Ferrari limitata dal T2: analisi prove libere GP Giappone

I problemi di sottosterzo rallentano le due SF-25, che perdono molto terreno nel secondo settore della pista di Suzuka

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Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 4 Aprile 2025 06:04

I guai della Ferrari non sono ancora alle spalle. Il Cavallino Rampante approda a Suzuka senza novità tecniche, puntando a sfruttare le condizioni ambientali favorevoli e le tre sessioni di prove libere per valutare a fondo il reale potenziale della SF-25. Questo è, in sintesi, il piano di lavoro del team di Maranello, che mira a individuare il miglior assetto possibile per ottimizzare le prestazioni dell’auto, dopo un’intensa fase di studio al simulatore nella scorsa settimana.

Carenza di rotazione con le Medium

Nel primo run della seconda sessione di prove libere,  le due Ferrari scendono in pista con gli pneumatici a banda gialle. In totale, parliamo di 4 giri lanciati, dove di fatto si studia la messa a punto di base con una mescola che offre una certa continuità di rendimento. A quanto sembra, le Rosse hanno un bilanciamento di base discreto e, come anticipato, hanno costruito il giro sul primo settore. Nello snake il rendimento sembra buono.

Tuttavia, rispetto alla McLaren, sebbene nei cambi di direzione il comportamento della vettura è piuttosto stabile, c’è un piccolo ritardo di un decimo. Nel secondo settore il distacco aumenta di un altro decimo. In questo caso, il problema principale emerge al tornantino, curva 11, dove le due SF-25 non riescono a chiudere bene la traiettoria. Si nota una certa carenza di rotazione nel lento, che gli stessi piloti fanno notare in radio.

Per il resto, anche nelle curve 13 e 14 le traiettorie non sono perfette, un pelo lontane dal punto di corda. Tuttavia, nel T3 le Rosse recuperano un decimo anche grazie al minore carico installato rispetto alle vetture color papaya. In linea generale emerge una leggera instabilità nei tratti più guidati che senza dubbio va curata. Interessanti i giri di cool down, molto diversi tra Hamilton e Leclerc: parliamo di un minuto di differenza.

Sottosterzo anche con le Soft

Dopo una pausa ai box, dove i meccanici del britannico lavorano sotto il cofano della numero 44, le due SF-25 tornano in pista. Questa volta, entrambe calzano le Pirelli cerchiate di rosso, le Soft per intenderci. In linea generale l’atteggiamento delle monoposto resta il medesimo. Le vetture mostrano un equilibrio abbastanza buono, ma, come in precedenza, il sottosterzo è presente e limita le performance in curva 11.

Dopo un breve passaggio davanti alla piazzola dei box, con tanto di ritocco all’ala anteriore per cambiare il carico sull’avantreno – addirittura 5 click per Charles, solo due per Lewis – si cerca di trovare il giusto compromesso per bilanciare quanto più possibile la vettura italiana. Per quanto riguarda l’attivazione delle coperture l’interpretazione è complicata, in quanto, in più di un’occasione, il giro è stato abortito.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)
Fonte: Getty Images
il monegasco Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-25 nelle Fp1 del Giappone

Resta da capire se la temperatura degli pneumatici era perfetta, perché l’extra aderenza dei compound pareva buona, ma non ottimale. Senza dubbio, il team deve studiare tutti i dati raccolti in queste Fp1 per capire come minimizzare la carenza di rotazione. Non parliamo di un forte sottosterzo: sembra minore rispetto ai primi due appuntamenti. Tuttavia, incide sulla prestazione totale sul giro.

Simulazione passo gara con le Medium

Nell’ultima fase della prima sessione di prove libere del Gran Premio del Giappone, Ferrari si dedica alle prove high fuel. Serbatoi pieni, pertanto, per simulare il rendimento della monoposto con un alto quantitativo di carburante a bordo, sulla distanza dei 300 km. Sostanzialmente, anche in questo caso, l’handling delle Ferrari non si mostra tanto differente. Il sottosterzo resta, specie sulla vettura di Hamilton.

Le SF-25 mettono assieme circa 6/7 passaggi. Possiamo dire che i tempi sono abbastanza costanti, senza mostrare un degrado eccessivo. Gli ingegneri di pista, Bryan Bozzi e Riccardo Adami, si premurano di offrire tutto il supporto del caso, tramite diversi consigli su settaggi quali brake balance e differenziale a centro curva. Come detto è l’inglese che sembra soffrire maggiormente, con una carenza di rotazione superiore rispetto al compagno. Si notano però troppi scivolamenti al retrotreno, senza contare alcune correzioni al voltante.

