
Il test salivare antidroga è una modalità di screening utilizzata per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti nella saliva. Questo tipo di test si è diffuso negli ultimi anni per la sua praticità e rapidità, in particolare in situazioni dove è necessario un controllo immediato, come i posti di blocco stradali.
A differenza di altri metodi, non richiede ambienti sterili o l’intervento di personale medico specializzato. Insomma, è uno strumento utilizzabile direttamente sul campo dalle forze dell’ordine. Il principio è semplice: attraverso il fluido salivare è possibile intercettare tracce di droghe assunte da poche ore fino a circa un giorno prima del test, a seconda della sostanza. L’obiettivo è identificare uno stato di possibile alterazione psicofisica in tempo reale con un impatto sulla prevenzione degli incidenti e sul controllo del rispetto delle norme di sicurezza pubblica.
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Come si effettua il prelievo del campione
La procedura di raccolta della saliva per un test antidroga avviene tramite un tampone monouso sterile, progettato per assorbire una quantità sufficiente di fluido orale. L’operatore incaricato chiede all’automobilista controllato di inserire il tampone sotto la lingua o a contatto con le pareti interne della bocca, mantenendolo in posizione per un tempo variabile da 30 secondi a due minuti.
In questo intervallo, la saliva viene assorbita in quantità adeguata per le successive fasi di analisi. Il campione può essere subito processato attraverso dispositivi portatili, capaci di fornire un risultato in pochi minuti oppure conservato in contenitori sigillati e inviato a un laboratorio certificato per un test più accurato e valido. Questo secondo passaggio è previsto quando il primo controllo restituisce un esito positivo o dubbio, per assicurare che la rilevazione sia fondata su parametri oggettivi e incontestabili.
Rigore delle procedure e validità giuridica
Per essere considerato valido ai fini legali, il test salivare antidroga deve essere eseguito nel rispetto di precise procedure operative. Ogni fase, dalla raccolta del campione alla conservazione, fino al trasporto in laboratorio, deve seguire la cosiddetta catena di custodia, che garantisce l’integrità del campione e la sua non contaminazione. Gli operatori devono essere formati e abilitati e tutta la procedura deve essere documentata in modo dettagliato.
Solo rispettando questi standard è possibile far valere i risultati in sede amministrativa o giudiziaria, senza rischio di invalidazione per vizi formali. Questo aspetto è importante nei casi in cui il risultato del test possa comportare sospensioni della patente, sanzioni o conseguenze penali.
Droghe rilevabili e precisione del test salivare antidroga
Il test salivare è in grado di individuare diverse categorie di sostanze stupefacenti, inclusi cannabinoidi, cocaina, oppiacei, anfetamine e loro derivati. In particolare, il THC - principio attivo della cannabis - è una delle sostanze più monitorate, soprattutto alla luce delle modifiche normative.
La precisione del test dipende dalla sensibilità del dispositivo utilizzato, oltre che dalle soglie di rilevamento impostate, che variano a seconda della sostanza da intercettare. La finestra temporale durante la quale una droga può essere rilevata nella saliva è più breve rispetto ad altri fluidi biologici come l’urina o il sangue.
Test salivare su strada, tempi e vantaggi
Uno dei punti di forza di questa metodologia è la possibilità di effettuare il test antidroga direttamente su strada, senza condurre l’automobilista in ospedale o in altre strutture.
In caso di esito positivo, il conducente viene sospeso dalla guida in attesa della conferma del laboratorio. Questo approccio consente di ridurre i tempi della procedura e di migliorare l’efficienza delle attività di controllo con ricadute sulla prevenzione di incidenti e comportamenti pericolosi. Il tutto nel rispetto delle garanzie procedurali previste per legge che impongono la conferma del risultato con metodiche più precise.
Non invasivo, veloce, ma da confermare
Il test salivare è considerato uno strumento utile per la rilevazione rapida e non invasiva delle droghe, ma non sostituisce i test di conferma. La sua funzione resta quella di fornire un primo riscontro, che permette di attivare le successive verifiche con strumenti più sofisticati. Per questo motivo, viene spesso definito come uno strumento di screening. In caso di risultato negativo, non si procede oltre; in caso di positività, si attende la conferma di laboratorio prima di applicare sanzioni.
Conferma in laboratorio, doppio livello di verifica
La normativa in vigore prevede che ogni esito positivo al test salivare debba essere validato attraverso un secondo livello di analisi, più approfondito, eseguito in laboratori accreditati. Questa verifica di conferma utilizza tecnologie di laboratorio avanzate, come la gascromatografia o la spettrometria di massa, in grado di identificare con precisione la presenza e la quantità delle sostanze nel campione prelevato. Questo doppio passaggio è pensato per eliminare ogni dubbio e tutelare i diritti del controllato e assicurando che la sanzione o l’eventuale provvedimento amministrativo si basi su evidenze solide. In caso di esito negativo alla conferma, le conseguenze previste dal primo test vengono annullate, a tutela della correttezza procedurale.
Normativa europea e armonizzazione dei protocolli
A livello europeo, il riconoscimento del test salivare come strumento di screening ufficiale varia da Paese a Paese. Ci sono direttive comuni volte a uniformare le procedure e gli standard qualitativi affinché i risultati possano essere comparabili nei diversi Stati membri. In Italia, il recepimento delle indicazioni europee ha portato all’integrazione del test salivare nelle disposizioni del Codice della Strada e in alcuni protocolli di sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è sviluppare una cornice normativa armonizzata che consenta l’utilizzo efficace e sicuro di questo tipo di analisi in tutta l’Unione europea.
Rilevanza nel nuovo Codice della Strada
Con l’entrata in vigore delle modifiche al Codice della Strada, l’utilizzo del test salivare è stato previsto come metodo primario per il controllo dello stato psicofisico dei conducenti. L’articolo 187 è stato aggiornato per consentire alle forze dell’ordine di effettuare test salivari durante i controlli su strada. Questo cambiamento normativo aumenta l’efficacia dei controlli e riduce le tempistiche e permettendo un intervento immediato.
Differenze tra test salivare e altri esami tossicologici
A differenza del test urinario, che rileva la presenza di sostanze in una finestra temporale più ampia, il test salivare è indicato per intercettare il consumo recente, più adatto ai controlli su strada. Il prelievo ematico è invece più invasivo e richiede personale medico. Per questo motivo, il test basato sulla saliva è preferito in operazioni di controllo operativo, in cui servono tempi rapidi, costi contenuti e facilità di gestione logistica.