ll filtro antiparticolato (FAP o DPF) è un componente chiave nei moderni motori diesel, progettato per catturare le particelle inquinanti dai gas di scarico. Queste vengono poi eliminate attraverso un processo chiamato rigenerazione, una sorta di autopulizia gestita dalla centralina del veicolo. Tuttavia, quando questo meccanismo non è sufficiente, il filtro si intasa, rendendo necessari interventi specifici per ripristinarne l’efficienza.
Indice
Metodi di pulizia FAP
Quando il filtro antiparticolato segnala un intasamento, tipicamente attraverso l’accensione di spie dedicate sul cruscotto o evidenti cali di prestazioni del motore, esistono diverse strategie per ripristinarne la funzionalità. La scelta del metodo corretto dipende dal livello di ostruzione e dalle condizioni generali del componente. Si spazia dai processi automatici gestiti dal veicolo fino ad interventi professionali specifici.
Rigenerazione naturale o forzata
La rigenerazione è il meccanismo primario con cui il FAP si autopulisce, bruciando la fuliggine accumulata. Esistono due modalità principali:
- automatica: avviene autonomamente durante la marcia quando i gas di scarico raggiungono temperature elevate (sopra 550°C), condizione tipica della guida extraurbana a regime sostenuto. La centralina può anche iniettare più gasolio per favorire l’aumento termico;
- forzata: viene indotta in officina tramite strumento di diagnosi quando quella automatica fallisce. Il motore viene mantenuto a regimi elevati da fermo per completare il processo. È una soluzione per intasamenti moderati da fuliggine, ma non rimuove le ceneri (residui incombusti derivati dall’olio motore e dagli additivi).
Pulizia chimica senza smontaggio
L’uso di prodotti chimici mira a facilitare la rimozione dei depositi nel filtro senza doverlo smontare. Si possono usare:
- additivi: liquidi da aggiungere al carburante con lo scopo di abbassare la temperatura di combustione della fuliggine o sciogliere parzialmente i depositi. La loro efficacia è generalmente limitata a casi lievi o come azione preventiva;
- pulizia con detergenti senza smontaggio: utilizzata da molte officine tramite attrezzature specifiche che iniettano detergenti potenti direttamente nel FAP, solitamente attraverso l’alloggiamento di un sensore. Questo approccio può essere valido per intasamenti non critici, risultando più rapido ed economico dello smontaggio, ma potrebbe non essere risolutivo su accumuli consistenti di cenere.
Pulizia con smontaggio FAP
Per intasamenti gravi, accumulo significativo di ceneri o per una verifica completa del filtro, lo smontaggio è la via più efficace. Il componente viene trattato in centri specializzati con tecniche avanzate come il lavaggio idrodinamico (con acqua e detergenti specifici), la pulizia a ultrasuoni (per eliminare i depositi interni) o la rigenerazione termica (cottura in forni controllati). Questi metodi, eseguiti con macchinari professionali, hanno lo scopo di eseguire un ripristino ottimale del filtro.
Pulizia fai da te
Sono disponibili kit commerciali “fai da te”, spesso spray chimici. Sebbene l’approccio possa sembrare economico, presenta rischi significativi. Un’applicazione errata o l’uso di prodotti non idonei possono danneggiare gravemente la struttura ceramica del filtro antiparticolato, il suo rivestimento catalitico o i sensori collegati. L’efficacia è inoltre limitata e non paragonabile ai metodi professionali.
Necessità pulizia FAP, cause e sintomi
Il filtro antiparticolato (FAP o DPF) ha il compito di trattenere le particelle inquinanti presenti nei gas di scarico dei motori diesel. Queste particelle vengono poi eliminate tramite il processo di rigenerazione. Quando questo meccanismo, viene interrotto o ostacolato, si verifica l’intasamento che rende necessaria la pulizia forzata. Analizziamo le ragioni principali dietro questo problema e i segnali di un FAP intasato.
Cause di intasamento
Diversi fattori possono contribuire all’ostruzione prematura del filtro, quindi è bene utilizzare delle buone pratiche per mantenere pulito il FAP. Vediamo le cause più comuni da evitare:
- stile di guida e percorsi: l’utilizzo frequente del veicolo su tragitti brevi e a basse velocità, tipico della guida urbana, impedisce al FAP di raggiungere le temperature necessarie per la rigenerazione automatica;
- olio motore non conforme: l’impiego di lubrificanti non specifici (a basso contenuto di ceneri) causa un accumulo accelerato di ceneri incombuste all’interno del filtro;
- malfunzionamenti del motore: problemi a componenti come la valvola EGR, gli iniettori, il turbocompressore o i sensori (pressione differenziale, temperatura) possono aumentare la produzione di fuliggine o impedire le rigenerazioni.
