Perchè il Comune di Pordenone spegne tutti gli autovelox

Il Comune di Pordenone decide di spegnere i suoi autovelox, per evitare di andare incontro a fastidiosi ricorsi riguardanti le multe per l'alta velocità

Foto di Tommaso Giacomelli

Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 8 Maggio 2024 12:17

Gli autovelox continuano a far rumore in Italia. L’ultima nuova arriva direttamente dalla città di Pordenone, dove il Comune cittadino ha preso una decisione che va sicuramente contro corrente e che è destinata, forse, a fare scuola: spegnere tutti gli autovelox del territorio. Qualcuno potrebbe pensare a qualcosa di molto strano e inatteso, dato che – spesso e volentieri – questi dispositivi per il controllo della velocità sono una fonte di lauti ingressi nelle casse comunali, a fronte del comportamento scriteriato di moltissimi utenti della strada. Dunque, come mai questa scelta all’apparenza così impopolare? Anche se in tanti sotto traccia sono pronti a esultare.

Spegnere gli autovelox: il perché

Superato il periodo di terrore con l'”eroe” silenzioso e senza nome di Fleximan, adesso arriva un’altra notizia che riguarda gli autovelox e che è destinata a essere analizzata: Il Comune di Pordenone ha spento tutti i suoi dispositivi per rilevare la velocità di motociclisti e automobilisti per evitare i ricorsi. Questo è l’effetto dipeso dalla sentenza della Cassazione che alla fine del mese di aprile ha cancellato la multa per eccesso di velocità presa a Treviso da un automobilista in tangenziale. Friuli Venezia Strade, l’ente gestore della rete principale della viabilità regionale invece non ci sta e li lascia accesi.

Il casus belli riguarda, dunque, una sentenza che ha dato ragione a un avvocato del foro di Treviso che contestava una multa per eccesso di velocità presa dal suo assistito, che procedeva a 97 chilometri orari sui 90 che rappresentavano il limite. Motivo del contendere un dispositivo per il controllo elettronico della velocità dei veicoli sulle strade non omologato. La multa andava infine cancellata.

La reazione è stata inequivocabile: autovelox spenti. Sulla questione si è espressa anche la polizia locale di Pordenone: “Almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza sull’interpretazione concreta della sentenza – ha spiegato il comandante Maurizio Zorzetto al Gazzettino – la decisione è stata questa“. La strada intrapresa è quella di non dare adito a nuovi ricorsi, che finirebbero esattamente come quello del 22 aprile.

Non tutti sono d’accordo

C’è anche chi si oppone a questo eccesso di prudenza manifestata dal Comune di Pordenone, infatti esiste una frangia di persone che legge e interpreta la sentenza della Cassazione come un fermo mirato solo ad alcune tipologie non omologate di autovelox e, di conseguenza, va avanti con il tran tran consueto, quindi, con le multe figlie dei flash.

La rete coperta da Fvg Strade – ha spiegato ad esempio l’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante – al momento mantiene in funzione tutti i dispositivi di controllo della velocità, dato il tipo di dispositivi tecnologia alla base degli stessi“. Si parla ad esempio della fotocamera che immortala le auto sulla Pontebbana a Codroipo, simile a quella della Napoleonica a Castions di Strada e a quella sulla Ferrata nei pressi di Madrisio. Stesso discorso per i rilevatori sulla strada della Valcellina. Ma soprattutto per i nuovi velox sulla Cimpello-Sequals. Insomma, la situazione che riguarda questi dispositivi, nati come deterrente per le infrazioni ad alta velocità su strada, continua a tener banco in tutto il Belpaese.