Il mondo dell’auto è sempre più in fermento per quanto concerne la famosa ormai transizione ecologica. L’Europa ha posto come deadline il 2035 per rendere tutte le auto vendute ad emissioni zero. Nella corsa all’ecologia che sembra avere un certo vantaggio è l’elettrico che sta conquistando man mano i listini di quasi tutti i colossi automobilistici. Allo stesso tempo però sono al vaglio anche altre soluzioni interessanti come l’idrogeno o i biocarburanti. Insomma la situazione è ancora in divenire.
Purtroppo però, se da un lato c’è del fermento, dall’altro lato, quello dei clienti, c’è un certo immobilismo dovuto a svariati fattori. Per prima cosa c’è una certa diffidenza verso le nuove tecnologie e poi c’è sicuramente un problema economico che ha mandato il mercato dell’auto letteralmente in crisi negli ultimi 4 anni. A riprova di ciò ci sono i dati della Clepa, l’associazione europea dei fornitori del settore automobilistico. A quanto pare dal 2020 ad oggi, in Europa, si sono persi 86.000 posti di lavoro.
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I dati della crisi
A risentirne di più in tal senso è stata la Germania con quasi il 60% dei tagli, che corrispondono a 52.000 posizioni perse. Solo poche settimane fa è emerso che proprio nel Paese tedesco Volkswagen sarebbe in procinto di chiudere per la prima volta nella sua storia una fabbrica. Un evento per certi versi epocale che dimostra la portata della crisi che ha colpito l’intero settore automobilistico.
Naturalmente la Clepa, con questo report vuole accendere i fari sulla situazione e lanciare un grido d’aiuto alla classe politica. Solo nel primo semestre del 2024 sono stati annunciati altri 32.000 tagli superando addirittura i volumi riscontrati durante la pandemia. Nel 2020 i tagli annunciati erano stati 29.000. A quanto pare questa crisi sarebbe dovuta ad un calo della domanda, al ritardo degli investimenti in nuove tecnologie e all’aumento dei costi di produzione.
Un po’ di ottimismo
In tutto questo pessimismo però emerge un piccolo spiraglio di luce per l’industria dell’auto. La Clepa, infatti, ha evidenziato che si sono venuti a creare 29.000 posti di lavoro di cui 19.000 solo nel settore dell’auto elettrica. Naturalmente su tutta la filiera pesa anche la forte concorrenza asiatica, che produce vetture di buona fattura a basso costo entrando in pesante concorrenza con i costruttori europei, che perdono fette di mercato e di conseguenze sono costretti poi a ridurre la propria produzione. Proprio a tal proposito è nata la diatriba che vede protagonisti Europa e Cina per quanto concerne i famosi dazi che avrebbero il compito di equiparare i prezzi tra le vetture del Vecchio Continente e quelle del Paese asiatico.
Stiamo vivendo sicuramente una fase molto complicata per tutto il mercato delle auto. L’aumento della produzione su vasta scala dei veicoli elettrici, come già sta avvenendo, porterà inevitabilmente ad un abbassamento del prezzo di questi ultimi. Ci vorrà però del tempo e bisognerà capire quali direzioni prenderanno un po’ tutti i costruttori in questa transizione ecologica tanto decantata, ma che presenta contorni ancora poco chiari ed opachi. Per le “braccia” di questo settore, invece, sarà essenziale aggiornarsi e stare al passo con le novità tecnologiche.