2 milioni: fa spavento il numero di italiani vittima di truffe mentre erano al volante o in fase di parcheggio. Lo segnala un’indagine di Facile.it, dove viene fornito un quadro poco rassicurante circa l’eterna lotta contro i “furbetti”. Pronti a sfruttare ogni debolezza altrui per il proprio tornaconto, costoro hanno un nuovo “asso nella manica”: la figura del truffatore-pedone. In pratica, un uomo finge di essere stato investito per ottenere un risarcimento in contanti. Spinto dal panico, l’ignaro guidatore spesso ci casca e accetta di pagare, pur di risparmiarsi eventuali grane in futuro, con il malus dell’assicurazione.
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Le strategie peggiori
In cima alla lista delle tattiche messe a segno spicca il finto tamponamento, con il 44%. Durante una manovra di parcheggio, viene provocato un lieve colpo alla vettura della vittima, poi accusata di aver danneggiato la carrozzeria. Al secondo posto, con il 42%, troviamo lo specchietto rotto, un “grande classico”, sempre efficace. In tal caso, un complice scaglia un oggetto contro il veicolo del malcapitato di turno, simulando un urto con lo specchietto. A quel punto, il truffatore imputa all’automobilista di averglielo rotto e chiede un risarcimento. Al terzo posto, con il 13%, si colloca la tecnica del pedone investito.
I più bersagliati sono i giovani under 35 (8%), maggiormente inesperti e, forse, più inclini a fidarsi. Per quanto riguarda il finto tamponamento nel mirino ci finiscono soprattutto le donne, con il 47%, mentre in merito al finto specchietto rotto la “preferenza” ricade sugli uomini, con il 48%. A livello territoriale, il fenomeno tiene banco soprattutto nelle regioni del Sud e nelle Isole, con il 7%. L’unica, magra, consolazione riguarda il modico importo scucito dai circa 880.000 truffati: il 29% ha dato 50 euro, il 31% tra 50 e 100 euro. Appena l’8% ha perso oltre 300 euro. Un malcapitato su sei decide di pagare, preso dalla foga del momento.
Per difendersi dai tentativi di raggiro, un consiglio prezioso consiste nel tenere i nervi sotto controllo: sebbene possa sembrare difficile, conservare la lucidità è essenziale. Inoltre, bisogna sempre chiedere scambiare i dati e le generalità e, se necessario, compilare un modulo CAI (Constatazione Amichevole di Incidente). I malfattori puntano ai contanti e, nel caso in cui insistano troppo, val la pena chiamare le Forze dell’Ordine: la presenza delle Forze dell’Ordine li farà desistere dai propositi. Anche qualora siano già avvenute, le truffe al volante è bene denunciarle per aiutare gli organi preposti a sgominare i malviventi.
Meglio interpellare le Forze dell’Ordine
“Il consiglio per chi si trova in una situazione dubbia è di chiamare le Forze dell’Ordine e, in ogni caso, trattandosi di un sinistro stradale è bene compilare il modulo CAI, Constatazione Amichevole di Incidente”, spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it.
“Non facciamoci ingolosire dalla possibilità di “trovare un accordo” o saldare il danno senza passare dalla compagnia assicurativa poiché potrebbe trattarsi di una truffa. E in ogni caso va ricordato che, se il sinistro è reale, anche in presenza di una denuncia alla compagnia assicurativa è sempre possibile evitare il peggioramento della classe di merito rimborsando alla compagnia stessa, tramite Consap, il danno causato”.