In Australia è arrivata una storia doppietta della Ferrari, firmata dalla gara perfetta di Carlos Sainz, in trionfo a sole due settimane dall’operazione di appendicite che gli aveva impedito di correre in Arabia Saudita. Ma conosciamo meglio la storia sportiva e privata del pilota spagnolo.
Arrivato in sordina in Ferrari, nel 2021, per tanti con il compito di essere il secondo di Leclerc (mai cosa fu più falsa), in pochissimo tempo Carlos Sainz Jr. è diventato uno dei piloti più amati dell’intera griglia di partenza di F1. L’ingaggio del pilota spagnolo in pochi giorni scatenò l’euforia dei tifosi della Rossa che in breve tempo affidarono allo spagnolo tutta la loro fiducia.
Classe ’94, è un figlio d’arte. Se il padre è stato per ben due volte campione del mondo di rally, Carlos ha preferito la F1 grazie all’ammirazione per Fernando Alonso. Nonostante i risultati ottenuti nelle formule minori e la solidità e costanza mostrata nella massima serie automobilistica dal 2015 in avanti, in pochi avrebbero scommesso sul pilota originario di Madrid.
E invece si è dimostrato ben più competitivo di quel che si potesse pensare, ha dimostrato di non aver accettato la Ferrari per “fare il secondo” e, non ci ha pensato su due volte per riportare la Rossa sul gradino più alto del podio, a Singapore, dopo oltre un anno di digiuno. Ma bando alle ciance e andiamo a scoprire 5 curiosità e segreti sullo Smooth Operator della griglia di partenza. Signore e signori ecco a voi Carlos Sainz Jr.
Indice
Le corse nel sangue
Fin dal suo arrivo in F1 Carlos Sainz Jr. ha cercato (e ci è riuscito) a costruirsi una carriera fuori dal cono d’ombra del padre. Non deve essere facile, infatti, essere il figlio di un due volte campione del mondo di rally e di tre edizioni della Dakar. Eppure Carlos Sainz Jr. è in assoluto il più fortunato tra i figli d’arte che attualmente corrono nella classe regina del Motorsport.
A differenza di Mick Schumacher, il cui padre è una leggenda della F1 (motivo per il quale non possiamo nemmeno immaginare le grandissime pressioni alle quali è sottoposto il giovane tedesco) e, per fortuna di Carlos, a differenza di Max Verstappen (tutto quello che non sai sul pilota), non ha un genitore che ha cercato disperatamente nel figlio le vittorie che non è riuscito a ottenere in carriera. Infatti, il rapporto che lega Carlos Sainz Jr. e Carlos Sainz Senior (perché padre e figlio non condividono solo il cognome ma anche il nome) è sicuramente tra i più equilibrati e naturali nel paddock.
Se il padre dell’attuale pilota della Ferrari è stato un campione dei rally, il giovane Carlos decise di dedicare anima e corpo alle corse automobilistiche, e soprattutto alle ruote scoperte, nel 2005, quando Fernando Alonso vinse il suo primo mondiale di F1. Papà Carlos per il giovane Sainz è prima di tutto un esempio e un punto di riferimento ma, proprio dalle immagini che condivide il 29enne sui propri social, oltre a essere il primo consigliere, Sainz senior è anche anche un formidabile collega, se si tratta di lavoro, e un amico, quando c’è da divertirsi. Padre e figlio condividono molte passioni che vanno al di là del Motorsport e forse questo è il segreto della speciale alchimia che si è creata tra i due.
Presenza costante nel paddock, mai invadente, mai sopra le righe o presente nelle decisioni del figlio, proprio in occasione dei primi giri di Sainz Jr. alla guida della Ferrari, nel 2021, Carlos senior accompagnò il proprio ragazzo a Fiorano. Ma a differenza di tanti altri padri che vediamo scalpitare nei box, Sainz senior rimase in un angolo, guardando il figlio prendere confidenza con quel nuovo mezzo e quel nuovo ambiente, parlando solo se interpellato. Mai troppo presente.
Eppure la passione per il Motorsport, possiamo dirlo, è un vizio di famiglia per i Sainz. Oltre a Carlos senior e Carlos Jr., anche Antonio Sainz, zio dell’attuale pilota della Ferrari, ha corso nei rally, anche se con meno successo rispetto al fratello minore. Nato il 10 dicembre 1957 a Madrid, ha gareggiato in numerosi campionati e ha partecipato anche al Campionato Storico Spagnolo, vinto nel 2010. Nel 2017 e 2018 invece ha preso parte al Rally RACE Comunidad de Madrid, una corsa su asfalto dove si è portato a casa rispettivamente un undicesimo posto e un ritiro, l’anno successivo.
Soprannomi
Non è raro che i piloti della griglia di partenza siano etichettati con alcuni (e lasciatemelo dire, stravaganti) soprannomi. Carlos Sainz Jr., ne ha addirittura due. Quello di più lunga data è sicuramente “Chilli”. Nonostante l’assonanza col peperoncino, non ha niente a che vedere con tema “piccante”. Proprio lo stesso pilota della Ferrari, alcuni anni fa, aveva rivelato che Chilli è il soprannome col quale viene affettuosamente chiamato dai suoi compagni di squadra e amici.
Probabilmente quello maggiormente conosciuto ai tifosi è “Smooth Operator”. E c’è un motivo se Carlos Sainz Jr. in McLaren si è guadagnato questa etichetta. Tutto parte dal GP Brasile 2019 quando il pilota spagnolo fu protagonista di un’eccezionale rimonta dal ventesimo al quarto posto, che poi si trasformò in una terza posizione grazie alla penalità inflitta a Hamilton.
