Messo da parte il Bahrain, quarto appuntamento del mondiale di Formula 1 2025, il Circus approda a Jeddah. Ferrari deve realizzare il passo avanti che a Sakhir è rimasto in canna. I protagonisti hanno parlato di un piccolo step che però, nel computo totale del fine settimana, non ha fatto la differenza attesa a livello cronometrico. Idem per il risultato massimo che ricalca quello del Giappone: 4° posto con Leclerc.
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Il necessario passo avanti con il nuovo fondo
La pista saudita è altamente complessa. Le curve ad alta velocità di percorrenza sono parecchie, in cui serve un buon bilanciamento e un carico generato dal fondo vettura bello ampio. Sono diversi i tratti ad alta velocità di percorrenza presenti e, proprio per tale ragione, l’efficienza aerodinamica ricoprirà un ruolo fondamentale. In Arabia Saudita scende in campo ancora una volta il nuovo fondo.
Le due SF-25, saranno equipaggiate con il pavimento modificato in diverse aree della vettura. A tal proposito, va fatto il punto della situazione. Gli aerodinamici di Maranello, tramite le celle di carico montate durante le prove libere in Bahrain, hanno fatto sapere che i punti di downforce attesi c’erano. Leclerc si è detto fiducioso di potersi avvicinare alla McLaren nei prossimi appuntamenti.
Al contrario, Vasseur è rimasto molto più conservativo nelle dichiarazioni. Con ogni probabilità, in Via Abetone Inferiore 4 si aspettavano un passo avanti maggiore rispetto a quanto effettivamente ottenuto. A Sakhir, la Rossa ha mostrato nuovamente un livello abbondante di sottosterzo, che di fatto ha compromesso l’efficacia della guidabilità, comportamento cronico osservato nelle prime gare.
Stile di guida e messa a punto complicata
Gli alfieri di Maranello stanno cercando di adattare il proprio stile di guida, sebbene i risultati siano differenti. Leclerc conosce molto bene tutti i sistemi e i tool utilizzati dalla Ferrari che, sommati all’esperienza maturata, gli consentono di guidare sopra i problemi della vettura. Mentre al contrario, Hamilton è più indietro e fatica a trovare il giusto feeling, bisognoso di uno step per accrescere la confidenza con il mezzo meccanico.
Come evidenziato da Jérôme d’Ambrosio, braccio destro di Vasseur, la finestra di funzionamento della SF-25 è piuttosto stretta e molto sensibile a vari fattori, nelle differenti condizioni di marcia. Il tutto si traduce in un chiaro grattacapo: la difficoltà nel trovare la messa a punto ideale della monoposto. Sakhir, in questo senso, rappresentava una delle gare più complesse tra i primi appuntamenti della stagione.
Le altezze da terra non ottimizzate sulla SF-25
Jeddah potrebbe essere più favorevole alla SF-25. Ancora una volta, servirà più grip all’avantreno per non perdere rendimento nelle curve veloci, portando all’apice della curva le corrette velocità. Parliamo di un parametro fondamentale per questo tipo di pieghe. L’instabilità al retrotreno va risolta, ed è proprio da questo tratto distintivo che la Ferrari si aspettava qualcosa di più dal nuovo fondo, che però non è arrivato.
Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, in Arabia Saudita potremmo osservare una maggior efficacia con la nuova componente. Anche sul fronte altezze da terra, il tracciato può venire incontro alla SF-25. L’asfalto è molto liscio e permette assetti sospensivi mediamente più rigidi. Da qui, la facilità di abbassare l’auto sino al limite consentito e sfruttare ancora quei pochi millimetri che possono offrire più performance.
Le instabilità viste in Bahrain, peraltro, potrebbero derivare proprio dall’incapacità di abbassare la vettura nel modo corretto, per beneficiare al massimo del carico prodotto dai Canali Venturi. Chiariamo: tutti i team convivono con questo dilemma, ma la SF-25 sta riscontrando più problemi degli altri. È un dato di fatto comprovato, sebbene D’Ambrosio abbia gettato acqua sul fuoco sostenendo che si parli solo di dettagli.
Se così fosse, perché mai in Cina la Rossa ha preso una squalifica, proprio per la necessità di spingere al massimo con le altezze da terra? Lo ha detto Vasseur, non noi. A margine di questa considerazione, pur non scordando come il punto di lavoro dell’auto sia molto stretto, in Bahrain, per la prima volta, il team è riuscito ad adottare un assetto non estremo, cercando di coprire le diverse esigenze di un tracciato complesso e variegato.
Gestione gomme più facile
Dal punto di vista degli pneumatici, la Rossa troverà una pista meno impegnativa a livello termico. In Bahrain, nella qualifica, è stato difficile entrare nella finestra operativa con i timing ideali, ma in gara la scuderia è riuscita a trovare una buona stabilizzazione delle temperature, tranne nel 3° stint con le Hard, dove ha sofferto parecchio con una mescola che l’auto italiana proprio non sembra in grado di digerire.
In conclusione, la gara notturna e con un profilo di stress completamente diverso sulle gomme, potrebbe fornire alcuni vantaggi alla Rossa. Attualmente, le gomme rappresentano la principale discriminante relativa alle prestazioni. Ed è per questo che a Jeddah, a differenza di quanto accaduto a Sakhir, i distacchi potrebbero nuovamente essere minimi tra Ferrari, Mercedes e Red Bull, dove i piccoli dettagli faranno la differenza.