La protesta delle finte multe a Milano: cosa si nasconde dietro

A Milano si è scatenato un nuovo fenomeno, quello delle finte multe: l'iniziativa porta la "firma" di alcuni attivisti e veicola un importante messaggio

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 9 Luglio 2024 10:31

A Milano, sui parabrezza delle auto parcheggiate, hanno cominciato a spuntare dei foglietti rosa. Delle contravvenzioni? Non proprio, anzi per nulla. Infatti, le finte multe costituiscono un’iniziativa curiosa e abbastanza azzardata posta in essere dai cittadini meneghini, stufi della cattiva pratica di parcheggiare sui marciapiedi.

Monito ai “furbetti”

A causa dei seri disagi arrecati, dopo aver provato a lanciare dei messaggi di sensibilizzazione senza ottenere ascolto hanno pensato di avvertire i guidatori in modo originale. Le finte multe riportano la scritta “Questo non è un verbale”, a scanso di equivoci, e portano la ‘firma’ di un gruppo di attivisti, a quanto pare stufi di rimanere ignorati.

“2024, e ancora le persone non si fanno scrupoli a parcheggiare sul marciapiede prosegue il messaggio –. Veicolo, non importa se intralcia il passaggio è ugualmente un problema”. Numerose le violazioni: “Ti preoccupa più prendere una multa che essere d’intralcio per le persone con mobilità ridotta”, “non hai mai valutato la gravità della situazione”, “sei di fretta quindi ignori il problema”, “non hai mai dovuto affrontare una città piena di ostacoli”. Il testo termina con “la multa è falsa, ma c’è chi paga sempre”.

Come sottolinea Armanda Salvucci, presidente dell’associazione Nessunotocchimario, l’obiettivo è quello di contrastare l’abilismo, definito “un sistema discriminatorio fatto di pratiche, linguaggi, valori e convinzioni radicate nella nostra cultura secondo cui la disabilità è una devianza rispetto alla norma, e in quanto tale vale meno”.

Oltre a specificare che non si tratta di una multa nel vero senso della parola, i foglietti riportano un QR Code. Passandoci sopra con la fotocamera dello smartphone, si viene rimandati alla pagina Instagram sposta.mi e al sito web associato, dove vengono mostrate le diverse strade del capoluogo lombardo, rese inaccessibili dalla sosta selvaggia.

Il portale recita: “Perché sei in questa pagina? Hai parcheggiato la tua auto sul marciapiede pensando “tanto mi fermo due minuti”, o forse non hai trovato parcheggio ed eri in ritardo per quella riunione importante. Però la tua auto crea un ostacolo per chi si muove in sedia a rotelle, impedendo loro di passare con la stessa serenità con cui tu poi rientri a casa”.

Le brutte abitudini resistono

Il problema rappresenta una costante a Milano, con migliaia di trasgressioni registrate ogni anno, ree di ostacolare il passaggio di pedoni, carrozzine e passeggini. Le multe e i controlli eseguiti dalla Polizia Locale hanno avuto, purtroppo, effetto limitato. Sebbene non abbia, ovviamente, la pretesa di sostituirsi alle azioni delle autorità competenti, gli autori mirano a sensibilizzare la cittadinanza su un tema spesso sottovalutato, invitando al rispetto delle regole e delle esigenze altrui. In fondo, basterebbe usare il buon senso e “rinfrescare” la cara, vecchia educazione civile.

Tuttavia, i “furbetti” appaiono duri di comprendonio e vanno avanti imperterriti. A proposito, di pessime abitudini, Roma ha emanato il bando nelle scorse ore per 40 nuovi carri attrezzi adibiti alla rimozione dei veicoli in seconda (o, addirittura, terza) fila. A causa di alcune difficoltà sorte nell’iter burocratico (da sempre punto debole della nostra penisola), il provvedimento è arrivato in ritardo rispetto ai piani iniziali. Come si suol dire in questi casi, meglio tardi che mai…