Una gara strepitosa, dove il madridista dimostrò di avere grande solidità e visione tattica, festeggiata sul traguardo cantando il motivetto di “Smooth Operator”, successo gruppo musicale inglese Sade, che prende il nome dalla propria leader.
Il significato può essere tradotto con “uno che ci sa fare”, un “volpone” per andare a sottolineare la grande consistenza delle sue gare. Non a caso, il 29enne ha riproposto lo stesso motivetto anche dopo aver vinto a Singapore, nel 2023, che gli ha permesso di riportare la Ferrari alla vittoria dopo oltre un anno di latitanza dal gradino più alto del podio.
Il numero 55 è una combinazione
Alle volte si pensa che i piloti abbiano scelto i propri numeri di gara attraverso un’analisi ben precisa. Tendenzialmente avviene così, ma soprattutto se la cifra che tanto desideri è già utilizzata da qualche altro collega, sei obbligato a rivedere i tuoi piani. E questa cosa è successa anche a Carlos Sainz Jr. Nel 2015, anno del suo debutto nella massima serie automobilistica, il giovane spagnolo avrebbe voluto correre col numero 19, che però era in detenuto da Felipe Massa. Non era disponibile nemmeno il numero 5, già impiegato sulla monoposto di Sebastian Vettel. Allora, per tagliare la testa al toro decise di ripiegare e correre col 55. Una scelta azzeccata a livello di marketing soprattutto per l’assonanza grafica che si adatta perfettamente alle due S ravvicinate presenti nel nome e cognome del pilota, Carlos e Sainz.
È il 3° spagnolo della Ferrari
Dopo due suoi illustri predecessori, Carlos Sainz Jr. è il terzo pilota spagnolo che ha l’onore di sedersi al volante di una vettura del Cavallino Rampante. Il primo spagnolo che ha corso per la Ferrari è stato Alfonso de Portago (non stiamo qui a scrivere il nome intero altrimenti non basterebbero tre righe), nato l’11 ottobre 1928 a Londra. Pilota per diletto, esattamente come la maggior parte dei corridori dell’epoca, era un nobile con la passione per i cavalli e il bob (ha anche partecipato al mondiali di Sankt Moritz).
Iniziò a farsi notare nel mondo delle corse degli anni ’50 grazie ai risultati ottenuti nell’endurance e il debutto in F1 arrivò solo nel 1956. Nonostante l’anno del debutto non fu dei migliori, le cose partirono col piede giusto nel 1957. Eppure la carriera di De Portago si chiuse tragicamente il 12 maggio 1957, a Guidizzolo, durante la Mille Miglia, dove un san pietrino ruppe uno pneumatico della vettura dello spagnolo e il pilota morì sul colpo.
Fernando Alonso, invece, nato il 29 luglio 1981 a Oviedo ha iniziato a correre per la Ferrari nel 2010 dopo i trascorsi in Minardi, Renault e McLaren e due Mondiali F1 vinti nel 2005 e nel 2006. Arrivato in quel di Maranello per prendere il posto di Kimi Raikkonen, a differenza di De Portago va, eccome, a punti. E porta perfino la Ferrari a giocarsi i titoli iridati (senza riuscire però a vincerne) nel 2010, nel 2012 e nel 2013 con vetture nettamente inferiori alla diretta concorrenza.
Dopo una stagione da dimenticare, quella del 2014, le strade della Rossa e di Alonso si separarono definitivamente e l’asturiano passò alla McLaren. Nel corso della sua parabola a Maranello, lo spagnolo regalò al Cavallino Rampante: 11 vittorie, 44 podi, 4 pole position e 8 giri veloci in 96 GP disputati.
Un nuovo amore per Chilli
Se per quanto riguarda i suoi interessi Carlos Sainz Jr. ama condividere i propri hobby con i fans, per quanto riguarda le sue “passioni amorose”, lo spagnolo è un ragazzo che tiene molto alla sua privacy. Dopo aver chiuso la sua relazione, della durata di sette anni, con la PR Isabel Hernáez nel mese di giugno 2023, appena un paio di mesi dopo la rottura con la sua connazionale, il pilota della Ferrari è uscito alla scoperta con una nuova lady al suo fianco.
Rebecca Donaldson è la modella che avrebbe fatto perdere la testa a Carlos Sainz. Scozzese, classe ’95, oltre a essere stata scelta come testimonial di diverse campagne pubblicitarie è anche un’imprenditrice. Ha creato anche una propria linea di abbigliamento sportivo femminile, Muse Actiwear.
Il nome di Rebecca Donaldson, che su Instagram può contare la bellezza di 170mila follower, non è la prima volta che finisce al centro del gossip: qualche anno fa la modella ha avuto un flirt con Scott Disick, ex di Kourtney Kardashian, nei primi mesi del 2023, invece, è stata fotografata a Miami in compagnia di Leonardo di Caprio. Le prime immagini della Donaldson e di Sainz Jr. assieme risalgono a questa estate, quando la coppia è stata vista in Sardegna su uno yacht assieme ad alcuni amici. Poi, Carlos e Rebecca sono stati visti anche a Milano e a Londra. Lei era anche a Singapore, dove ha avuto l’opportunità di vedere salire sul gradino più alto del podio il pilota della Ferrari e poi, nelle ultime gare del campionato, è stata sempre più una presenza fissa al box del Cavallino Rampante.