Un altro nuvolone scuro si abbatte sull’auto tedesca, dopo le voci di tempesta che capeggiano sulla crisi di Volkswagen e sulla possibile chiusura di uno o più impianti nel corso dei prossimi mesi. Adesso tocca a un’altra istituzione teutonica fronteggiare un’avversità non da poco: BMW. Il marchio bavarese è costretto al richiamo di 1,5 milioni di vetture per problemi ai freni IBS. Si prevede un danno ingente.
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Le paure di BMW
Dicevamo come stia soffiando un’aria di tempesta sopra la grande industria tedesca dell’automobile. Tra i pensieri nebulosi di Volkswagen sull’elettrico, la potenziale chiusura dell’impianto di Bruxelles da parte di Audi, adesso si aggiunge la problematica di BMW. Si stima che il richiamo di oltre un milione e mezzo di veicoli comprometterà il raggiungimento degli obiettivi aziendali prefissati, portando a picco le stime.
In questo 2024 le consegne di veicoli dovrebbero diminuire leggermente rispetto al 2023 che, tuttavia, era stato un anno da record. Questa performance avrà delle ripercussioni sulla redditività dell’azienda, dato che il margine operativo del settore automobilistico, la divisione di punta del gruppo, dovrebbe ora essere compreso tra il 6% e il 7%, rispetto al precedente 8%-10%, secondo quanto riportato in un comunicato stampa. In borsa, il costo delle azioni BMW è sceso di quasi l’8% in seguito all’annuncio della maxi operazione di richiamo.
Il richiamo delle auto
BMW non soltanto dovrà occuparsi di richiamare modelli già circolanti, ma anche in pronta consegna, perché il problema al sistema frenante riguarda anche quest’ultimi. Tutto ciò potrebbe comportare dei costi di garanzia aggiuntivi nell’ordine di diversi milioni di euro, secondo le stime effettuate proprio da BMW. Secondo quanto dichiara il comunicato rilasciato dalla casa automobilistica tedesca, il problema è stato individuato nel sistema frenante integrato (IBS) realizzato da un fornitore.
Intanto, i richiami riguardano numerose serie di modelli BMW prodotte dal giugno 2022 al 2024, questo è ciò che sostiene la rivista Auto, Motor und Sport. È possibile che siano stati installati componenti che potrebbero causare un guasto al sistema antibloccaggio dei freni. Di seguito le vetture che sono oggetto dell’operazione di richiamo:
- BMW Serie 2 Active Tourer (U06)
- BMW X1 incl. iX1 (U11)
- BMW XM (G09)
- BMW X5M LCI (F95)
- BMW X6 LCI (G06)
- BMW X6M LCI (F96)
- BMW X7 LCI (G07)
- BMW Serie 5 Sedan incl. i5 (G60)
- BMW Serie 7 Sedan (G70)
- BMW Alpina XB7
- Mini Cooper (F66 e J01)
- Mini Countryman (U25)
- Rolls-Royce Spectre (RR25)
Poco sostegno dalla Cina
In questo scenario poco allettante si aggiunge un mercato cinese, punto di riferimento assoluto per il marchio tedesco, che sta tradendo le previsioni. La domanda troppo debole all’interno dei confini della Cina sta causando un impatto molto negativo sui dati di vendita. “Nonostante le misure di sostegno del governo, la riluttanza all’acquisto continua“, si legge in un comunicato rilasciato da BMW.
Anche l’affaire asiatico contribuisce in modo netto al cambio degli obiettivi che tutti quanti a Monaco speravano potessero essere diversi. Ora, non resta che rimboccarsi le maniche e affrontare nel migliore dei modi le avversità, sperando che all’orizzonte ci possa essere qualche gioia in più e un po’ di serenità.