Truffe al volante, dati allarmanti in Italia: come difendersi

I dati sulle truffe al volante in Italia relativi al 2023 sono allarmanti: i tentativi di spillare denaro ai malcapitati di turno non hanno, purtroppo, mai fine

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

2 milioni: fa spavento il numero di italiani vittima di truffe mentre erano al volante o in fase di parcheggio. Lo segnala un’indagine di Facile.it, dove viene fornito un quadro poco rassicurante circa l’eterna lotta contro i “furbetti”. Pronti a sfruttare ogni debolezza altrui per il proprio tornaconto, costoro hanno un nuovo “asso nella manica”: la figura del truffatore-pedone. In pratica, un uomo finge di essere stato investito per ottenere un risarcimento in contanti. Spinto dal panico, l’ignaro guidatore spesso ci casca e accetta di pagare, pur di risparmiarsi eventuali grane in futuro, con il malus dell’assicurazione.

Le strategie peggiori

In cima alla lista delle tattiche messe a segno spicca il finto tamponamento, con il 44%. Durante una manovra di parcheggio, viene provocato un lieve colpo alla vettura della vittima, poi accusata di aver danneggiato la carrozzeria. Al secondo posto, con il 42%, troviamo lo specchietto rotto, un “grande classico”, sempre efficace. In tal caso, un complice scaglia un oggetto contro il veicolo del malcapitato di turno, simulando un urto con lo specchietto. A quel punto, il truffatore imputa all’automobilista di averglielo rotto e chiede un risarcimento. Al terzo posto, con il 13%, si colloca la tecnica del pedone investito.

I più bersagliati sono i giovani under 35 (8%), maggiormente inesperti e, forse, più inclini a fidarsi. Per quanto riguarda il finto tamponamento nel mirino ci finiscono soprattutto le donne, con il 47%, mentre in merito al finto specchietto rotto la “preferenza” ricade sugli uomini, con il 48%. A livello territoriale, il fenomeno tiene banco soprattutto nelle regioni del Sud e nelle Isole, con il 7%. L’unica, magra, consolazione riguarda il modico importo scucito dai circa 880.000 truffati: il 29% ha dato 50 euro, il 31% tra 50 e 100 euro. Appena l’8% ha perso oltre 300 euro. Un malcapitato su sei decide di pagare, preso dalla foga del momento.

Per difendersi dai tentativi di raggiro, un consiglio prezioso consiste nel tenere i nervi sotto controllo: sebbene possa sembrare difficile, conservare la lucidità è essenziale. Inoltre, bisogna sempre chiedere scambiare i dati e le generalità e, se necessario, compilare un modulo CAI (Constatazione Amichevole di Incidente). I malfattori puntano ai contanti e, nel caso in cui insistano troppo, val la pena chiamare le Forze dell’Ordine: la presenza delle Forze dell’Ordine li farà desistere dai propositi. Anche qualora siano già avvenute, le truffe al volante è bene denunciarle per aiutare gli organi preposti a sgominare i malviventi.

Meglio interpellare le Forze dell’Ordine

“Il consiglio per chi si trova in una situazione dubbia è di chiamare le Forze dell’Ordine e, in ogni caso, trattandosi di un sinistro stradale è bene compilare il modulo CAI, Constatazione Amichevole di Incidente”, spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it.

Non facciamoci ingolosire dalla possibilità di “trovare un accordo” o saldare il danno senza passare dalla compagnia assicurativa poiché potrebbe trattarsi di una truffa. E in ogni caso va ricordato che, se il sinistro è reale, anche in presenza di una denuncia alla compagnia assicurativa è sempre possibile evitare il peggioramento della classe di merito rimborsando alla compagnia stessa, tramite Consap, il danno causato”.