MotoGP Austria, Bagnaia batte Martin e torna in vetta: le pagelle

Bagnaia e Ducati dominano una gara “congelata” dai primi tre, che come sono partiti, tali sono saliti sul podio.

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Alex Ricci

divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Su uno dei circuiti più brevi e al tempo stesso veloci del campionato MotoGP, abbiamo assistito a una gara “congelata” dai primi tre, che come sono partiti, tali sono saliti sul podio. Ma diversamente dalla noia, è stata una prova spettacolare, foto ricordo dell’estate Ducati, trascorsa da dominatori della classe regina. Vediamo chi sale e chi scende nelle pagelle del Gran Premio d’Austria di Spielberg.

I top 3

Jorge Martin: 8 – era leader del campionato prima di questo weekend austriaco e nel voler limitare i danni contro un Bagnaia che non gli ha mai concesso la speranza di un attacco, si è aggiudicato il secondo posto e ora insegue in classifica di cinque recuperabili punti. Al tempo stesso ha dato la stessa cura ricevuta a Enea Basitanini che si è classificato dietro di lui, in un’istantanea di questo G.P. e di questa stagione di dominio Ducati. Bello il duello a distanza, basato sui punti che speriamo ci tenga nell’incertezza fino all’ultima curva del campionato.

Enea Bastianini: 7,5 – fare il miglior attore non protagonista non è facile e tutto il talento, il lavoro e la bravura dell’interpretazione rischiano di passare sottotraccia. Non è un segreto ormai che le prove di Enea Bastianini siano al livello di quelle del compagno di team, ma con un due volte campione del mondo quasi imbattibile, serve coraggio e forza mentale per stare sul pezzo e non mollare nemmeno un punto disponibile. Il terzo posto dell’Austria vale come una doppietta. E chi li fermava quei due là davanti? Campione di costanza.

Francesco Bagnaia: 10 – a metà stagione, con una rincorsa simile su Martin e la sempre incerta prima posizione in classifica, trovare nuovi complimenti non è facile. Per non essere banali, diciamo che fare una corsa di ventotto giri, su una pista abbastanza veloce come quella di Spielberg, incrementando il proprio vantaggio nei giri finali, è cosa veramente da fenomeni. Un capolavoro a cui tutti sotto il box Ducati avrebbero messo la firma se gli si fosse prospettata per certa. Ecco che lontano dalle bagarre e dai sorpassi decisivi, si può ammirare il vero successo di un pilota e di un’azienda che domina come poche altre volte abbiamo visto.

L’eroe di giornata

Marc Marquez: 7,5 – è indubbiamente Marquez l’eroe di questa corsa austriaca. Il pilota del team Gresini ha accusato qualche difetto ai comandi del’assetto nella fase di partenza e il suo scatto allo spegnimento del semaforo si è fatto più complicato del solito, tanto da arrivare lunghissimo alla prima curva, accompagnato da Morbidelli, toccato nel gruppo qualche metro prima. Apparentemente in affanno, ha messo giù qualche sbandata, ma si è salvato fino a rimontare su tutti gli inseguitori e infilando nell’ordine, Bezzecchi e Binder, lasciato a combattere da solo dal compagno Miller. Il suo quarto posto è un ottimo risultato data un’evidente differenza tra la sua Ducati e quelle di vertice. Lui è stato preso per questo, quindi e le prestazioni confermano.

I flop 3

Jack Miller: 4 – in Austria poteva essere la gara delle KTM che, senza nulla togliere, non avrebbero comunque potuto fare molto contro Bagnaia e i suoi ospiti del podio, ma vedere le due moto di Mattighofen inseguire i primi tre aveva acceso la gara di arancione. La banale scivolata di Miller all’undicesimo giro non gli ha solo fatto perdere il contatto con i primi, ma ha lasciato il suo compagno Binder alla mercé degli attacchi del solito Marc Marquez. Se fossero rimasti insieme si sarebbero protetti a vicenda rendendo più dura la vita all’otto volte campione del mondo. Invece è finita che anche binder si è fatto mangiare dall’avversario spagnolo e per le “kappa” si è conclusa un’altra gara opaca come questa stagione all’insegna dell’ennesima cattiva prestazione dell’australiano.

Pedro Acosta: 4,5 – per la seconda gara consecutiva, Pedro Acosta ha livellato le sue ondivaghe prestazioni. Peccato lo stia facendo verso il basso e non il contrario. Ciò non cancella quanto di buono mostrato fino ad oggi e tantomeno non lo scalza dalla posizione di vero grande rookie del 2024, ma sarebbe stato più bello vederlo combattere ogni domenica per le prime sei posizioni. Forse tutto questo rallentamento è l’evidente calo di chi sta ancora imparando, ma i fenomeni ci hanno mostrato più e più volte che solo quello sanno fare; “i fenomeni”. Noi lo aspettiamo e mettiamo nel “carrello” i dovuti apprezzamenti per quando se lo meriterà. Peccato perché la tredicesima posizione finale è un po’ lontana dalle zone a cui ci aveva abituati in primavera. Dispiace anche per la Gas-Gas che a Spielberg ha di fatto il G.P. di casa.

Lorenzo Savadori: 4 – l’unica attenuante alle sue prestazioni è legata al ruolo di collaudatore Aprilia, chiamato in causa “ad honorem”, per provare pezzi e fare sviluppo tre volte l’anno. Ma Lorenzo Savadori “terzo uomo”, non è gratificante come vederlo in piena corsa per qualche posizione ogni domenica. Detto questo, ci si aspetta comunque che il talento di cui è dotato venga fuori e possa (ricordando Pedrosa), fare la differenza anche una volta l’anno. Peccato, ma il ventesimo posto con una moto che conosce vite per vite è un po’ poco. Non che i titolari se la passino meglio, ma lo sport insegna che a chiamata si risponde.