Ferrari, il passo avanti non c’è stato: si corre per sopravvivere

Il piccolo passo in avanti che serve a poco: la Rossa deve reagire, e subito, perché l'obiettivo è tutt'altro

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Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 14 Aprile 2025 11:21

In Bahrain, la versione 2.0 della solita Ferrari. Quel pelino meglio che non basta e non serve alla causa primaria. Un team aggrappato a un “dobbiamo capire” che suona ormai come una blasfemia. Podio perso con Leclerc? Sì. E allora? Il problema non certo questo. La Rossa gioca a sopravvivere, mentre là fuori c’è chi corre per vincere. A Maranello si sono dimenticati com’è che si fa. Si accontentano. Fanno notare il passettino in avanti. E chi se ne frega della Safety Car inopportuna o delle “strategie ottimizzate”. Serve altro. Subito.

Vasseur percula sempre e comunque

Una “macchina da guerra” fa farebbe comodo in fretta. Non un cavolo di compromesso. Vasseur ride troppo. E no, non è una bella cosa. È sorridente mentre gli altri vincono. Mentre il suo amico Zak Brown porta a casa trofei e lui batte le mani come uno spettatore. Ma ai tifosi non frega nulla delle pacche sulle spalle tra boss. Vogliono vedere Fred festeggiare la Ferrari, non applaudire chi l’ha battuta.

McLaren ti ha soffiato il mondiale costruttori, e invece di avercela un po’ sullo stomaco, pare quasi che ti sia simpatica. Poi quella frase a caldo dopo la qualifica… “Dobbiamo essere ambiziosi partendo terzi” (prima fila dopo la squalifica di Russell). Al netto di come sono andate le cose, l’ambizione non si vende ai microfoni. Si costruisce con le mani sporche in fabbrica. Si misura in curve fatte bene e in aggiornamenti che pesano davvero. A proposito dell’ultima novità.

Il nuovo fondo doveva regalare due decimi al giovedì, mentre il beneficio si è ridotto a qualche centesimo la domenica. Fred minimizza. Dice di non aspettarsi miracoli. Ma che è successo? Il vantaggio supposto non c’è e quindi si cerca di togliere aspettative? Il ragionamento più plausibile sembra proprio questo. Le incongruenze puzzano da lontano. Altra perculata che non sfugge all’Ingegnere del Lunedì e andava fatta notare senza alcun tipo di discrezione.

Il resto dei problemi Ferrari

È il solito refrain: Leclerc ci mette l’anima e la SF-25 risponde con un colpo di tosse. Nel primo stint si ritrova con una macchina che scivola un po’ troppo, soffre di sovrasterzo e non frena come dovrebbe. Cosa fa lui? Gestisce con mestiere e si inventa un secondo stint da incorniciare. Ma appena inizia a vedere luce in fondo al tunnel, dove la speranza sembra fare l’occhiolino, ecco la Safety Car che spegne tutto.

Quello che doveva essere il suo vantaggio strategico viene vaporizzato in un attimo. E, come detto, succede. Chi se ne frega. Poi, la Ferrari lo rimanda in pista con delle Hard che sembrano sabbia compressa. Risultato? Una macchina che non gestisce bene le traiettorie e perde trazione. Ma l’ambizione di cui sopra dov’era? Non si poteva osare montando una mescola Soft? Mercedes lo ha fatto con Russell, tenendo dietro Norris.

Ma il piano non era fattibile. Lo stesso Leclerc conferma. Perché? Semplice… la SF-25 non sa gestire le gomme come Mercedes e McLaren, altro difetto su cui spendersi. Il monegasco ha ragione quando dice che la SF-25 non è una macchina completa. In questa fase è un progetto traballante: non performa come si vorrebbe, offre feedback spesso incerti e costringe il pilota a guidare su un filo di rasoio. Senza rete. Aiuto.

C’è pure Lewis, che ha girato l’ultima parte di gara con il volto di uno che sta facendo una maratona in ciabatte. Soffre troppo e non lo merita. Deve adattarsi ai problemi e cercare di sopperirli. Con sei annate di brutte esperienze alle spalle, Charles è scafato. Oramai abile a galleggiare tra i vizi di Maranello. Ma Hamilton no. Si ritrova a calpestare i suoi sogni, intrappolato in quella maledetta abitudine della Ferrari che non passa mai: perdere…