Stellantis, Gigafactory a rischio: costretta a fare marcia indietro

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, pressa Stellantis affinché fornisca dei chiarimenti sulla realizzazione della Gigafactory a Termoli

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 29 Agosto 2024 13:27

Un invito che ha tutta l’aria di un ultimatum. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, esorta Stellantis a fornire delle risposte concrete sul futuro della Gigafactory di Termoli. Pronunciate durante il Meeting di Rimini, le parole dell’onorevole vengono accompagnate da un appuntamento. Il prossimo 17 settembre, all’incontro sulla fabbrica di batterie, l’azienda avrà il compito di fugare i dubbi.

Pazienza ai minimi storici

Il fine è di definire le tempistiche per la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici e di far emergere indicazioni chiare sul mantenimento dei livelli produttivi del sito di Termoli”. In caso di ulteriori esitazioni, potrebbero essere negati i quasi 400 milioni di contributi negoziati dallo Stato con l’Unione Europea per la realizzazione del complesso. Che andrebbe a sostituire l’attuale impianto adibito ai motori, presso cui prestano servizio circa 2.000 persone.

A loro volta, i sindacati chiedono delle delucidazioni. “La situazione deve essere chiarita definitivamente sia da Acc e Stellantis sia dal governo – afferma il numero uno di UIlm, Rocco Palombella -. Vogliamo che si rispettino gli impegni e ci siano garanzie solide su questo progetto. Non possiamo accettare il rischio di buttare al vento i 350 milioni di fondi europei previsti. Sono trascorsi tre anni dall’annuncio di Stellantis sulla gigafactory a Termoli. Questa situazione è anche frutto della totale confusione a livello europeo. La gigafactory è un progetto essenziale non solo per Termoli, ma per tutta la filiera dell’auto in Italia”.

Si unisce al coro Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim: “Il governo deve comunque trovare i fondi per sostenere il progetto della gigafactory che coinvolge duemila lavoratori. Chiederemo a Stellantis di garantire la fornitura dei motori tradizionali endotermici per assicurare livelli occupazionali e produttivi. La mancata realizzazione della fabbrica di batterie metterebbe a rischio gli stabilimenti del Sud Italia.

Il massimo esponente di Fiom-Cgil, Samuele Lodi, puntualizza: “L’incontro del 17 settembre deve servire a garantire il presente e il futuro occupazionale di Stellantis in Italia a partire da Termoli. Le parole di Tavares devono tradursi in fatti. È ora di produrre batterie e auto, e investire in Italia. E il governo deve assicurare quelle risorse che già aveva previsto per la gigafactory, indipendentemente che siano del Pnrr o altro. Senza risposte agiremo con i lavoratori”.

La replica di Acc

La scelta di rallentare i ritmi col complesso di Termoli era stata annunciata da Carlos Tavares ai primi di giugno, attribuendo la decisione ad Acc. E proprio l’Automotive Cells Company sottolinea che “sta aggiornando il progetto della gigafactory di Termoli, così come quello in Germania, che è stato sospeso, per introdurre nel processo produttivo una nuova promettente tecnologia per la produzione di celle e moduli. Unico investimento che va avanti è quello di Douvrin nel Nord della Francia.

Acc comunicherà un nuovo piano industriale che riguarderà anche l’Italia nei prossimi mesi. Il dialogo tra Acc, il Mimit e Invitalia non si è mai interrotto per continuare da una parte a favorire un progetto industriale così strategico e, al tempo stesso, tutelare le risorse del Pnrr”.