F1, chi rischia tra Las Vegas, Messico o Imola? La riffa dei circuiti è iniziata

Tra chi è a rischio esclusione e chi sogna la conferma, tra globalizzazione e tradizione, la sfida per avere un posto nel mondiale è più aperta che mai

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Matteo Mattei

esperto di motorsport e automotive

Classe 1982, a Favalanciata cresce con pane e Max Biaggi. Ha collaborato con varie testate online spaziando tra Esports e motori. Il mio motto: ''Per aspera ad astra''.

Pubblicato: 11 Gennaio 2025 11:59

La F1, si sa, è fatta di velocità, emozioni ma anche di tagli brutali. Non stiamo parlando delle curve di Spa o della chicane di Montecarlo, ma delle tappe ufficiali del calendario stagionale. Dalle ultime indiscrezioni sembrebbe che uno dei circuiti più amati e discussi, rischi seriamente di essere escluso a partire dal 2026. I nomi in bilico fanno già rumore ma tra Las Vegas, Messico e Imola. Quello italiano è al momento il più chiacchierato.

Chi rischia di più?

Las Vegas è la new entry glamour che ha fatto impazzire i social con la sua pista da videogame e la Strip illuminata a giorno. Dopo aver pagato il prezzo di un debutto costoso e controverso, nulla vieta la riproposizione negli anni visto l’audience americano che è capace di smuovere e sviluppare. Troppa apparenza, poco sostanza? Gli organizzatori sanno che possono riproporsi sempre più forti dell’edizione precedente, ma nel circus c’è anche chi dice che il troppo potrebbe non valere l’investimento.

E il Messico? L’Autódromo Hermanos Rodríguez è sinonimo di “fiesta”, con quel pubblico scatenato e l’atmosfera che mescola tequila e motori. Ma i rumors parlano di difficoltà logistiche e pressioni da parte di Paesi emergenti che bussano alla porta della F1 con assegni a sei zeri. Inoltre non avere più un pilota di casa in corsa dopo la fine dei rapporti tra Sergio Perez e Red Bull, potrebbe penalizzare la valenza di richiamo nazionale.

Poi c’è Imola, il circuito che porta con sé storia, passione e un pizzico di malinconia. Non sarà Montecarlo ma per gli appassionati del motorsport è un simbolo. Non mancano critiche per un circuito troppo stretto e poco moderno. Con Monza già saldo e riconfermato nel calendario, Liberty Media potrebbe optare per il sacrificio sull’altare della globalizzazione e spingere il circuito a ospitare altre competizioni.

Autodromo Enzo e Dino Ferrari

L’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola è universalmente riconosciuto come un tracciato molto tecnico, difficile da interpretare, con curve e staccate piuttosto complesse corse in senso antiorario. Percorrerlo a un ritmo elevato richiede un profilo di livello professionale. Il piano di riqualificazione e di ammodernamento sono stati in atto per diversi anni, resi necessari per rispondere ai requisiti omologativi richiesti anche dalle varie federazioni operanti nel motorsport.

Il primo contatto di Enzo Farrari con Imola risale alla primavera del 1948 e nel maggio del 1950 si cominciò a costruire il circuito posando la prima pietra. La prima gara ufficiale della F1 solo il 24 aprile 1963 per la Coppa d’oro Shell dove a vincere fu Jim Clark su Lotus BRM. Il circus ritornò nel 1979 con il GP Dino Ferrari e il successo di Niki Lauda su Brabham Alfa e di lì rimase tappa fissa del campionato mondiale FIA fino al 2006 con il 26esimo GP di San Marino e la vittoria di Michael Schumacher su Ferrari. Solo nel 2020 il tracciato riuscì a rientrare nella programmazione con il GP Emilia Romagna del 1 novembre con la vittoria di Lewis Hamilton su Mercedes. L’edizione 2021, 2022 e quella del 2024 sono state vinte da Max Verstappen mentre quella del 2023 fu annullata a causa delle conseguenze dell’alluvione che colpì la zona.

Il calendario ufficiale

Il calendario della stagione 2025 prevede 24 GP, mantenendo il numero record stabilito nel 2024. Tra le novità, si segnala l’introduzione del GP di Miami, che si terrà dal 2 al 4 maggio, consolidando la presenza della F1 negli Stati Uniti. Proprio dopo Miami, il GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna a Imola, primo appuntamento europeo della stagione, in programma dal 16 al 18 maggio.

Trattative in corso per l’ingresso del GP di Turchia all’interno del periodo delle gare europee, nonché l’interesse di nuovi come Ruanda e Thailandia per l’edizioni future. Anche Sudafrica, Corea del Sud e Argentina hanno già manifestato interesse a far valutare e presentare la propria candidatura.

Strategia di Liberty Media

Liberty Media ha intrapreso una strategia mirata a espandere la presenza della F1 a livello globale e proprio nelle ultime ore ha annunciato Derek Chang come Presidente e Amministratore Delegato. Con una nuova riorganizzazione interna in atto, l’espansione in nuovi mercati presenta sia opportunità che sfide. Da un lato, l’ingresso in paesi emergenti offre la possibilità di attrarre nuovi appassionati e sponsor, aumentando gli introiti e la popolarità dello sport. L’introduzione di eventi come le gare Sprint, previste in sei circuiti nel 2025, tra cui Shanghai, Miami e Spa, mira a offrire maggiore spettacolo e coinvolgimento per i fan.

Fondamentale mantenere l’equilibrio tra tradizione e innovazione, assicurando che l’essenza storica della F1 non venga compromessa. L’aumento del numero di gare ha già sollevato preoccupazioni riguardo alla sostenibilità per i team e il personale, considerando l’intensità del calendario e le esigenze logistiche. Liberty Media dovrà affrontare queste sfide implementando strategie che garantiscano il benessere degli addetti ai lavori e la qualità degli eventi.

Scenari e polemiche

Se uno dei tre circuiti nominati verrà escluso, c’è da aspettarsi un fiume di polemiche. I fan italiani minacciano già rivolte social in difesa di Imola, mentre gli americani, tra una roulette e un hamburger, non accetterebbero mai di perdere il loro nuovo giocattolo. E il Messico? Sarebbe un duro colpo per quella tutta la sua comunità che ha trasformato la F1 in una festa nazionale.

Ma chi lascerà il posto? Di certo il vincitore sarà, come sempre, chi paga di più. Perché in F1, oltre ai motori, a contare davvero sono i soldi. E i soldi, si sa, non conoscono nostalgia.