Il mondo dell’auto sta vivendo un momento di grande transizione, che in un certo qual modo sta lasciando anche un po’ interdetti gli acquirenti. L’intenzione è infatti quella di abbandonare i motori endotermici nell’arco del prossimo decennio, almeno per quanto riguarda la vendita. Per la circolazione bisognerà aspettare sicuramente qualche anno in più.
Naturalmente però a questi ci vuole una valida alternativa. Al momento si sta spingendo tantissimo sull’ibrido e sull’elettrico con incentivi dati dai Paesi per favorire proprio questa transizione. In tal senso però c’è ancora scetticissimo e, diciamoci la verità, anche in Italia non tutto il territorio sembra pronto a recepire il cambiamento.
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Altri carburanti: cosa succede?
Per il momento sembrano essere state accantonate le ipotesi Metano e GPL. Pochi costruttori, infatti, si dedicano ancora alla realizzazione di auto con questa tipologia di carburante, nonostante la domanda sia ancora molto alta. In particolare, Renault e l’azienda satellite Dacia continuano a produrre vetture a GPL con risultati di vendita davvero incoraggianti.
C’è poi la questione idrogeno, allo studio da anni, ma che per il momento sembra essere ancora qualche passo indietro rispetto all’elettrico dal punto di vista dello sviluppo tecnologico. Toyota ad esempio ha investito in questa tecnologia con la Mirai, pur non ottenendo, per il momento, i risultati sperati.
Nuovi dazi in arrivo
C’è un altro carburante però che attira i costruttori e che permetterebbe di non abbandonare completamente i motori endotermici: il biodiesel. Si tratta nella fattispecie di un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili, deriva da un processo chimico che tratta oli vegetali e grassi animali. Per il momento gli esperti si dividono sul suo utilizzo perché c’è chi sostiene che il biodiesel possa portare a un innalzamento del prezzo delle materie prime e anche a un utilizzo delle terre coltivabili non più per alimentare la popolazione, ma per alimentare i veicoli.
Intanto però questo mercato esiste ed è fiorente, si stima che valga già 31 miliardi di euro l’anno. Proprio per questo la Commissione europea, dal prossimo 16 agosto, imporrà dazi antidumping che oscilleranno tra il 12,8% e il 36,4% sul biodiesel importato dalla Cina così da riequilibrare il mercato. Secondo quanto riportato da ANSA, l’UE aveva avviato un’indagine alla fine del 2023 dopo alcune segnalazioni di produttori di biodiesel in Europa che denunciavano prezzi eccessivamente bassi da parte degli stessi prodotti importati dalla Cina.
A fine indagine si è deciso di applicare dazi del 12,8% per il gruppo EcoCeres, del 36,4% per Jiaao, del 25,4% per Zhuoyue. Altri gruppi che hanno collaborato con l’indagine avranno dazi pari al 23,7%, mentre le società che non hanno mostrato collaborazione riceveranno dazi del 36,4%. Stando ai dati fatti circolare dall’EBB (European biodiesel board), la Cina con le sue esportazioni di biodiesel in Europa ha minato pesantemente la produzione dell’UE.
Chevron Renewable Energy Group ha dovuto licenziare diversi operai tedeschi. Shell ha per il momento congelato la costruzione di un nuovo impianto di biodiesel nei Paesi Bassi, Argent Energy ha chiuso una bioraffineria, mentre Bp sta fermando un progetto in Germania. Insomma proprio per queste ragioni l’UE ha deciso di intervenire in maniera dura.
Ultimi aggiornamenti: preoccupazioni da parte della Cina
Visto e considerato quello che abbiamo riportato sinora, possiamo affermare oggi che la Cina non nasconde certo l’enorme preoccupazione per quanto riguarda i dazi pianificati dall’UE nell’industria del biodiesel, come riporta l’ANSA. La Terra del Dragone infatti sostiene che questa nuova decisione presa dall’Europa possa addirittura andare a “ritorcersi contro” le politiche di Bruxelles.
He Yongqian, portavoce del ministero del Commercio, dichiara: “L’Unione Europea importa il combustibile verde dalla Cina per soddisfare le sue sostanziali esigenze di consumo, il che aiuta a raggiungere i suoi obiettivi di trasformazione ecologica e di risparmio energetico”, considerando tra l’altro che il nostro continente rappresenta il più grande mercato di biodiesel al mondo.
L’European Biodiesel Board ha annunciato proprio nei giorni scorsi, come abbiamo riportato qui sopra, che la Commissione UE ha proposto l’imposizione di nuovi dazi antidumping provvisori dal 16 agosto sull’import di biodiesel cinese.
Questo però, secondo la portavoce He, “non farà altro che aumentare i costi dei prodotti, indebolire gli interessi delle industrie e dei consumatori dell’UE e ostacolare gli sforzi di transizione verde europei e la cooperazione economica e commerciale tra Pechino e Bruxelles”.
E inoltre, He sottolinea quanto la Cina sostenga in prima linea “l’uso prudente delle misure di rimedio commerciale e sollecita l’UE a evitare l’adozione insensata di politiche protezionistiche, potendo risolvere questi problemi attraverso il dialogo e la consultazione per affrontare le preoccupazioni legittime” di tutte le parti, quindi non ci resta che attendere nuovi sviluppi.