Negli ultimi anni i riflettori si sono accesi sulla questione climatica. I grossi cambiamenti che hanno portato a veri e propri disastri in alcune parti del mondo hanno spinto i governanti a prendere coscienza che bisognava fare qualcosa e farlo in fretta per arginare il fenomeno. Naturalmente nell’occhio del ciclone sono finite anche le auto, colpevoli di produrre emissioni nocive per l’ambiente. Per prima cosa in Italia sono state studiate alcune giornate in cui fermare completamente o quasi la circolazione delle auto in determinate città per abbassare i livelli di smog.
Non è tutto però perché si è deciso anche di investire in nuove tecnologie. L’idea attuale, infatti, è quella di svincolarsi in breve tempo dai motori endotermici e lasciare sempre più spazio all’elettrico. In Europa ad esempio è stata scelto il 2035 come deadline finale per portare la commercializzazione degli EV al 100%. L’elettrico però non è l’unica cosa che interessa ai costruttori. In tanti, infatti, stanno investendo denaro anche su altre tecnologie alternative come l’idrogeno, gli e-fuel, i biocarburanti e altre soluzioni tecniche.
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Nuove regole sulle emissioni
A dispetto di un certo entusiasmo per tutte queste belle novità che sono in arrivo, bisogna registrare e riportare una crisi profonda che ha colpito il comparto automotive. Il Covid e tutto ciò che ne è conseguito ha portato ad un abbassamento dei volumi di vendita pazzesco che ancora oggi non è stato recuperato. Inoltre la transizione ecologica tanto voluta dall’Europa non sembra aver portato ai risultati sperati sinora, al punto che la scadenza fissata per il 2035 sembra vacillare sempre di più.
C’è un altro tema collegato però che sembra destare già le prime polemiche: stiamo parlando dei nuovi limiti sulle emissioni che entreranno in vigore a partire dal 2025. Secondo l’UE, a partire dal prossimo 1° gennaio 2025, le case costruttrici dovranno adattarsi a nuovi standard e si passerà da emissioni medie pari a 116 g/km di CO2 a 94 g/km. Un cambiamento questo che potrebbe mettere in seria difficoltà diversi costruttori che sarebbero poi costretti a pagare delle multe salatissime all’Europa.
Le conseguenze
Tutto questo potrebbe diventare una spinta decisiva a far finire nel baratro diversi marchi che già stanno vivendo una crisi di vendite pesantissima. A dare la dimensione del disastro che si vive all’interno del comparto auto c’è ad esempio la situazione in Volkswagen. Il colosso tedesco per la prima volta nella sua storia è arrivato a valutare chiusure in Germania.
Proprio per questo Luca De Meo, CEO del Gruppo Renault, presidente ACEA, come riportato da Autoweek, ha rimarcato che questo cambiamento potrebbe costare alle Case circa 15 miliardi di euro in multe. Inoltre, a causa dei numeri scarsi delle auto elettriche, il numero uno del Marchio francese ha fatto notare che ci potrebbe essere un calo nella produzione legato a queste regole con una perdita in termini di veicoli pari a 2,5 milioni unità. Numeri sicuramente impressionanti, ma che danno la dimensione della situazione spinosa che sta vivendo un po’ tutto il comparto auto. Staremo a vedere se nelle prossime settimane tale limite verrà limato nuovamente verso l’alto per “salvare” alcuni Marchi.