Immaginate un’auto elettrica (BEV) nuova, con quattro posti e un’autonomia di 155 km, al prezzo di appena 4.800 euro. Non è un sogno, è la Changan Lumin, city car cinese che promette di rivoluzionare il mercato delle vetture a zero emissioni.
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Il fardello insopportabile del prezzo
Uno dei principali motivi rei di frenare l’avanzata delle BEV risiede nel prezzo, spesso troppo elevato per una famiglia comune. Qualche inversione di tendenza comincia a mostrarsi, ad esempio con la Dacia Spring (da poco rinnovata) e la Citroen e-C3 (a sua volta presentata da poco), ma sono perlopiù eccezioni. E comunque si parla di veicoli da almeno 20.000 euro.
Dal trend generale prende le distanze la Cina, forte di una competenza nell’alimentazione figlia di un programma lungimirante. Che Pechino ha avviato da un po’ di tempo a questa parte, affinché le sue rappresentanti riescano a invadere efficacemente l’Europa e il resto del mondo.
L’unico ostacolo nel Vecchio Continente è costituito dall’Unione Europea, la quale, stando alle ultime indiscrezioni, risalente a inizio mese avrebbe in mente di passare al contrattacco, attraverso l’aumento dei dazi doganali.
Più economica di così non si può
Al momento, la Changan Lumin è disponibile esclusivamente in Cina, e da ben due anni. Ma allora perché il suo nome emerge ora in maniera prepotente? Centra il prezzo di listino, ridotto dai 6.366 euro precedenti ai 4.835 euro attuali (al tasso di cambio). Anche le altre versioni hanno subito dei ritocchi verso il ribasso, con un risparmio fino a 1.531 euro.
La Changan Lumin è un esemplare piccolo e versatile, comodo da avere nella circolazione tra i centri urbani. Lunga 3,27 m, larga 1,7 m e alta 1,55 m, dispone di una forma semplice e moderna, contraddistinta da linee tondeggianti e linee gioviali.
Un approccio minimalista riguarda gli interni, con due schermi a colori: uno per il quadro strumenti digitale, l’altro, da 10,25 pollici, adibito alla fruizione dei contenuti multimediali. La plancia, ordinata e intuitiva, integra i comandi a portata di mano.
In tal modo, le possibilità di distrazione del conducente sono ridotte al minimo. I maxi-display prestano, infatti, il fianco ad alcune critiche ed è questa la ragione ad aver spinto Volkswagen a correggere il tiro sui propri modelli, compresa la Golf post restyling. Nel caso della Changan Lumin non si sarebbe potuto forse fare altrimenti, dato il costo a dir poco competitivo applicato. D’altro canto, la mossa ha una logica di fondo comprensibile, oltre che condivisibile.
Powertrain da 41 CV, batteria LFOP
La cinesina è mossa un powertrain elettrico da 41 CV, alimentato mediante una batteria LFP, ossia composta da litio, ferro e fosfato. In termini di velocità, sa cavarsela piuttosto bene, almeno stando alle premesse: il massimo raggiungibile è di 101 km/h. Invece, l’autonomia cambia a seconda della versione: 155 km per la “Sweet” standard, 210 km per la “Sweet” con accumulatore più grande, 205 km per la “Fragrant” e 301 km per la “Honey”.
Per quanto riguarda la ricarica, il proprietario ha due soluzioni: presa domestica o colonnina rapida. Il caricatore di bordo, aggiornato a 3,3 kW, permette di rifornire l’accumulatore dal 30 all’80% in 35 minuti.