MotoGP, centrato in pieno il campione: le prime foto in ospedale

Il campione di MotoGP, Jorge Martin, è stato protagonista di un altro terribile infortunio. Al rientro in Qatar è stato travolto dall’alfiere di punta del team VR46

Foto di Davide Russo

Davide Russo

Giornalista automotive

Napoletano di nascita, laureato in giurisprudenza, è giornalista pubblicista con la passione per il motorsport e l'automotive con un occhio alle innovazioni e alla storia della F1. Il suo motto: ''I believe that everyone has a calling, Motorsport is my true passion!''.

Pubblicato: 15 Aprile 2025 12:45

Mai nella storia della classe regina del Motomondiale il campione in carica ha vissuto un inizio così traumatico. Il passaggio dalla Ducati all’Aprilia per Martin è stato tutt’altro che indolore. La sfortuna è iniziata durante i primi test collettivi sul tracciato di Sepang. In Malesia, complice un high-side, Martin si è fatto male alla mano destra. È stato costretto a un intervento chirurgico e a saltare tutto il resto del pre-campionato.

Era tornato in sella a una supermotard, in un test privato in Spagna, per farsi trovare pronto per la prima trasferta stagionale in Thailandia, ma ha subito un altro incidente, fratturandosi questa volta la mano sinistra. L’ennesimo brutto crash ha spinto il madrileno a prendersi tutto il tempo necessario prima di salire sulla RS-GP25. Dopo aver ammirato i suoi colleghi dal divano nei primi 3 round stagionali, finalmente, aveva ricevuto l’ok dei medici per affrontare il GP del Qatar. L’obiettivo dell’ex centauro della Pramac era quello di completare, semplicemente, la gara.

La dinamica dell’incidente di Martin

Dopo aver concluso la Sprint Race al 15° posto, sebbene avesse accusato un dolore acuto alla mano sinistra, il giorno dopo ha preso parte alla sfida domenicale. A 9 giri dal termine del Gran Premio Martin è crollato su un cordolo ed è stato centrato da Fabio Di Giannantonio. Il ducatista era in scia e non ha potuto evitare l’impatto. La ruota anteriore del romano ha preso in pieno il fianco destro di Martin. Si è subito capita la gravità della situazione. Jorge è rimasto fermo a terra, accusando un forte trauma toracico.

A bordo pista sono arrivati i soccorsi e il pilota dell’Aprilia è stato portato al centro medico del circuito, dove gli è stata diagnosticata una contusione costale sul lato destro con pneumotorace. In seguito il dottor Angel Charte, responsabile medico della MotoGP, ha aggiunto ai microfoni di DAZN: “Jorge Martin si è sottoposto a una TAC che ha evidenziato un aumento del pneumotorace, questo renderà necessario il posizionamento di un drenaggio in aspirazione. Il pilota dovrà rimanere sotto osservazione per qualche giorno in ospedale sino a risoluzione del pneumotorace“. Il centauro spagnolo si è fratturato 11 costole e, oramai, la sua annata appare compromessa.

L'infortunio di Jorge Martin
Fonte: ANSA
Le immagini di Jorge Martin in ospedale

Il messaggio del campione dall’ospedale

Il campione del mondo ha pubblicato sui social due foto e un messaggio importante: “Grazie a Dio. Sarebbe potuto andare molto peggio. Cercherò di tenervi aggiornati“. Dai primi rumor è ipotizzabile uno stop di un paio di mesi, ma ogni previsione al momento risulterebbe un azzardo. I medici stanno seguendo lo sviluppo degli eventi e sono stati tanti i piloti a scrivere un messaggio di solidarietà allo spagnolo.

Dopo il drammatico episodio, ai microfoni di AS, Fabio Di Giannantonio ha dichiarato: “Mi sono trovato il suo corpo davanti in un punto in cui andiamo a 160-180-200 km/h. Non avevo la possibilità di andare da nessuna parte e così l’ho colpito. A fine gara mi sono fermato subito davanti al suo box perché volevo sapere come stava e mi hanno detto che stava ‘bene’. Mi è venuta la pelle d’oca, è stata la scena più brutta della mia vita. Sono rimasto un po’ sorpreso dal fatto che non avessero esposto la bandiera rossa perché lui è rimasto in pista per qualche giro, ma poi alla fine non è stata necessaria. Ho continuato a spingere per tutta la gara, ma non riuscivo a smettere di pensare a lui, perché avevo paura“.