso di dire. Il tormentone di zio Cesare della serie tv I Cesaroni, interpretato dal compianto attore Antonello Fassari, morto all’età di 72 anni, nacque praticamente per caso durante le riprese, frutto di intuizione e improvvisazione. Ma fu anche una citazione di tipo familiare, come svelò a suo tempo lo stesso interprete.

Come nacque “Che amarezza!”

Oltre a recitare le battute scritte sul copione, sul set de I Cesaroni si improvvisava molto. E “Che amarezza!” fu un’invenzione del tutto casuale, sbocciata d’un tratto fra le labbra di Antonello Fassari per un esercizio di pura improvvisazione, come rivelò l’attore in una delle sue ultime interviste, rilasciata a Noi degli 80-90.

Ma anche il vissuto familiare di casa Fassani giocò un ruolo importante nella nascita del tormentone.

Antonello Fassari Cesare Cesaroni che amarezza

Max Tortora, Antonello Fassari e Claudio Amendola in una foto di settembre 2010

Lo zio di Antonello Fassari

Era infatti la frase tipica di un familiare, che Antonello Fassari, un giorno citò per caso introducendola nelle abitudini linguistiche di migliaia di italiani:

Io ho inventato “Che amarezza!” assolutamente per caso. Lo diceva un mio zio quando perdeva la Roma e c’aveva sta frase. E niente, un giorno girando una scena non si riusciva a venirne a capo.

L’ispirazione alla base della frase fu un momento di stallo nelle riprese:

“Claudio aveva litigato col figlio, il figlio aveva litigato col fratello, la moglie aveva litigato col marito, insomma tutta una serie di situazioni da cui non si riusciva a uscire e allora mi era venuto in mente questo “Che amarezza!”.

La battuta piacque agli altri attori, agli autori e alla troupe tanto che divenne un po’ il motto della produzione:

“E questa cosa ha avuto un gran successo, tanto che a un certo punto negli uffici e dietro le macchine c’era scritto “Che amarezza!”. È tornata in auge quest’espressione così antica e mi ha fatto molto piacere.

Improvvisazione sul set de I Cesaroni

Fu proprio la libertà degli attori di contaminare la recitazione delle battute con la pura improvvisazione una delle carte vincenti della serie I Cesaroni, in onda su Canale 5 dal 2006 al 2014 e adesso sul punto di tornare con la settima stagione.

Soprattutto ci siamo divertiti proprio a farle lì per lì, a come venivano, fidandoci un po’ di noi stessi e in fondo abbiamo avuto ragione. La cosa bella di certe fiction è che vanno al di là di quello che vedi, al di là del risultato coinvolgono le persone in un altro modo. Non è un prodotto soltanto d’intrattenimento ma è riuscito a penetrare veramente dentro l’animo di chi lo guardava.

Fonte foto: IPA
Morto Antonello Fassari, attore amato in Tv ne I Cesaroni, Avanzi e film cult come Selvaggi: la carriera

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