Sintomi di intasamento
Il veicolo solitamente manifesta l’intasamento del filtro antiparticolato attraverso segnali inequivocabili. Prestare attenzione a questi sintomi è fondamentale per prevenire problematiche più gravi:
- accensione spie: sul quadro strumenti si illumina la spia dedicata al FAP (un simbolo stilizzato del filtro) o la spia generica di avaria motore;
- calo prestazioni: il motore perde potenza in modo evidente, a volte attivando la modalità di protezione (recovery mode) con conseguente accensione della spia motore limitando giri e velocità massima;
- aumento consumi carburante: la centralina tenta rigenerazioni più frequenti e il motore lavora sotto sforzo, incrementando il consumo di carburante;
- rigenerazioni frequenti: si percepisce che il veicolo tenta spesso la rigenerazione (rumore diverso, ventola attiva, fumo allo scarico) senza successo o con frequenza anomala;
- livello olio: aumento del livello olio motore più alto rispetto al normale o oltre il livello massimo a causa del combustibile non bruciato in fase di rigenerazione.
Conseguenze di un FAP trascurato
Ignorare i sintomi di un FAP intasato porta a conseguenze più serie e spesso costose. L’eccessiva contropressione allo scarico generata può danneggiare componenti delicati come la turbina o parti interne al motore. Mentre le mancate rigenerazioni, come accennato in precedenza, possono causare diluizione dell’olio motore con il gasolio, aumentando il livello e riducendo l’efficacia di lubrificazione dei componenti. Oltre a ciò, un filtro inefficiente impedisce il superamento della revisione periodica.
Costo del trattamento di pulizia
Affrontare questo problema comporta inevitabilmente una spesa, ma l’entità varia notevolmente in base alla soluzione adottata. La pulizia professionale rappresenta quasi sempre un’alternativa più economica rispetto alla sostituzione completa del FAP, sebbene quest’ultima sia talvolta l’unica opzione percorribile. Valutiamo le diverse possibilità.
Ciclo di pulizia
Il prezzo di un intervento di pulizia dipende dalla tecnologia utilizzata e dalla complessità del lavoro. Ecco una stima indicativa:
- additivi specifici: il costo è abbastanza contenuto, generalmente varia tra i 15 e 35 euro per gli additivi da immettere nel serbatoio, ma l’efficacia come detto è limitata a prevenzione o casi molto lievi;
- rigenerazione forzata: eseguita in officina con strumento diagnostico, ha un costo che varia solitamente tra 50 e 200 euro;
- pulizia professionale senza smontaggio: detergenti specifici utilizzati con il fai da te variano da 40 a 130 euro, mentre con attrezzature dedicate può costare indicativamente tra 150 e 350 euro;
- pulizia con smontaggio: rappresenta l’intervento più approfondito e ha un costo variabile tra 250 e oltre 800 euro circa, a seconda della tecnica utilizzata (lavaggio, ultrasuoni, termica) e del tempo di manodopera necessario per smontare e rimontare il filtro sul veicolo specifico.
Intervento di sostituzione
La sostituzione del filtro antiparticolato è più onerosa rispetto a un ciclo di pulizia. Un FAP nuovo originale può avere un prezzo che parte da circa 800 euro e supera facilmente i 2000-2500 euro per alcuni modelli di auto. Esiste un’alternativa valida ed economica rappresentata da filtri antiparticolato rigenerati (puliti professionalmente) o revisionati (sostituita la parte filtrante interna), spesso con garanzia, offerti a un prezzo inferiore (generalmente -30/50% rispetto al nuovo).
Pulirlo o sostituirlo: cosa fare
La decisione tra pulizia e sostituzione dipende principalmente dallo stato del filtro. Se non presenta danni strutturali (crepe nella parte ceramica o fusioni) e l’intasamento è dovuto principalmente a fuliggine e ceneri accumulate, la pulizia professionale è la scelta più conveniente ed efficace. Se invece il filtro è danneggiato, ha percorso un chilometraggio molto elevato (indicativamente oltre 180-200 mila km) o se la pulizia non offre garanzie di durata, la sostituzione diventa la soluzione più indicata.