Osservando le vetture di Formula Uno attuali, oltre alla pletora di appendici aerodinamiche assiepate in diverse aeree della monoposto, noteremo facilmente dei grandi alettoni. Collocati sull‘avantreno e sul retrotreno dell’auto, sono incaricati di generare il carico deportante per spingere la vettura verso il piano di riferimento (l’asfalto).
Parliamo di una downforce che ha un prezzo però, in quanto l’inclinazione delle ali genera sì carico aerodinamico ma, allo stesso tempo, resistenza aerodinamica che rallenta le monoposto in rettilineo a seconda dell’incidenza.
Gli alettoni furono introdotti ufficialmente in una manifestazione della massima categoria del motorsport alla fine degli anni sessanta, per la prima volta sulla Ferrari di Jackie Ickx. Contesto dove la Rossa trionfò al Gran Premio di Francia, con un alettone collocato dietro il cockpit nonostante lo scetticismo generale.
Da quel momento in poi, fatta eccezione per alcune edizioni della velocissima pista di Monza, dove le appendici aerodinamiche non erano ancora determinanti, tutte le vetture che hanno vinto una gara in Formula Uno montavano almeno un alettone.