Tutto rimandato di qualche settimana. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, ha fatto sapere che il decreto sull’omologazione degli autovelox non sarà trasmesso a Bruxelles, come previsto in precedenza. La decisione è arrivata su indicazione di Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti.
Il motivo è semplice: sono necessari ulteriori approfondimenti prima di poter completare lo schema del decreto e avviare l’iter che porterà alla sua approvazione, necessaria per risolvere il problema dei criteri di omologazione degli autovelox su cui non è ancora arrivato l’atteso intervento normativo.
La questione riguarda i criteri di omologazione dei nuovi autovelox che devono soddisfare una serie di requisiti per poter entrare in funzione. Si tratta di un tema che abbiamo già evidenziato in più occasioni su Virgilio Motori e che sta bloccando le amministrazioni locali, impossibilitate a installare nuovi sistemi per il monitoraggio della velocità.
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Cosa prevede il decreto
La bozza del decreto, che sarà oggetto di approfondimenti da parte dei tecnici del Ministero, punta a chiarire le procedure di omologazione degli autovelox che, dopo essere stati approvati, non possono entrare subito in azione. Come chiarito anche dalle sentenze della Cassazione, approvazione e omologazione sono due procedure distinte che devono essere entrambe completate per poter rendere valide le multe legate alle infrazioni rilevate da un autovelox.
Il nuovo decreto, per il momento, si compone di 7 articoli e si occupa di andare a definire requisiti e procedure per omologazione, taratura e verifica del funzionamento dei sistemi utilizzati per la rilevazione della velocità. In particolare, all’articolo 6 si legge che: “i dispositivi o sistemi approvati secondo quanto previsto dal decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del 13 giugno 2017, n. 282, essendo conformi alle disposizioni dell’allegato tecnico, sono da ritenersi omologati d’ufficio“.
La bozza del decreto, ora bloccata, prevedeva la definizione di una misura transitoria per omologare in automatico tutti gli autovelox approvati a partire dal giugno del 2017. In questo modo, i sistemi oggi attivi potranno continuare a funzionare nel rispetto della normativa vigente. In questo momento, le multe legate alle rilevazioni di un sistema non omologato (anche se approvato per l’utilizzo) possono essere impugnate dagli automobilisti con l’obiettivo di ottenere l’annullamento. Il testo iniziale del decreto puntava a una vera e propria sanatoria per cercare di porre fine ai ricorsi sulla questione.
Cosa succede adesso
Nella nota diffusa dal Ministero viene chiarito che “servono approfondimenti“, probabilmente di natura tecnica e legale, per poter completare gli step necessari al completamento dell’iter legislativo e alla successiva entrata in vigore del provvedimento. A questo punto, è necessario andare a monitorare la questione. Ulteriori aggiornamenti sul caso dovrebbero arrivare già nel corso della prossima settimana.
Sull’attuale stato degli autovelox si era espresso il Codacons che ha sottolineato che “gli apparecchi di rilevazione automatica della velocità non a norma debbano essere spenti e non possono elevare sanzioni verso gli automobilisti“. Le prossime mosse del Ministero serviranno a chiarire l’attuale situazione, garantendo il rispetto della normativa vigente sia da parte degli automobilisti, tenuti a rispettare i limiti di velocità, che da parte delle amministrazioni locali, obbligate a utilizzare sistemi di rilevazione della velocità omologati.