Allarme Codacons su caffè decaffeinato e sostanze cancerogene, i rischi e l'appello al ministero della Salute
Codacons chiede trasparenza sull’uso di solventi nel caffè decaffeinato. Esperti: residui irrilevanti, ma serve chiarezza per i consumatori
Il Codacons lancia l’allarme sull’uso di solventi nel caffè decaffeinato, chiedendo al Ministero della Salute obblighi più chiari in etichetta. Il sospetto riguarda il diclorometano, sostanza usata in alcuni processi industriali di decaffeinizzazione. Ma gli esperti rassicurano: “Nessun rischio per la salute, i residui sono praticamente nulli”.
La denuncia del Codacons
Il caffè decaffeinato piace sempre di più, ma pochi sanno come si ottiene. Alcune aziende usano il diclorometano, un solvente chimico, per eliminare la caffeina dai chicchi verdi.
Secondo il Codacons, però, non tutte le etichette informano correttamente i consumatori, e questo genera preoccupazione. L’associazione ha chiesto l’intervento del Ministero della Salute e la possibilità di obbligare i produttori a specificare il metodo usato, con eventuali avvertenze sui rischi per la salute.
“Non vogliamo allarmare – scrivono – ma i cittadini devono sapere cosa stanno bevendo”.
Cos’è il diclorometano
Il diclorometano (o cloruro di metilene) è un solvente organico usato anche in ambito farmaceutico. È efficace, economico e autorizzato dalla legge: in Europa il limite di residuo nel caffè tostato è di 2 mg/kg, negli USA 10 mg/kg.
Secondo gli esperti, le tracce residue sono praticamente nulle dopo la tostatura, che avviene sopra i 200°C. Tuttavia, studi tossicologici indicano che, se assunto in grandi quantità o per lunghi periodi, può avere effetti nocivi: è classificato come potenzialmente cancerogeno e può provocare danni al fegato e al sistema nervoso.
Alcuni studiosi, come il prof. Luca Campisi dell’Università di Pisa, sottolineano che anche piccole quantità residue potrebbero accumularsi nel corpo in caso di consumo frequente.
L’industria replica: “Nessun rischio”
Le aziende del settore, come Demus, difendono il metodo da tempo: “Il nostro processo è sicuro e rispettoso delle norme”. Anzi, il diclorometano permette anche di rimuovere sostanze irritanti e metaboliti potenzialmente tossici come l’Ocratossina A.
Inoltre, il solvente viene recuperato quasi interamente, rendendo il processo più sostenibile rispetto ad altri metodi. Comunque anche l’industria riconosce l’importanza della trasparenza: “Serve più informazione – dicono – perché la fiducia del consumatore viene prima di tutto”.