Più sono grossi, più fanno rumore quando cadono. Le recenti difficoltà incontrate dalla Germania nelle auto non sono passate inosservate. Da sempre florida, l’industria nazionale ha cominciato a perdere qualche colpo per strada. E ora bisogna assolutamente trovare una soluzione. Secondo l’Autorità federale automobilistica, le immatricolazioni sono state 197.000 ad agosto, quasi il 28% in meno rispetto a dodici mesi prima. Un impatto negativo lo hanno avuto i modelli elettrici, in caduta libera: -69% su base annua.
Far finta di niente diventa impossibile, anche se qualche attenuante esiste. Ad esempio, l’andamento di agosto 2023, caratterizzato da un numero di immatricolazioni maggiore del solito. Perché tanta frenesia? C’entravano gli incentivi, prossimi alla ‘scadenza’. Il mese successivo avrebbe, infatti, portato allo stop delle agevolazioni accordate dal governo per le auto aziendali. Di conseguenza, le unità vendute avevano riportato un aumento sostanziale prima della fine dell’anno, con oltre un terzo.
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La misura scaccia-crisi
L’alleanza a capo del Governo tedesco aveva dovuto abolire gli aiuti statali in seguito a una sentenza della Corte costituzionale, ripercossasi sul bilancio. Le ridotte disponibilità di budget imponevano di razionalizzare le uscite. Ma i problemi sono ora troppo evidenti da poter essere ignorati. Secondo un provvedimento emanato il 4 settembre, Berlino si accinge a stanziare ben 585 milioni di euro nelle prossime settimane, indirizzate alle aziende che scelgono auto green per i propri dipendenti. Almeno in un primo momento, i privati resterebbero esclusi.
Nel 2025 le imprese avrebbero modo di detrarre le tasse nel primo anno successivo all’acquisto fino al 40% del valore delle vetture full electric inserite in flotta. Gli aiuti continuerebbero a essere concessi pure negli anni successivi, sebbene in percentuale inferiore, fino al 6% al sesto anno. A partire dal 1° luglio 2024, l’agevolazione fiscale sarebbe estesa a veicoli con un prezzo di listino pari o inferiore a 95.000 euro, rispetto ai precedenti 70.000 euro. Attraverso una manovra retroattiva, il cancellierato tenterebbe di stimolare la domanda e mitigare gli effetti della crisi attanagliante il settore.
Volkswagen sull’orlo del baratro
In particolare, lascia poco sereni la situazione di Volkswagen. Il colosso di Wolfsburg versa in un periodo molto negativo. I portavoce hanno annunciato la possibilità di chiudere due stabilimenti, se gli stenti economici andassero avanti. Il direttore finanziario, Arno Antlitz, ha avvertito i dipendenti che VW ha solo “uno, forse due anni” prima di piombare nel caos. “Insieme, implementeremo misure appropriate per diventare più redditizi – ha spiegato il CEO, Oliver Blume, presente all’incontro -. Stiamo riportando Volkswagen dove il marchio merita di essere – questa è la responsabilità di tutti noi”. Alcune fabbriche rischiano, però, la chiusura nel Paese madre, date le difficoltà di bilancio.
Dunque, gli incentivi governativi rappresentano un tentativo di sostenere la produzione nazionale, salvaguardare l’occupazione e accelerare la transizione verso la mobilità ecologica. Oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, il provvedimento è stato pensato per contrastare la concorrenza estera e rafforzare la posizione della Germania quale leader tecnologico nel comparto delle quattro ruote. Tuttavia, l’efficacia degli eventuali interventi dipenderebbe da vari fattori, tra cui l’evoluzione delle batterie, la disponibilità delle infrastrutture di ricarica e le preferenze dei consumatori.