Zincatura  

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Claudio Braglia

Giornalista specializzato automotive

Frequentava ancora la facoltà di ingegneria quando ha iniziato la sua carriera giornalistica a Motosprint e Autosprint. Successivamente sono arrivate InMoto, Auto, SuperWHEELS, Moto World e alVolante, alcune delle quali ha anche concepito e diretto. La sua passione? Guidare soprattutto in pista e realizzare le prove più complete supportate da rigorosi rilevamenti strumentali.

Se si vuole proteggere – a fondo e completamente – un manufatto di metallo, specie se di acciaio, non c’è niente di meglio di una bella Zincatura. Un trattamento che, rivestendolo e sigillandolo, lo proteggono dall’attacco degli agenti atmosferici e dalla corrosione, con l’aggiunta del positivo “effetto collaterale” di favorire l’adesione dello strato di vernice che verrà successivamente steso.

Si tratta di un metodo efficacissimo per preservare la lamiera stampata delle carrozzerie delle automobili, che può avvenire sia con trattamenti semplici e poco costosi, sia con metodi molto più articolati. Quello più basico è la Zincatura a freddo che, però, non garantisce i livelli qualitativi dei procedimenti più complessi. Infatti, si tratta di una specie di “verniciatura di fondo” a base di resine sintetiche che agiscono da legante per lo zinco metallico col quale vengono miscelate. Garantisce comunque un apprezzabile potere antiossidante, anche perché viene seguita da un’altra verniciatura, detta di finitura, con cui si stende il colore finale del pezzo.

Copertura micrometrica a strati

A mezza via fra la citata verniciatura e la Zincatura a Caldo, si pone la Zincatura a Spruzzo che viene effettuata tramite una speciale pistola in grado di produrre un arco elettrico che porta alla fusione e alla polverizzazione del filo di zinco col quale viene alimentata. Sulle superfici di acciaio (pre-trattate e sabbiate) lo zinco va a formare uno strato denso e protettivo. Così, nel caso di esposizione agli agenti corrosivi, è lo strato di zinco a deteriorarsi (peraltro in tempi piuttosto lunghi) salvaguardando le superfici di acciaio.

Molto più complessi, ma più stabili e duraturi, sono i procedimenti di Zincatura a Caldo, coi quali, sulle superfici trattate, si ottiene uno strato di zinco metallico che si può considerare puro. Più che negli altri tipi di Zincatura, quella a caldo prevede un’accurata pulizia e trattamento delle parti da zincare, che vanno sgrassate e decappate (serve a rimuovere dalle superfici impurità come ossidi e scorie) con prodotti tensioattivi e acido cloridrico, per poi essere successivamente immersi in una soluzione di ammonio e zinco cloruro.

Immerse in una vasca di zinco fuso

Le parti in acciaio perfettamente rifinite e pulite, dopo essere state preriscaldate a 100 °C, entrano in un bagno di zinco fuso (mantenuto alla temperatura di 450 °C) che ricopre progressivamente il pezzo con strati sottilissimi (inferiori a 20 millesimi di millimetro) ma resistenti. Il pezzo da trattare resta nella vasca fino a quando raggiunge la stessa temperatura dello zinco fuso.

Al bagno vengono spesso aggiunti nichel o alluminio, che stabilizzano lo strato che si deposita sull’acciaio, migliorando la resistenza alla corrosione e l’aspetto del manufatto. Successivamente si passa al progressivo raffreddamento del pezzo con aria o acqua.

Nel procedimento di Zincatura Elettrolitica, infine, il componente viene immerso in una vasca contenente un’opportuna soluzione chimica: facendo passare la corrente nella vasca, lo zinco metallico va a depositarsi sulle superfici di acciaio in strati successivi (che risultano, però, sempre inferiori a quelli ottenibili con la Zincatura a Caldo).