È possibile fare ricorso contro la mini sospensione della patente?

Il Codice della Strada prevede la possibilità di proporre ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria contro il provvedimento di sospensione della patente

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 25 Aprile 2025 07:30

Quando si parla di mini sospensione della patente, ci si riferisce a una misura di carattere amministrativo introdotta per sanzionare condotte considerate pericolose ma non estreme. La sospensione temporanea viene applicata per infrazioni come l’utilizzo del cellulare alla guida o il mancato rispetto di alcune norme fondamentali del Codice della Strada.

La sua durata ridotta rafforza il concetto di deterrenza senza arrivare alle sanzioni più pesanti previste nei casi gravi di guida in stato di ebbrezza o di eccesso di velocità estremo. Si tratta, nelle intenzioni, di uno strumento che serve a scoraggiare comportamenti recidivi e pericolosi senza privare il conducente per troppo tempo della possibilità di usare il mezzo.

Le regole per presentare un ricorso

Il Codice della Strada, all’articolo 204-bis, prevede la possibilità di proporre ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria ordinaria contro il provvedimento di sospensione della patente. L’automobilista può rivolgersi al Giudice di pace territorialmente competente ovvero quello della zona in cui è stata commessa la violazione.

Il procedimento dinanzi al Giudice di Pace non è solo un esame di documenti. Il giudice dispone un’istruttoria vera e propria con audizione di testimoni, richieste di chiarimenti alla Polizia Stradale e talvolta perfino sopralluoghi. La presenza fisica del ricorrente o del suo avvocato può influenzare l’esito del ricorso.

Il ricorso deve essere depositato entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. Per farlo bisogna allegare alla richiesta tutta la documentazione utile per sostenere la propria tesi, come copie dei verbali, relazioni tecniche, eventuali testimoni e certificazioni che attestino un pregiudizio personale o lavorativo causato dalla sospensione.

Oggi molti ricorsi si basano su dati digitali, come immagini di dash cam, tracciati GPS o estratti di geolocalizzazione forniti da app di navigazione. Questi strumenti, se ammessi come prova, possono dimostrare incongruenze nelle versioni ufficiali, come il mancato utilizzo del cellulare nel momento sanzionato o un rallentamento già in atto al momento della rilevazione.

Alternative al giudice, il ricorso al Prefetto

Accanto alla via giudiziale, l’automobilista ha la possibilità di presentare ricorso anche in via amministrativa, davanti al Prefetto. In questo caso il termine per l’impugnazione si allunga a 60 giorni dalla data di notifica dell’atto. Anche questa via non comporta la sospensione degli effetti del provvedimento, a meno che il Prefetto non decida espressamente in tal senso, cosa che nella prassi avviene raramente.

La sospensione resta in vigore anche durante il ricorso

Il dubbio successivo non può che essere riferito alla possibilità di sospensione degli effetti del provvedimento. In seguito alla presentazione del ricorso. La risposta è negativa. Il legislatore ha stabilito che il semplice atto di presentare ricorso non blocca l’efficacia della sospensione.

In pratica fino a quando non sarà emessa una sentenza favorevole da parte del giudice, la patente resterà sospesa e chiunque venga sorpreso alla guida rischia nuove sanzioni, comprese quelle penali per guida con patente sospesa.

Richiesta di sospensiva, lo strumento eccezionale

Nel quadro normativo attuale è però ammessa, a discrezione del giudice, la possibilità di chiedere una sospensiva temporanea dell’ordinanza. Avviene in casi particolari in cui si possa dimostrare che il danno derivante dall’esecuzione della sospensione sarebbe sproporzionato e irreparabile.

Si pensi ad esempio a un lavoratore autonomo che utilizza il veicolo per l’unica fonte di reddito della famiglia. Valutando i motivi addotti, il giudice può sospendere temporaneamente gli effetti dell’atto fino all’esito del ricorso. Ma si tratta comunque di un’eccezione e non della regola.

Le probabilità di successo

In termini concreti, le probabilità che un ricorso venga accolto dipendono dalla solidità degli argomenti presentati e dalla regolarità formale del verbale di accertamento. Se ad esempio emerge che il verbale non è stato redatto correttamente, che mancano dati essenziali o che il conducente non è stato messo nella condizione di esercitare i suoi diritti di difesa, allora il giudice può annullare l’ordinanza. Ma quando le prove a carico sono evidenti e il comportamento del conducente risulta oggettivamente pericoloso, le possibilità di accoglimento si riducono.

Va poi sfatato un mito diffuso: non è possibile proporre un ricorso collettivo contro sospensioni simili per più persone coinvolte in un controllo stradale. Il ricorso è sempre e soltanto individuale, poiché le circostanze, le giustificazioni e le prove variano da persona a persona. Ogni automobilista deve quindi preparare la propria difesa su misura, eventualmente coordinandosi con altri per le spese legali, ma senza poter accedere a una procedura unica.

La giurisprudenza più recente

Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha oscillato tra orientamenti più severi e interpretazioni leggermente più tolleranti. Alcuni Giudici di pace hanno ritenuto che in casi particolari la mini sospensione fosse sproporzionata rispetto all’infrazione, soprattutto se la violazione è stata commessa per motivi di urgenza documentata. Nella maggior parte dei casi, le corti confermano la legittimità della sospensione, riconoscendo l’interesse pubblico alla sicurezza stradale come prevalente.

Nel sistema sanzionatorio previsto dal Codice della Strada, il principio della proporzionalità gioca un ruolo fondamentale. Ogni sanzione, compresa la mini sospensione, dovrebbe essere coerente con la gravità dell’infrazione commessa. Nei ricorsi presentati, uno degli argomenti più utilizzati dalla difesa è proprio l’eccessiva severità della sospensione rispetto alla condotta. Ad esempio, se un conducente ha usato il cellulare per pochi secondi in un contesto di traffico nullo o a veicolo fermo, si potrebbe invocare l’irragionevolezza della sanzione accessoria. La giurisprudenza, pur valutando caso per caso, tende a mantenere una linea rigida proprio per il valore deterrente della norma.

Le conseguenze della sospensione

Oltre all’immediata impossibilità di guidare, la mini sospensione ha anche altre ricadute. In alcuni casi può comportare conseguenze su rapporti lavorativi, polizze assicurative e perfino sull’autonomia dell’automobilista coinvolto. Alcune compagnie aumentano il premio assicurativo per gli anni successivi in caso di sospensione della patente. Per i conducenti professionali anche una breve sospensione significa la perdita temporanea (o permanente) dell’incarico.

Cosa cambia tra mini sospensione e sospensione ordinaria

È bene distinguere la mini sospensione, che è una misura straordinaria e recente, dalla sospensione ordinaria della patente prevista per reati gravi come guida in stato di ebbrezza o eccesso di velocità oltre i 60 km/h. Mentre la prima ha finalità preventive e dura poco, la seconda è spesso accompagnata da sanzioni penali e amministrative più severe, e può essere di durata molto superiore.