Verso la fine della mini simulazione, Leclerc ha rallentato il passo, entrando un po’ in sofferenza con le gomme. Mentre al contrario, Hamilton, ha migliorato il suo ritmo. Con ogni probabilità, questo atteggiamento si rifà ai test sulle gomme, dove si è iniziato lo stint in maniera differente per capire il consumo delle coperture. Per concludere: Ferrari buona, ma non perfetta. Serve un passo avanti sul set-up per curare il sottosterzo ed esprimersi al massimo delle possibilità.

F1, GP Giappone Fp2: la carenza di rotazione fa ancora presenza

Per il primo run della seconda sessione di prove libere, ambedue le vetture italiane abbandonano la pitlane con gli pneumatici Hard. Una mescola ancora più stabile rispetto alle Medium, per verificare i ritocchi realizzati al set-up, nel tentativo di limitare il tedioso sottosterzo che affligge la Rossa. Tolta la mode warm utilizzata nel giro di lancio, si passa alla mappatura push per il primo tentativo.

Il britannico alza il piede nel T1, mentre Charles conclude il giro. Un piccolo snap alla 11, il tornantino, sottolinea le difficoltà della SF-25 nei tratti più lenti. Molto meglio Lewis nel giro seguente, che attraverso l’errore ha avuto modo di centrare al meglio le temperature di esercizio delle mescole. Il monegasco deve migliorare il suo rendimento nelle curve 1, 2, 3 e 4. Bisogna stare pure attenti all’overheating, sempre in agguato.

Leclerc stava migliorando i suoi riscontri, ma la doppia bandiera gialla seguita poi dalla red flag lo stoppa. In curva 1 la Alpine di Jack Doohan si insabbia. Tornando alla Ferrari, va detto che curva 11 è molto peculiare, in quanto si stacca con un certo angolo di volante e un banking che spinge verso l’esterno. Pure la McLaren non centra alla perfezione l’apice in quel punto. L’importante è massimizzare l’uscita per la trazione verso la Spoon, curve 13 e 14, per sfruttare l’allungo. Circa 15 minuti di pausa e si riparte, sempre gomme Hard.

Lewis soffre una sbavatura sempre alla 11: sottosterzo in entrata che si trasforma poi in eccesso di rotazione in uscita. Meglio Leclerc in quel punto, che però è più lento. Poi prende del traffico alla Spoon. Nemmeno il tempo di chiudere il giro ed è ancora bandiera rossa, perché Fernando Alonso esce di pista in curva 9. Il “main lost” della Rossa pare sia sempre in curva 1 e due, dove in percorrenza paga circa 10 km/h.

Con le Soft instabilità nel secondo settore

Con l’extra grip delle Pirelli a banda rossa si notano sempre i medesimi problemi al tornantino: sottosterzo e correzione in entrata per Hamilton, più pulito Charles. Per Lewis, inoltre, va migliorata curva 1, dove non ha chiuso perfettamente la traiettoria. Ciò malgrado, il britannico è più rapido del suo compagno, che al momento sembra patire il feeling con la sua vettura.

Si procede con un doppio passaggio di cool down per raffreddare le gomme. Nel mentre prende fuoco l’erba all’inizio del secondo settore e quindi siamo ancora con la bandiera rossa. Le due Ferrari tornano pertanto ai box. Nell’inlap chiedono ai ferraristi cosa fare nel prossimo run. Lewis non ha dubbi: test high fuel. Charles, invece, continua il lavoro sul giro secco per avere maggiore confidenza con l’auto modenese.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)
Fonte: Getty Images
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-25 nelle Fp2 del Giappone

Nella sgambata per studiare il comportamento della vettura, simulando la distanza dei 300 chilometri, la monoposto di Hamilton mostra le medesime caratteristiche, con una guida piuttosto nervosa. Parliamo di sole 4 tornate, dove, a prescindere, è difficile avere dei riscontri sul degrado. La carenza di rotazione continua a limitare il rendimento nel secondo settore, dove, di fatto, le vetture italiane perdono più tempo rispetto alla McLaren.

Senza dubbio, alla Ferrari serve uno step sulla messa a punto delle monoposto. Lo studio al simulatore, che andrà in onda nelle prossime ore direttamente nella sede di Maranello, deve correggere il setup per estrapolare più rendimento e poter lottare al meglio con i primi della classe. Una Rossa imperfetta, pertanto, che può e deve realizzare un passo in avanti nella terza sessione di prove libere.

Classifica prove libere 2 Gran Premio Giappone:

  • Oscar Piastri (McLaren) +1:28.114s
  • Lando Norris (McLaren) +0.049s
  • Isack Hadjar (Racing Bulls) +0.404s
  • Lewis Hamilton (Scuderia Ferrari) +0.430s
  • Liam Lawson (Racing Bulls) +0.445s
  • George Russell (Mercedes) +0.453s
  • Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) +0.472s
  • Max Verstappen (Red Bull) +0.556s
  • Pierre Gasly (Alpine) +0.643s
  • Carlos Sainz (Williams) +0.718s