La crisi del mercato auto si sta espandendo a macchia d’olio. Le Case in questi anni hanno dovuto sostenere enormi spese per sviluppare le nuove auto con propulsori elettrici. Allo stesso tempo però non sono riuscite a smaltirle nelle vendite. A pesare in tal senso ci sono stati diversi fattori come la pandemia, la conseguente crisi economica e una certa resistenza da parte delle persone nei confronti di questa nuova tecnologia.
Nella pesante crisi del mercato è finita anche Volkswagen. Nei mesi scorsi si era spesso ventilata l’ipotesi di massicci licenziamenti e la chiusura di almeno tre fabbriche. Questo ha portato, come diretta conseguenza, a una serie di scioperi del personale e trattative estenuanti tra i vertici dell’azienda e i sindacati per cercare una soluzione.
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Accordo raggiunto
Dopo un periodo di scioperi e ben 70 ore di discussioni è arrivato finalmente un accordo tra le parti, che sembra accontentare un po’ tutti. Secondo quanto dichiarato dal sindacato dei metalmeccanici si sarebbe aperta la strada per un futuro più sicuro sia per i dipendenti che per le sedi Volkswagen.
Teresa Cavallo, Presidente del Consiglio di fabbrica generale di Volkswagen AG, ha commentato con entusiasmo la fine delle trattative. In particolare ha annunciato che nessuno sito sarà chiuso e che nessuno sarà licenziato, mentre gli accordi salariali interni saranno garantiti a lungo termine.
Inoltre ha poi affermato: “Anche se ci sono concessioni collettive che vanno oltre il reddito mensile, queste sono compensate dalla conservazione solidale di tutti i siti, comprese le prospettive future, la sicurezza dei nuovi posti di lavoro fino alla fine del 2030 e, ultimo ma non meno importante, la certezza per il Consiglio di Amministrazione che i cambiamenti in Volkswagen contro la volontà dei lavoratori sono destinati a fallire”.
In realtà, entro il 2030 i tagli saranno 35.000, ma saranno frutto di uscite volontarie e pensionamenti che non saranno sostituiti da nuova forza lavoro.
Quale sarà il futuro?
Nel lungo comunicato di IG Metall, si legge di un calendario concordato per l’occupazione degli impianti. Wolfsburg ad esempio è in fase di ricostruzione e sarà pronto per produrre diverse ammiraglie basate sulla piattaforma SSP. Arriveranno ID.3 e la Cupra Born, che al momento sono prodotte a Zwickau. A Braunschweig, invece, si occuperanno di fare varie componenti per la piattaforma SSP.
Per quanto riguarda Chemnitz, invece, non ci sono novità al momento. Questo stabilimento nella fattispecie si occupa di produrre motori a benzina. A Dresda è previsto l’assemblamento della ID.3 sino a fine 2025. Dal 2026 sarà al centro invece di un “concetto globale alternativo”, quindi di un nuovo progetto. Per Emden, alle già in produzione ID.7 e ID.7 Tourer si aggiungeranno dal 2026 la nuova ID.4 e nel 2027 un quarto modello di cui ancora non si conosce il nome.
Ad Hannover, dove sono prodotte ID.Buzz e T7 Multivan, non sono previste novità. A Kassel, invece, nasceranno gli inverter per la piattaforma SSP e verranno anche usate la fonderia e le capacità di stampaggio a caldo. Per quanto riguarda Osnabrück è stata prolungata la produzione della T-Roc cabrio, mentre a Salzgitter continueranno a produrre le celle CP2 e in caso di rallentamenti sulle elettriche si passerà all’assemblaggio del motore EA211. Infine, nello stabilimento di Zwickau continuerà ad esserci l’Audi Q4 e-tron e potrebbe formare con Wolfsburg, un hub elettrico.