F1, Sprint Shootout Brasile: Ferrari soffre un compromesso imperfetto

La messa a punto aero-meccanica della Ferrari non è ottimale e limita il rendimento nel T1

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 1 Novembre 2024 17:28

Ferrari partiva con il favore del pronostico pure in Brasile. Le grandi prestazioni sciorinate tra Stati Uniti e Messicodipingevano una Rossa molto in palla. Una SF-24 capace di adattarsi parecchio bene a tutte le piste, dopo la sosta autunale, senza soffrire grossi problemi nel mero lavoro di messa a punto della monoposto. Questa era la carta di presentazione del Cavallino Rampante per la pista di Interlagos. L’autodromo Carlos Pace è davvero particolare però, e, a margine della prima ed unica sessione di prove libere dell’appuntamento numero 21 con la campagna agonistica 2024, il team di Maranello si è scontrato con qualche grattacapo, che non ha permesso di accedere alla performance desiderata.

Sin dalle prime tornate la vettura è parsa piuttosto “bumpy“. Significa che, in determinati punti del tracciato, specie nel T2e in particolare nella rapidissima curva 6, l’atteggiamento dell’auto era alquanto saltellante, con un carico che pertanto non è parso omogeneo limitando la prestazione. Nei primi due stint delle Fp1 la Ferrari è scesa in pista con le Pirelli a banda gialla, le Medium per intenderci. Nella “sgambata” numero 1 la rossa ha mostrato un atteggiamento generalmente sovrasterzante, dove va registrata la difficoltà nel raggiungere l’apice delle curve e nei rispettivi cambi di direzione. I ferraristi lo hanno fatto presente in radio, ottenendo modifiche sul carico installato all’avantreno per correggere l’atteggiamento dell’auto.

Nel secondo stint con le medie le cose sono leggermente migliorate, anche se il saltellamento è rimasto e si notava una tendenza della vettura a perdere il posteriore. Senza dubbio le altezze da terra non erano ottimali. Con le medesime coperture, in configurazione high fuel, l’atteggiamento delle monoposto italiane è parso decisamente più funzionale alla causa: meno correzioni e più stabilità di carico nel secondo settore, tratto della pista che ha messo più in difficoltà la Ferrari. Alla fine della sessione il team ha provato anche il giro di qualifica con le gomme cerchiate di rosso. Mossa utile per testare il rendimento della SF-24 con l’extra grip offerto dai compound Soft.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) SF-24 - Fp1 GP Brasile
Fonte: Getty Images
il monegasco Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-24 – Fp1 GP Brasile 2024

In questa fase abbiamo osservato un’auto più composta che però ha continuato a mostrare alcune difficoltà. Nei tratti dove la velocità è molto alta si è palesato il sottosterzo, mentre nelle zone del circuito più guidate l’handling era buono, con un front-end più preciso, dove il posteriore riusciva a seguire bene l’avantreno. Per quanto concerne le velocità di punta nel terzo settore, in uscita dalla 12 imboccando la “Salida do Boxes“, il rendimento nella top speed era ottimale confermando le attese. Nelle ore che separavano la squadra modenese dalla prima qualifica del fine settimana, l’obiettivo era quello di sistemare le altezze da terra: trovare un compromesso migliore per sbloccare il potenziale inespresso.

F1, Ferrari non trova il compromesso aero-meccanico corretto

Un mondo davvero difficile, quello della F1. Ancora una volta, come spesso accade nei weekend con la Sprint Race, Ferrari non riesce a ottimizzare la messa a punto della monoposto. Era difficile regolare al meglio la vettura nei 60 minuti a disposizione. Il fine tuning andato in onda prima della qualifica non è stato risolutivo ma di fatto ha comunque migliorato la guidabilità della SF-24. I tecnici di Maranello hanno senza dubbio corretto gran parte dei problemi, e il risultato finale è tutt’altro che da buttare. Parliamo di 2 decimi e mezzo che Charles Leclerc, il primo dei ferraristi, si è beccato dalla super McLaren MCL38 di Oscar Piastri, australiano che ha superato di 29 millesimi il compagno di squadra Lando Norris.

Nella prima parte della qualifica la rossa è scesa in pista con le gomme medie. Pneumatici con i quali non è stato poi così semplice gestire al meglio il ciclo di isteresi. La rossa ha la tendenza a tardare l’attivazione dei compound rispetto a McLaren e Red Bull, una caratteristica voluta per amministrare al meglio le mescole e non stressare troppo le coperture all’inizio di uno long run. Una peculiarità che aiuta con un alto quantitativo di carburante durante la corsa, ma rende un po’ più difficile scaldare le gomme sul giro secco. Tuttavia, a differenza di altri scenari competitivi, oggi non possiamo addossare tutte le colpe a questo fattore comunque importante.

Anzitutto un aspetto: Ferrari ha leggermente scaricato l’anteriore. Una mossa che, forse, col senno di poi, era meglio non fare. Prendendo in esame le performance delle SF-24 nel secondo settore, di fatti, si nota come il livello di downforce sia al di sotto del valore ottimale. Anche per tale ragione, l’handling in curva 6 non è perfetto. Mentre nei tratti più guidati, la piattaforma aerodinamica forniva una buona stabilità di marcia e le vetture modenesi hanno mostrato traiettorie pulite, raggiungendo l’apice delle pieghe facilmente. Ma il punto dove la rossa ha palesato più soffeenza era nel primo tratto della bellissima pista brasiliana.

Ci riferiamo specialmente all’impostazione di curva uno. Osservando con attenzione gli on-board, si notava come ambedue le Ferrari non erano affatto sciolte con una guidabilità imperfetta. Parliamo di elemento che emerge anche nella Q3, quando, nell’unico tentativo con le Pirelli a banda rossa (parliamo delle mescole Soft), l’extra grip offerto da questo compound non ha fornito vantaggi rispetto allo scenario descritto. I limiti restano tali, in quanto i ferraristi si vedono costretti a ritardare l’apice di curva 1, per evitare di scomporre la vettura all’interno della rapidissima esse di Senna. Questo è il “main lost” in qualifica, dovuto in linea di massima alla mancanza di un bilanciamento perfetto.

I “due Carlo” non hanno fatto pervenire nessuna lamentela via radio. Al contrario, si sono descritti soddisfatti delle loro prestazioni. La ragione è semplice: McLaren “ne aveva di più” perché ha saputo centrare l’equazione carico/top speed, una questione sulla quale la storica scuderia deve ancora lavorare. Lo potrà fare dopo la Sprint Race di domani, poiché il parco chiuso si aprirà concedendo modifiche all’assetto prima della seconda qualifica del fine settimana, che andrà a comporre la griglia di partenza della corsa domenicale. Terza piazza per Leclerc, quinta per Sainz. Posizioni di partenza non ottimali che però, tenendo presente l’ottimo passo gara mostrato nelle Fp1, potrebbero consentire un recupero alla Ferrari.