Nella notte tra il 24 e il 25 aprile, una figura ormai nota nella cronaca italiana è ricomparsa in Veneto, più precisamente a Riese Pio X, nel Trevigiano. Si tratta di “Fleximan“, o forse di un emulo, il misterioso personaggio noto per aver sabotato diversi autovelox tagliando i pali di sostegno con una smerigliatrice angolare, la cosiddetta “flex”. Questa volta, però, il tentativo non è andato a buon fine: l’allarme antifurto installato sull’apparecchiatura è scattato, mettendo in fuga il vandalo e impedendo il completamento dell’azione.
Un nuovo capitolo della saga
Secondo quanto riportato dai quotidiani locali e nazionali, l’episodio segna un nuovo capitolo nella saga delle azioni di protesta e vandalismo, a seconda delle interpretazioni, contro i dispositivi di rilevazione della velocità. Dopo l’ultimo caso analogo avvenuto a Bertiolo, in provincia di Udine, a dicembre, l’attenzione torna a concentrarsi su questo fenomeno che ha scatenato un acceso dibattito in tutta Italia.
Il Comune di Riese ha confermato l’episodio e ha già avviato le operazioni di ripristino del palo danneggiato. Le autorità locali hanno dichiarato che i dispositivi di sorveglianza saranno oggetto di potenziamento, al fine di prevenire ulteriori atti vandalici e identificare gli autori dei danneggiamenti.
Ma l’episodio di cronaca è solo la punta dell’iceberg. A Riese, infatti, si accende anche il fronte giudiziario e politico, con la nuova denuncia presentata dall’associazione “Altvelox”. Il gruppo, da tempo attivo nella contestazione della legittimità di questi dispositivi sul territorio, ha annunciato di aver sporto la quarta denuncia contro la sindaca di Riese Pio X e contro altre figure istituzionali.
Una controversia senza fine
Al centro della controversia vi è la presunta mancanza dell’omologazione delle apparecchiature autovelox, che secondo Altvelox sarebbero dotate soltanto di autorizzazioni amministrative, ma non conformi ai requisiti tecnici previsti dalla legge. In diversi casi recenti, alcuni Giudici di Pace hanno accolto i ricorsi presentati da automobilisti multati, proprio sulla base di questa presunta irregolarità.
La situazione ha suscitato un vivace dibattito anche tra i cittadini. Da un lato, c’è chi condanna senza appello i gesti vandalici come quello tentato da Fleximan, ritenendoli attacchi alla sicurezza stradale e alla legalità. Dall’altro lato, c’è chi interpreta questi gesti come una forma estrema, ma significativa, di protesta civile contro un uso percepito come eccessivo o illegittimo degli strumenti di controllo del traffico.
Il fenomeno di Fleximan, infatti, è diventato virale sui social e ha alimentato una sorta di mitologia popolare, a metà strada tra giustiziere e fuorilegge. Tuttavia, le autorità ricordano che si tratta di reati gravi, che mettono a rischio la sicurezza pubblica e comportano danni economici per le amministrazioni comunali.
La protesta non si ferma
Nel frattempo, l’associazione Altvelox prosegue la sua battaglia legale, annunciando nuove azioni e approfondimenti tecnici sugli autovelox installati non solo a Riese, ma in numerosi Comuni italiani. La vicenda si muove così su un doppio binario: da un lato il contrasto agli atti di sabotaggio, dall’altro l’indagine sulla regolarità delle apparecchiature e delle sanzioni emesse.
Quel che è certo è che il caso di Riese Pio X riporta al centro della discussione un tema sempre più attuale: il delicato equilibrio tra sicurezza stradale, trasparenza amministrativa e diritti dei cittadini. E con Fleximan ancora nell’ombra, la storia sembra tutt’altro che chiusa.